Delle quattro classificazioni della coscienza
precedentemente citati, la prima è quella della sfera dei sensi:
Traduzione in inglese dal
testo originale Pāli e note esplicative di Narada Thera
Titolo originale: Abhidhammattha-Sangaha, A Manual of Abhidhamma
Tradotto in italiano da Enzo A.
Fonte canonepali.net
Titolo originale: Abhidhammattha-Sangaha, A Manual of Abhidhamma
Tradotto in italiano da Enzo A.
Fonte canonepali.net
Coscienze attinenti alla Sfera dei sensi
(kamavacara-cittani)
Kāma è sia brama sensuale soggettiva sia
oggetti sensuali come forme, suono, odore, sapore e contatto. Con kāma
si intendono anche gli undici differenti tipi di esistenza senziente, cioè: i
quattro stati di sofferenza (apāya), il mondo umano (manussaloka)
e i sei reami celesti (sagga).
Dodici Coscienze immorali (akusala
cittani)classificate in questo modo:
Otto Coscienze radicate
nell'Attaccamento
1.
Somanassa-sahagatam, ditthigatasampayuttam, asankharikam ekam
Somanassa-sahagatam, ditthigatasampayuttam, asankharikam ekam
Una coscienza,
spontanea, accompagnata da piacere, legata a falsa visione
2.
Somanassa-sahagatam, ditthigatasampayuttam, sasankharikam ekam,
2.
Somanassa-sahagatam, ditthigatasampayuttam, sasankharikam ekam,
Una coscienza,
indotta, accompagnata da piacere, legata a falsa visione
3.
Somanassa-sahagatam ditthigatavippayuttam, asankharikam ekam
3.
Somanassa-sahagatam ditthigatavippayuttam, asankharikam ekam
Una coscienza,
spontanea, accompagnata da piacere, non legata a falsa visione
4.
Somanassa-sahagatam ditthigatavippayuttam, sasankharikam ekam
4.
Somanassa-sahagatam ditthigatavippayuttam, sasankharikam ekam
Una coscienza,
indotta, accompagnata da piacere, non legata a falsa visione
5.
Upekkha-sahagatam, ditthigatasampayuttam, asankharikam ekam
Upekkha-sahagatam, ditthigatasampayuttam, asankharikam ekam
Una coscienza,
spontanea, accompagnata da indifferenza, legata a falsa visione
6.
Upekkha-sahagatam, ditthigatasampayuttam, sasankharikam ekam
Upekkha-sahagatam, ditthigatasampayuttam, sasankharikam ekam
Una coscienza,
indotta, accompagnata da indifferenza, legata a falsa visione
7.
Upekkha-sahagatam, ditthigatavippayuttam, asankharikam ekam
Upekkha-sahagatam, ditthigatavippayuttam, asankharikam ekam
Una coscienza,
spontanea, accompagnata da indifferenza, non legata a falsa visione
8.
Upekkha-sahagatam, ditthigatavippayuttam, sasankharikam ekan' ti
Upekkha-sahagatam, ditthigatavippayuttam, sasankharikam ekan' ti
Una coscienza,
indotta, accompagnata da indifferenza non legata a falsa visione
Imani attha'pi Lobhasahagatacittani nama
Questi erano gli otto tipi di coscienza
sono radicate nell'Attaccamento.
---
Due Coscienze radicate nell'Avversione o
Cattiva Volontà
9.
Domanassasahagatam, patighasampayuttam, asañkharikam ekam
Domanassasahagatam, patighasampayuttam, asañkharikam ekam
Una coscienza,
spontanea, accompagnata da dispiacere, legata a cattiva volontà
10.
Domanassasahagatam, patighasampayuttam, sasañkharikam ekan' ti
10.
Domanassasahagatam, patighasampayuttam, sasañkharikam ekan' ti
Una coscienza,
indotta, accompagnata da dispiacere, legata a cattiva volontà
Imani dve'pi Patighasampayuttacittani
nama.
Questi erano i due tipi di coscienza
sono legati a cattiva volontà o avversione.
---
Due Coscienze radicate nell'Illusione o
Ignoranza
11.
Upekkha-sahagatam, vicikiccha-sampayuttam ekam,
Upekkha-sahagatam, vicikiccha-sampayuttam ekam,
Una coscienza,
accompagnata da indifferenza e legata a dubbi
12.
