martedì 29 aprile 2014

Solo dentro di te capirai il Dhamma

Domanda.
Che si può dire degli altri metodi di pratica? Di questi tempi sembra esserci una quantita’ di maestri e di sistemi di meditazione, questo confonde le idee.

Risposta.
E’ come entrare in città. Si può venire da nord, da sud-est, da molte vie. Spesso i sistemi sono diversi solo esteriormente. Che cammini in una direzione o in un’altra, velocemente o lentamente, se lo fai con presenza mentale, non c’e’ nessuna differenza. C’e’ un unico punto essenziale a cui in un modo o in un altro tutte le pratiche valide devono arrivare e cioè il non attaccamento. Alla fine, tutti i sistemi vanno abbandonati. Ne’ si può continuare a dipendere dal maestro.

lunedì 28 aprile 2014

Imparare dall'amore

Ieri sera son tornato a casa facendo jogging, non è una gran notizia lo so, ma la faccenda è un'altra;
a un certo punto, lungo l'itinerario, nei giardinetti che ci sono a Milano in zona Pagano mi ha colpito una cosa...su una panchina vedo due ragazzi, un lui e una lei; se ne stavano seduti di fronte, rannicchiati uno contro l'altra come solo i ragazzi sono capaci di fare, vicini, stretti, come se il mondo stesse tutto in quel groviglio di mani, gambe, dita, respiri.
Lui le teneva la testa tra le mani, mentre lei gli parlava fitto fitto,

venerdì 18 aprile 2014

Le catene della mente

Quello che segue è un estratto da un discorso di A. Sucitto.
Il tema che vorrei sottoporre alla vostra attenzione, grazie a questo estratto, riguarda un processo molto sottile e un pochino perfido che avviene a livello mentale e che indebolisce la qualità della nostra pratica come quella della nostra vita. Poichè questo processo, ovviamente, si verifica anche nella nostra quotidianità è, a mio avviso, di grande importanza individuarlo e conoscerlo. Riguarda il senso di sfiducia in se stessi, di inadeguatezza, di limitatezza quando svolgiamo una qualsiasi attività. Come sempre la pratica meditativa ci consente di gettare il nostro sguardo su quegli aspetti profondi e sottili dei processi con cui si costruisce la nostra relazione col mondo. Buona lettura....

giovedì 17 aprile 2014

L'arciere

Observe the ‘Archer’ Bhante Sujiva 2013.
Scritta dopo una visita a 'bodyworks'

The mind fixed in concentration to the target,
All bodily systems and tissues were held in position,
The hands, the legs, the body and most of all the arms and the eyes,
Many parts of the action known, many other parts unknown,
All forces moving, meeting at a point,
A rocket shooting to the moon,
All in a moment of time.


venerdì 11 aprile 2014

Samatha e vipassana

Domanda:
..hai detto che samatha e vipassana, cioe’ concentrazione e visione profonda, sono la stessa cosa. Puoi spiegarti meglio?
Risposta:
...è semplicissimo. Concentrazione e visione profonda operano di concerto, all’inizio la mente diventa tranquilla fissandosi su un oggetto di meditazione, si calma quando ti siedi con gli occhi chiusi. Questo è samatha, quella base di samadhi da cui alla fine emerge la saggezza, o vipassana. A quel punto la mente e’ calma, sia se stai seduto con gli occhi chiusi, sia se cammini per una citta’ affollata. Si tratta di questo. Una volta eri un bambino, ora sei un adulto. Il bambino e l’adulto sono la stessa persona? Da un certo punto di vista sì, ma si puo’ dire anche che siano diversi. Allo stesso modo samatha e vipassana si possono anche considerare distinte.
Oppure è come per il cibo e le feci, cibo e feci si possono considerare la stessa cosa o due cose distinte, ma non credere a quello che dico io, pratica e scoprilo di persona.
Non serve niente di speciale. se indaghi su come nascono la concentrazione e la saggezza capirai da solo qual è’ la verità’. Di questi tempi la gente si fissa sulle parole, dice di praticare la vipassana e trascura samatha. Oppure dice di praticare samatha e che e’ indispensabile che samatha venga prima della vipassana. Tutto questo è sciocco. Comincia a praticare, vedrai da te.

giovedì 10 aprile 2014

Non cercare di arrivare

Domanda:
.....mi sto impegnando molto nella pratica, ma sembra che non porti da nessuna parte.
Risposta:
...questo e’ molto importante. Nella pratica, non cercare di arrivare da qualche parte. Lo stesso desiderio di essere libero o illuminato sara’ ciò che ti impedisce di liberarti. Puoi sforzarti quanto vuoi, praticare ardentemente giorno e notte, ma se lo fai avendo ancora in mente questo desiderio di arrivare, non troverai mai la pace. L’energia di questo desiderio sara’ fonte di dubbio e irrequietezza. A prescindere dal tempo e dallo sforzo che dedichi alla pratica, la saggezza non nasce dal desiderio. Perciò, semplicemente, molla la presa. Osserva la mente e il corpo con attenzione senza cercare di ottenere nulla. Non attaccarti nemmeno alla pratica dell’illuminazione.

mercoledì 9 aprile 2014

Non credere

"Non credere in qualcosa perché è scritta nei libri. Non credere in qualcosa perché è stata praticata da generazioni o diventa una tradizione o parte di una cultura. Non credere in qualcosa, perché una dottrina dice che è così. Non credere in qualcosa credendo che sia ispirata da un dio

Non credere in qualcosa che ti dice un insegnante. Non credere in qualcosa, perché le autorità dicono che è così

Non credere a dicerie, voci, opinioni speculative, o perché è nel senso comune. Accetta come assolutamente vero solo ciò che è lodato dai saggi e che provi tu in prima persona e che sperimenti come essere buono per te e per gli altri. "

(Anguttara Nikaya 3.65)

giovedì 3 aprile 2014

Cenni sull’oggetto di meditazione in vipassana

All’inizio della pratica meditativa, il praticante riceve o viene istruito a seguire un oggetto di meditazione. Una buona immagine ci viene fornita dal modo in cui esso viene chiamato in lingua Pali
cioè 'kammatthana', che letteralmente significa “luogo di lavoro/attività”, esso è il “terreno” per la coltivazione degli stati mentali della concentrazione e della visione profonda.
In genere rappresenta il fenomeno, o processo principale, su cui dirigiamo la nostra attenzione e verso il quale ricondurremo ogni volta il focus della nostra ossevazione; per convenzione ci riferiremo ad esso come 'oggetto primario'.
Durante l’attività di osservazione altri fenomeni si presentano alla nostra attenzione: questi, sempre per convezione costituiscono l'insieme degli 'oggetti secondari'.

mercoledì 2 aprile 2014

La nota mentale in meditazione vipassana

Brevi cenni sulla “nota mentale” e il suo utilizzo

Si tratta di un metodo utilizzato nel sistema integrato di tecniche meditative della scuola birmana che ha in Mahasi Sayadaw il suo fondatore. Conosciuta anche come:
'notare e nominare/etichettare' o in inglese 'mental noting and labelling' 
In pratica si tratta di esprimere mentalmente una parola che descrive ciò che viene sperimentato nel corpo o nella mente nel momento presente.