Upekkha-sahagatam, uddhacca-sampayuttam ekan 'ti
Upekkha-sahagatam, uddhacca-sampayuttam ekan 'ti
Una coscienza,
accompagnata da indifferenza e legata ad irrequietezza.
Imani dve' pi Momuhacittani nama
Icce'vam sabbatha pi dvadasakusala-cittani samattani.
Icce'vam sabbatha pi dvadasakusala-cittani samattani.
Questi due tipi di coscienza sono radicati totalmente nell'Ignoranza.
Questi sono i dodici tipi di Coscienza Immorale.
Note:
8. Akusala, Kusala,
Vipaka, Kiriya:
Nella precedente sezione la coscienza è stata ampiamente
classificata in quattro tipi secondo i mondi dove si sperimenta. Per quanto
riguarda la sua natura si divide in quattro classi.
Alcuni tipi di coscienza sono immorali (akusala), perché nascono da attaccamento (lobha), avversione o cattiva volontà (patigha) ed ignoranza (moha).
I loro opposti sono i tipi di coscienza morale (kusala), perché sono radicati nel non-attaccamento o generosità (alobha), buona volontà (adosa) e saggezza (amoha).
I primi sono nocivi in quanto producono effetti indesiderati (anittha vipaka), questi ultimi sono positivi in quanto producono effetti desiderabili (ittha vipaka).
Sia le coscienze positive sia quelle nocive (kusala e akusala citta) costituiscono ciò che, in pali, è chiamato kamma. Questi tipi di coscienza che sorgono come risultati inevitabili di queste coscienze kusala e akusala sono chiamati vipaka citta, coscienze risultanti. Bisogna capire che sia kamma sia vipaka sono puramente mentali. Il quarto tipo di coscienza è chiamato kiriya che, in mancanza di un termine migliore, è reso con "karmicamente inefficace", "sterile" o "funzionale".
Alcuni tipi di coscienza sono immorali (akusala), perché nascono da attaccamento (lobha), avversione o cattiva volontà (patigha) ed ignoranza (moha).
I loro opposti sono i tipi di coscienza morale (kusala), perché sono radicati nel non-attaccamento o generosità (alobha), buona volontà (adosa) e saggezza (amoha).
I primi sono nocivi in quanto producono effetti indesiderati (anittha vipaka), questi ultimi sono positivi in quanto producono effetti desiderabili (ittha vipaka).
Sia le coscienze positive sia quelle nocive (kusala e akusala citta) costituiscono ciò che, in pali, è chiamato kamma. Questi tipi di coscienza che sorgono come risultati inevitabili di queste coscienze kusala e akusala sono chiamati vipaka citta, coscienze risultanti. Bisogna capire che sia kamma sia vipaka sono puramente mentali. Il quarto tipo di coscienza è chiamato kiriya che, in mancanza di un termine migliore, è reso con "karmicamente inefficace", "sterile" o "funzionale".
9. Le tre radici
(Mula):
Lobha, dosa e moha sono le tre radici del male. I loro opposti sono le radici del bene. Lobha dalla radice 'lubh', aggrapparsi, o attaccarsi ad un sé, è tradotto in genere come attaccamento / appropriazione. Alcuni la traducono con la parola 'avidità'.
L'attaccamento / appropriazione nasce, di regola, quando vi è contatto con un oggetto dei sensi desiderabile. Nel caso opposto, il contatto con un oggetto dei sensi non desiderabile, in genere, fa nascere l'avversione. In Pali questa avversione è detta dosa o patugha. Dosa deriva dalla radice 'dus', essere sgradevole. Patugha deriva da 'pati', contro e da 'gha', colpire, aver contatto. Parole equivalenti di patugha sono 'cattiva volontà' e 'odio'. Moha deriva da 'muh', illudere. E' illusione, stupidità, ignoranza, confusione. E' moha che oscura ed acceca la mente. Secondo l'Abhidhamma moha è comune a tutti i mali. Lobha e dosa non sorgono da sole, ma spesso in combinazione con moha.
Lobha, dosa e moha sono le tre radici del male. I loro opposti sono le radici del bene. Lobha dalla radice 'lubh', aggrapparsi, o attaccarsi ad un sé, è tradotto in genere come attaccamento / appropriazione. Alcuni la traducono con la parola 'avidità'.
L'attaccamento / appropriazione nasce, di regola, quando vi è contatto con un oggetto dei sensi desiderabile. Nel caso opposto, il contatto con un oggetto dei sensi non desiderabile, in genere, fa nascere l'avversione. In Pali questa avversione è detta dosa o patugha. Dosa deriva dalla radice 'dus', essere sgradevole. Patugha deriva da 'pati', contro e da 'gha', colpire, aver contatto. Parole equivalenti di patugha sono 'cattiva volontà' e 'odio'. Moha deriva da 'muh', illudere. E' illusione, stupidità, ignoranza, confusione. E' moha che oscura ed acceca la mente. Secondo l'Abhidhamma moha è comune a tutti i mali. Lobha e dosa non sorgono da sole, ma spesso in combinazione con moha.
Opposte a queste radici maligne o nocive sono le radici del
bene, kusala. Esse non indicano l'assenza della condizione di un certo male, ma
stanno a significare la presenza di condizioni benefiche e positive. Aloha non
significa solo 'non-attaccamento', ma anche 'generosità'. Così Adosa non vuol
dire solo 'non rabbia, non odio', ma anche 'buona volontà', benevolenza, amore
universale o gentilezza amorevole (metta). La stessa Amoha non significa solo
'non-ignoranza', ma anche saggezza o conoscenza (pañña).
10. Vedana o
Sensazione è uno stato mentale comune a tutti i tipi di coscienza.
Principalmente vi sono tre tipi di sensazione, e cioè:
somanassa (piacevole)
domanassa (non piacevole)
upekkha (indifferente, neutrale, equanimità o né piacevole né non piacevole).
somanassa (piacevole)
domanassa (non piacevole)
upekkha (indifferente, neutrale, equanimità o né piacevole né non piacevole).
A cui vanno aggiunti: dukkha (dolore fisico), sukha
(benessere fisico)
ci sono quindi complessivamente cinque tipi di sensazione.
Somanassa è un nome astratto formato da “su”, buono, e “mana”, mente. Letteralmente, il termine significa benessere mentale, come un sensazione piacevole.
Allo stesso modo domanassa (“du”, cattivo, e “mana”, mentale) significa malessere mentale, come una sensazione non piacevole.
Il terzo tipo di sensazione è neutro. E' usato il termine indifferenza nel suo uso comune, non nel senso di insensibilità. Il termine Sukha è composto da “su”, facile, e “kha”, portare, sopportare. Ciò che è facile da sopportare è sukha, come è la felicità. Dukkha (“du”, difficile), dolore, è ciò che è difficile sopportare. Entrambe queste sensazioni sono fisiche.
Somanassa è un nome astratto formato da “su”, buono, e “mana”, mente. Letteralmente, il termine significa benessere mentale, come un sensazione piacevole.
Allo stesso modo domanassa (“du”, cattivo, e “mana”, mentale) significa malessere mentale, come una sensazione non piacevole.
Il terzo tipo di sensazione è neutro. E' usato il termine indifferenza nel suo uso comune, non nel senso di insensibilità. Il termine Sukha è composto da “su”, facile, e “kha”, portare, sopportare. Ciò che è facile da sopportare è sukha, come è la felicità. Dukkha (“du”, difficile), dolore, è ciò che è difficile sopportare. Entrambe queste sensazioni sono fisiche.
Secondo l'Abhidhamma vi è un solo tipo di coscienza
accompagnato da dolore e uno accompagnato da felicità. Due sono legati ad una
sensazione non piacevole. Degli 89 tipi di coscienza, nei rimanenti 85 si trova
sia una sensazione piacevole sia una sensazione neutra.
Somanassa, domanassa e upekkha sono semplicemente mentali. Sukha e dukkha sono semplicemente fisiche. Questo è il motivo per cui non vi è upekkha nel caso del tatto che, secondo l'Abhidhamma, è sia piacevole sia doloroso.
Somanassa, domanassa e upekkha sono semplicemente mentali. Sukha e dukkha sono semplicemente fisiche. Questo è il motivo per cui non vi è upekkha nel caso del tatto che, secondo l'Abhidhamma, è sia piacevole sia doloroso.
11. Ditthi:
questo termine deriva dalla radice “dis”, vedere, percepire. Di solito è
tradotto come visione, credo, opinione, ecc. Quando è caratterizzato da
“samma”, significa retta visione o retto credo; quando è caratterizzato da
“miccha”, significa falsa visione o falso credo. Qui il termine è usato senza
alcuna qualificazione, nel senso di falsa visione.
12. Sankharika: questo è semplicemente un termine tecnico usato in un senso specifico nell'Abhidhamma. E' formato da “sam”, bene e dalla radice “kar”, fare, preparare, compiere.
Come dhamma, sankhara è anche un termine con molti significati. Il suo preciso significato bisogna capirlo in base al contesto.
Quando usato come uno dei cinque aggregati (pañcakkhanda) è riferito a tutti gli stati mentali, eccetto vedana e sañña. Nella coproduzione condizionata, paticca-samuppada è applicato a tutte le attività morali ed immorali, pensieri negativi e positivi. Quando sankhara viene usato per intendere ciò che è soggetto al cambiamento, alla sofferenza, ecc., è invariabilmente applicato a tutte le realtà condizionate.
In questo caso specifico il termine è usato con 'sa' = co-; a=a (come a privativa) Sa-sankharika (letteralmente, con uno sforzo), è ciò che è voluto, istigato, o indotto da noi stessi o da un altro. 'Asankharika' (letteralmente, senza sforzo) è quindi ciò che è fatto spontaneamente.
Se, per esempio, si compie un'azione, indotta o premeditata da noi stessi o da altri, allora è sa-sankharika. Se, al contrario, la si fa immediatamente senza alcuno stimolo esterno o interno, o senza una qualsiasi premeditazione, allora è asankharika.
12. Sankharika: questo è semplicemente un termine tecnico usato in un senso specifico nell'Abhidhamma. E' formato da “sam”, bene e dalla radice “kar”, fare, preparare, compiere.
Come dhamma, sankhara è anche un termine con molti significati. Il suo preciso significato bisogna capirlo in base al contesto.
Quando usato come uno dei cinque aggregati (pañcakkhanda) è riferito a tutti gli stati mentali, eccetto vedana e sañña. Nella coproduzione condizionata, paticca-samuppada è applicato a tutte le attività morali ed immorali, pensieri negativi e positivi. Quando sankhara viene usato per intendere ciò che è soggetto al cambiamento, alla sofferenza, ecc., è invariabilmente applicato a tutte le realtà condizionate.
In questo caso specifico il termine è usato con 'sa' = co-; a=a (come a privativa) Sa-sankharika (letteralmente, con uno sforzo), è ciò che è voluto, istigato, o indotto da noi stessi o da un altro. 'Asankharika' (letteralmente, senza sforzo) è quindi ciò che è fatto spontaneamente.
Se, per esempio, si compie un'azione, indotta o premeditata da noi stessi o da altri, allora è sa-sankharika. Se, al contrario, la si fa immediatamente senza alcuno stimolo esterno o interno, o senza una qualsiasi premeditazione, allora è asankharika.
13. Vicikiccha:
Questo è un termine etico-religioso. Il Commentario gli attribuisce due interpretazioni.
(1) Vici=vicinanto, cercare, indagare; - kicch, stancarsi, sforzarsi, essere angosciato. L'angoscia dovute al dubbio, a pensare cose incerte.
(2) Vi, privo + cikiccha, rimedio (della conoscenza). Ciò significa chi è privo dell'ausilio della conoscenza.
Entrambe queste interpretazioni indicano uno stato mentale perplesso ed indeciso.
Il Buddhismo non ostacola il ragionamento o l'investigazione al fine di comprendere la verità. E' la fede cieca che non viene appoggiata.
Questo è un termine etico-religioso. Il Commentario gli attribuisce due interpretazioni.
(1) Vici=vicinanto, cercare, indagare; - kicch, stancarsi, sforzarsi, essere angosciato. L'angoscia dovute al dubbio, a pensare cose incerte.
(2) Vi, privo + cikiccha, rimedio (della conoscenza). Ciò significa chi è privo dell'ausilio della conoscenza.
Entrambe queste interpretazioni indicano uno stato mentale perplesso ed indeciso.
Il Buddhismo non ostacola il ragionamento o l'investigazione al fine di comprendere la verità. E' la fede cieca che non viene appoggiata.
14. Uddhacca:
E' formato da “u”= sopra, oltre, e “dhu”, tremare, agitarsi. Letteralmente significa sovreccitazione o
travolgente. In questo ambito si intende uno stato mentale inquieto e confuso. E' l'opposto di unificazione. L'Atthasalini rende uddhacca come inquietudine, distrazione o confusione mentale.
E' formato da “u”= sopra, oltre, e “dhu”, tremare, agitarsi. Letteralmente significa sovreccitazione o
travolgente. In questo ambito si intende uno stato mentale inquieto e confuso. E' l'opposto di unificazione. L'Atthasalini rende uddhacca come inquietudine, distrazione o confusione mentale.
15. Kusala e Akusala:
Questa sezione tratta dei tipi di coscienza akusala. Akusala è l'opposto di kusala. L'Atthasalini fornisce il significato etimologico come segue:
(1) “ku”, cattivo, + radice “sal”, agitare, tremare, distruggere. Ciò che agita, distrugge le cose cattive e spregevoli è kusala.
(2) “kusa” + radice “lu”, tagliare. Kusa deriva da “ku”, cattivo, e radice di “si”, mentire. Una menzogna è kusa, vizio. Ciò che taglia, elimina il vizio.
(3) a. “ku”, male, cattivo, + “su”, ridurre, diminuire. Ciò che riduce o sradica il male è kusa, conoscenza o saggezza. Kusa, così derivato + radice “lu”, tagliare. Ciò che taglia il male tramite la saggezza è kusala.
b. Kusa, così derivata + radice “la”, prendere. Ciò che viene colto dalla saggezza è Kusala.
(4) Kusala elimina ogni parte del desiderio – quelle già sorte e quelle non sono ancora sorte.
Per quanto riguarda la connotazione del termine, l'Atthasalini afferma: "La parola Kusala significa 'salutare' (arogya), 'impeccabile' (anavajja), 'intelligente' (Ceka), 'che produce felici risultati' (sukha- vipaka) ".
Questa sezione tratta dei tipi di coscienza akusala. Akusala è l'opposto di kusala. L'Atthasalini fornisce il significato etimologico come segue:
(1) “ku”, cattivo, + radice “sal”, agitare, tremare, distruggere. Ciò che agita, distrugge le cose cattive e spregevoli è kusala.
(2) “kusa” + radice “lu”, tagliare. Kusa deriva da “ku”, cattivo, e radice di “si”, mentire. Una menzogna è kusa, vizio. Ciò che taglia, elimina il vizio.
(3) a. “ku”, male, cattivo, + “su”, ridurre, diminuire. Ciò che riduce o sradica il male è kusa, conoscenza o saggezza. Kusa, così derivato + radice “lu”, tagliare. Ciò che taglia il male tramite la saggezza è kusala.
b. Kusa, così derivata + radice “la”, prendere. Ciò che viene colto dalla saggezza è Kusala.
(4) Kusala elimina ogni parte del desiderio – quelle già sorte e quelle non sono ancora sorte.
Per quanto riguarda la connotazione del termine, l'Atthasalini afferma: "La parola Kusala significa 'salutare' (arogya), 'impeccabile' (anavajja), 'intelligente' (Ceka), 'che produce felici risultati' (sukha- vipaka) ".
Ad eccezione di 'intelligente' tutti gli altri tre
significati sono applicabili a Kusala. Kusala è salutare, nel senso di essere
libero da malattia fisica e mentale a causa delle passioni.
Kusala è impeccabile, nel senso di essere liberi dalla colpa o dal male causata dal desiderio.
Qui sukha-vipaka non significa necessariamente sensazione piacevole. E 'usato nel senso di leggerezza fisica e mentale, morbidezza, ecc.
L'Atthasalini inoltre afferma che kusala è usata nel senso di aver compiuto con saggezza (kosallasambhutatthena; kosallam vuccati pañña).
In base ai vari significati connessi al termine, si può dire che kusala possa essere interpretato come salutare o morale. Alcuni discepoli preferiscono il significato di 'abile', 'utile'.
Akusala, di conseguenza, significherebbe non salutare o immorale.
Kusala e Akusala corrispondono rispettivamente a bene/male, giusto/sbagliato.
Kusala è impeccabile, nel senso di essere liberi dalla colpa o dal male causata dal desiderio.
Qui sukha-vipaka non significa necessariamente sensazione piacevole. E 'usato nel senso di leggerezza fisica e mentale, morbidezza, ecc.
L'Atthasalini inoltre afferma che kusala è usata nel senso di aver compiuto con saggezza (kosallasambhutatthena; kosallam vuccati pañña).
In base ai vari significati connessi al termine, si può dire che kusala possa essere interpretato come salutare o morale. Alcuni discepoli preferiscono il significato di 'abile', 'utile'.
Akusala, di conseguenza, significherebbe non salutare o immorale.
Kusala e Akusala corrispondono rispettivamente a bene/male, giusto/sbagliato.
16. Come possiamo valutare se un'azione è kusala o akusala?
Qual è il criterio di moralità? In breve ciò che è collegato con le tre radici
del male è akusala. Ciò che è collegato con le tre radici del bene è Kusala.
Come un seme gettato in una terra fertile, prima o poi, germina e fruttifica,
secondo la sua natura intrinseca, così anche le azioni kusala ed akusala
producono i loro effetti, desiderabili e indesiderabili. Essi sono chiamati
vipaka.
17. Kiriya o Kriya, letteralmente significa “azione”.
Qui Kiriya è usato nel senso di un'azione inefficace. Il
Kamma è causalmente efficace. Kiriya è causalmente inefficace. Le buone azioni
dei Buddha e degli Arahat sono chiamate kiriya perché il kamma non viene da
loro accumulato in quanto sono oltre il bene ed il male. Nell'Abhidhamma vipaka
e kiriya sono collettivamente chiamati avyakata (indeterminato), ciò che non si
manifesta come effetto. Il primo è avyakata, perché è di per sé un effetto, il
secondo perché non produce un effetto.
ESEMPI ILLUSTRATIVI PER I DODICI TIPI DIFFERENTI DI
COSCIENZA IMMORALE:
18. Attaccamento
(1.) Per proprio piacere un ragazzo ruba una mela, non vedendo nessun male.
(2.) Indotto da un amico, un ragazzo ruba una mela per proprio piacere, non vedendo nessun male. (3.) (4.) La stessa illustrazione serve per il terzo e quarto tipo di coscienza con la differenza che il furto viene fatto senza una falsa visione. (5.) (6.) (7.) (8.) I restanti quattro tipi di coscienza sono simili al precedente con la differenza che il furto è fatto con una sensazione neutra.
Cattiva volontà o avversione
(9) Per odio si uccide un altro senza alcuna premeditazione.
(10) Per odio si uccide un altro con premeditazione.
19. Uccidere: secondo l'Abhidhamma uccidere è senza dubbio un'azione fatta con cattiva volontà o avversione. Indotto da un qualsiasi motivo, in genere, si uccide con un pensiero di cattiva volontà. Dove vi è cattiva volontà (patigha) vi è dispiacere, sofferenza (domanassa). Dove vi è sofferenza vi è cattiva volontà in un modo sottile o grave.
Immaginiamo, per esempio, un bambino, incapace di discriminare tra bene e male, per gioco uccide una formica. Egli non sa di aver commesso l'azione nociva dell'uccidere. Sta solo giocando. Ora, prova qualche avversione verso la formica? Vi è odio o avversione in questo caso? E' difficile dirlo.
Che tipo di coscienza fa esperienza in quel momento? Non può essere del IX o del X tipo perché agisce innocentemente con gioia, giocando con l'oggetto. Potrebbe essere il terzo tipo di coscienza radicata nell'attaccamento, "lobha"?
Quando un adulto uccide per divertimento si verifica il IX ed il X tipo di coscienza. Vi è un'intenzione cattiva al momento dell'uccisione.
Riguardo alla vivisezione? Uno scienziato può vivisezionare senza il minimo rimorso. Il suo scopo principale può essere un'indagine scientifica per alleviare future sofferenze. Eppure, c'è il pensiero di uccidere.
(1.) Per proprio piacere un ragazzo ruba una mela, non vedendo nessun male.
(2.) Indotto da un amico, un ragazzo ruba una mela per proprio piacere, non vedendo nessun male. (3.) (4.) La stessa illustrazione serve per il terzo e quarto tipo di coscienza con la differenza che il furto viene fatto senza una falsa visione. (5.) (6.) (7.) (8.) I restanti quattro tipi di coscienza sono simili al precedente con la differenza che il furto è fatto con una sensazione neutra.
Cattiva volontà o avversione
(9) Per odio si uccide un altro senza alcuna premeditazione.
(10) Per odio si uccide un altro con premeditazione.
19. Uccidere: secondo l'Abhidhamma uccidere è senza dubbio un'azione fatta con cattiva volontà o avversione. Indotto da un qualsiasi motivo, in genere, si uccide con un pensiero di cattiva volontà. Dove vi è cattiva volontà (patigha) vi è dispiacere, sofferenza (domanassa). Dove vi è sofferenza vi è cattiva volontà in un modo sottile o grave.
Immaginiamo, per esempio, un bambino, incapace di discriminare tra bene e male, per gioco uccide una formica. Egli non sa di aver commesso l'azione nociva dell'uccidere. Sta solo giocando. Ora, prova qualche avversione verso la formica? Vi è odio o avversione in questo caso? E' difficile dirlo.
Che tipo di coscienza fa esperienza in quel momento? Non può essere del IX o del X tipo perché agisce innocentemente con gioia, giocando con l'oggetto. Potrebbe essere il terzo tipo di coscienza radicata nell'attaccamento, "lobha"?
Quando un adulto uccide per divertimento si verifica il IX ed il X tipo di coscienza. Vi è un'intenzione cattiva al momento dell'uccisione.
Riguardo alla vivisezione? Uno scienziato può vivisezionare senza il minimo rimorso. Il suo scopo principale può essere un'indagine scientifica per alleviare future sofferenze. Eppure, c'è il pensiero di uccidere.
Si fa esperienza di cattiva volontà, quando si uccide un
animale ferito, con l'obiettivo di porre fine alla sua sofferenza? Mossi da
compassione, si può agire in questo modo, eppure non vi è cattiva volontà al
momento di uccidere, perché vi è un certo tipo di avversione verso l'oggetto.
Se tale azione è moralmente giustificabile, vale la stessa cosa anche per
pazienti affetti da gravi malattie croniche incurabili?
Come affermato in precedenza, vi è cattiva volontà dove c'è sofferenza.
Quando, per esempio, si soffre per aver fallito un esame, si dimora nella cattiva volontà in quel momento? Se si riflette sul significato del termine patigha, la risposta sarà chiara. Senza dubbio vi è un genere di sottile avversione per le notizie spiacevoli. E' lo stesso nel caso di una persona che piange per la morte di una persona cara, perché è un evento sgradito. Gli Anagami e gli Arahant non potranno mai provare dispiacere, né angoscia, perché hanno sradicato patigha o dosa (odio o cattiva volontà).
Grande fu il lamento del Venerabile Ananda, che era un Sotapanna, sulla scomparsa del Buddha, ma gli Arahant e gli Anagami come il Ven. Kassapa e Anuruddha, praticarono la perfetta equanimità senza versare una lacrima.
Come affermato in precedenza, vi è cattiva volontà dove c'è sofferenza.
Quando, per esempio, si soffre per aver fallito un esame, si dimora nella cattiva volontà in quel momento? Se si riflette sul significato del termine patigha, la risposta sarà chiara. Senza dubbio vi è un genere di sottile avversione per le notizie spiacevoli. E' lo stesso nel caso di una persona che piange per la morte di una persona cara, perché è un evento sgradito. Gli Anagami e gli Arahant non potranno mai provare dispiacere, né angoscia, perché hanno sradicato patigha o dosa (odio o cattiva volontà).
Grande fu il lamento del Venerabile Ananda, che era un Sotapanna, sulla scomparsa del Buddha, ma gli Arahant e gli Anagami come il Ven. Kassapa e Anuruddha, praticarono la perfetta equanimità senza versare una lacrima.
20. Ignoranza
(11) Una persona dubita dell'esistenza del Buddha, o dell'efficacia del Dhamma, a causa della sua stupidità.
(12) Una persona è distratta mentalmente, incapace di concentrarsi su un oggetto.
Questi due tipi di coscienza sono deboli, dovuti alla stupidità o all'ottusità mentale, la sensazione associata è né piacevole né non piacevole, ma neutra.
(11) Una persona dubita dell'esistenza del Buddha, o dell'efficacia del Dhamma, a causa della sua stupidità.
(12) Una persona è distratta mentalmente, incapace di concentrarsi su un oggetto.
Questi due tipi di coscienza sono deboli, dovuti alla stupidità o all'ottusità mentale, la sensazione associata è né piacevole né non piacevole, ma neutra.
21. I dieci tipi di akusala (cattivi) in relazione ai dodici
tipi di coscienze immorali.
Ci sono dieci tipi di male commesso attraverso l'azione, la parola ed il pensiero.
Ci sono dieci tipi di male commesso attraverso l'azione, la parola ed il pensiero.
AZIONE – (1) Uccidere (panatipata), (2) Rubare (adinnadana),
(3) Condotta sessuale illecita (kamesu-micchacara).
PAROLA – (4) Mentire (musavada), (5) Calunniare (pisuna-vaca),
(6) Parola offensiva (pharusa-vaca), (7) Vane chiacchiere (samphappalapa).
PENSIERO – (8) Avidità (abhijjha), (9) Odio (vyapada) e
Falsa visione o teoria (miccha-ditthi).
Tutte queste akusala sono commesse dai dodici tipi di
coscienze immorali prima menzionate.
L'azione dell'uccidere è, in genere, compiuta dai IX e X tipi di coscienza. L'azione del rubare è generalmente compiuta con i primi otto tipi di coscienza.
La condotta sessuale illecita è commessa con i primi otto tipi di coscienza.
Il furto può anche essere commesso con un pensiero d'odio.
In tal caso vi è la possibilità di rubare con il IX ed il X tipo di coscienza.
Mentire può essere eseguito con i primi dieci tipi di coscienza; cioè il calunniare. Le parole offensive sono dette con il IX ed il X tipo di coscienza. Le chiacchiere vane sono opera del IX e del X tipo di coscienza. L'avidità nasce dai primi otto tipi di coscienza. L'odio nasce dal IX e dal X tipo di coscienza. Le false visioni o teorie nascono dal I, dal II, dal V e dal VI.
L'azione dell'uccidere è, in genere, compiuta dai IX e X tipi di coscienza. L'azione del rubare è generalmente compiuta con i primi otto tipi di coscienza.
La condotta sessuale illecita è commessa con i primi otto tipi di coscienza.
Il furto può anche essere commesso con un pensiero d'odio.
In tal caso vi è la possibilità di rubare con il IX ed il X tipo di coscienza.
Mentire può essere eseguito con i primi dieci tipi di coscienza; cioè il calunniare. Le parole offensive sono dette con il IX ed il X tipo di coscienza. Le chiacchiere vane sono opera del IX e del X tipo di coscienza. L'avidità nasce dai primi otto tipi di coscienza. L'odio nasce dal IX e dal X tipo di coscienza. Le false visioni o teorie nascono dal I, dal II, dal V e dal VI.
22. Sradicamento delle Coscienze Immorali con le quattro
classi dei discepoli Arya.
Un Sotapanna (Colui che è entrato nella Corrente) sradica il I, II, V, VI ed XI tipo di coscienza in quanto ha già distrutto le due Catene samyojana-sakkaya-ditthi (Illusione di un sé) e vicikiccha (Dubbio).
Un Sakadagami (Colui che ritorna una sola volta), avendo raggiunto la seconda fase della condizione di Arahant, indebolisce le potenzialità del IX e X tipo di coscienza, Perché ha solo attenuato le due Catene: kamaraga (desiderio dei sensi) e patigha (odio).
Un Anagami (Colui che non ritorna), avendo raggiunto il terzo stadio della condizione di Arahant, sradica questi due tipi di coscienza in quanto ha completamente distrutto le sopracitate due Catene.
Un Arahant non fa nascere nessuna delle dodici coscienze immorali in quanto ha sradicato le rimanenti cinque catene, e cioè: ruparaga (Attaccamento ai rupa jhana, assorbimenti materiali e alle Sfere della Forma o Materia), aruparaga (Attaccamento ai arupa jhana, assorbimenti non materiali e alle Sfere della Non Forma o Immateriali), mana (presunzione), uddhacca (agitazione) ed avijjia (non attitudine o ignoranza).
Un Sotapanna (Colui che è entrato nella Corrente) sradica il I, II, V, VI ed XI tipo di coscienza in quanto ha già distrutto le due Catene samyojana-sakkaya-ditthi (Illusione di un sé) e vicikiccha (Dubbio).
Un Sakadagami (Colui che ritorna una sola volta), avendo raggiunto la seconda fase della condizione di Arahant, indebolisce le potenzialità del IX e X tipo di coscienza, Perché ha solo attenuato le due Catene: kamaraga (desiderio dei sensi) e patigha (odio).
Un Anagami (Colui che non ritorna), avendo raggiunto il terzo stadio della condizione di Arahant, sradica questi due tipi di coscienza in quanto ha completamente distrutto le sopracitate due Catene.
Un Arahant non fa nascere nessuna delle dodici coscienze immorali in quanto ha sradicato le rimanenti cinque catene, e cioè: ruparaga (Attaccamento ai rupa jhana, assorbimenti materiali e alle Sfere della Forma o Materia), aruparaga (Attaccamento ai arupa jhana, assorbimenti non materiali e alle Sfere della Non Forma o Immateriali), mana (presunzione), uddhacca (agitazione) ed avijjia (non attitudine o ignoranza).
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