mercoledì 16 settembre 2020

Spiritualità questa Sconosciuta

C'è qualcosa nella parola Spiritualità di misterioso che mette inquietudine, come una specie di spaesamento, come se il termine aprisse un portale su un ambiente misterioso, poco frequentato, dai confini incerti, in cui affiorano contraddizioni e paradossi che scardinano certezze e ci fanno sentire in qualche modo scomodi. 

Eppure chi pratica meditazione si trova spesso a fare i conti con questa parola e con tutto ciò che ognuno di noi intende per Spiritualità. Cosa intendiamo con questo termine? Quali territori concettuali frequentiamo grazie ad essa. Per alcune persone, penso che la parola sia un eufemismo per ciò che ha a che fare con la religione, la interpretano come una parola in codice per riferirsi alle proprie convinzioni su Dio o entità superiori, magari per dire agli altri cosa è meglio fare per evitare una caduta in disgrazia o nel peccato.

domenica 12 aprile 2020

Abhidhamma nella vita quotidiana. Capitolo 5 - Le diverse gradazioni del lobha la brama o cupidigia



Proseguiamo con il 5° capitolo di Abhidhamma nella Vita Quotidiana di Nina Van Gorkom. Nel capitolo vengono esposte le diverse gradazioni della cupidigia o brama (lobha), uno dei cosiddetti tre veleni o 3 influssi negativi nei quali si radicano tutti gli altri, e di come la brama influenza e si manifesta nei nostri stati di coscienza  .

L'Abhidhamma è il terzo dei canestri (raccolte) del Canone Buddhista ed è un’esposizione dettagliata di tutte le realtà, costituisce una risorsa fondamentale per comprendere appieno la visione buddhista della mente e della realtà.


CAPITOLO V

 Le diverse gradazioni del lobha

Il lobha o cupidigia conduce alla sofferenza: se veramente ce ne rendiamo conto, desideriamo estirparlo. Non si può tuttavia eliminarlo tutto a un tratto: si può sopprimerlo per qualche tempo, ma ricomparirà non appena ci saranno le condizioni adatte a farlo sorgere. Anche se sappiamo che il lobha porta sofferenza, è fatale che esso continui a sorgere. C’è però un modo per eliminarlo alla radice: esso può essere distrutto dalla saggezza che vede le cose così come sono.
Studiare il citta più in dettaglio ci può aiutare a conoscere noi stessi. Dovremmo analizzare non solo il lobha grossolano, ma anche le gradazioni più sottili del lobha.
Il seguente Sutta del Saṃyuttanikāya dà un esempio di un lobha molto sottile:

'Un tempo un certo monaco dimorava fra i Kosala in una macchia della foresta. Una volta il monaco, dopo aver mangiato ed essere tornato dalla questua, si tuffò in un laghetto e annusò un loto rosso. Allora una divinità che abitava in quella macchia, provando compassione per quel monaco, desiderando il suo bene e volendo suscitare in lui un senso di urgenza per la pratica, gli si avvicinò e si rivolse a lui con questa strofa:

domenica 29 marzo 2020

Damocle Fenice o Idra?

Stiamo vivendo un momento molto complicato, mentre tutte le nostre abitudini sono state interrotte da una emergenza virale e globale, nuova e sconosciuta. Ci troviamo improvvisamente estraniati dalle nostre abitudini, auto-isolati all'interno delle nostre comunità e abbiamo la necessità di elaborare risposte proficue per noi stessi ed efficaci nelle nostre relazioni con il mondo intorno a noi.

L'idea comune e un poco illusoria che ci induce a rincorrere e ricercare la felicità e il benessere, quell’istinto vitale e primordiale che ci spinge a proteggerci dal pericolo e da qualsiasi cosa che possa turbare le nostre aspettative è un aspetto del nostro comportamento di cui sarebbe bene occuparci, perchè in realtà potrebbe indebolire le nostre potenzialità di rispondere in modo integrato agli eventi con cui ci confrontiamo. L’idea che la vita debba riservare principalmente cose "buone", che qualsiasi sfida o difficoltà che affrontiamo sia un malaugurato evento o uno scherzo del destino 'cinico e baro' non è poi così funzionale, se ci pensiamo bene.

domenica 15 marzo 2020

Cerca la bellezza nel mondo

Cerca la bellezza nel mondo...
cercala in ogni istante... 
in un tramonto,
in un fiore,
in un giorno qualunque,
non lasciare che il tuo sguardo sia vago
trascurato e disattento, altrimenti 
è solo tempo che passa mentre tu non te ne accorgi   

Cerca la bellezza nel mondo...
perchè fugge via veloce
non resta che per pochi momenti
solo quando la cerchi,
solo quando sei pronto e aperto nelle tue intenzioni,
solo se sei pronto ad accogliere la meraviglia e lo stupore
e non ti basta il conosciuto, altrimenti

giovedì 23 gennaio 2020

Come ghiaccio che galleggia sull'acqua


…senza pensarci troppo
senza sentire troppo poco
con tutta la forza creativa che abbiamo
con il potere dell’intenzione consapevole
buon viaggio…


     Agañña Sutta – Sulla conoscenza delle origini
                                        Digha Nikaya 27

 … alcuni esseri nel trapassare sono rinati in questo mondo. In questo mondo essi dimorano, fatti solo di mente, nutriti di gioia, splendenti di propria luce, fluttuanti nell’aria, gloriosi, poi un essere molto avido disse: “Cos’è questo?” – ed assaggiò con le dita la terra colma di sapori. Così facendo, fu preda del gusto, e la brama sorse in lui. Poi altri esseri, imitando il gesto di quell’essere, assaggiarono anche loro con le dita la terra colma di sapori. Così anche loro diventarono preda del gusto, e la brama sorse in loro. Così iniziarono a nutrirsi di pezzi di terra con le loro mani. Il risultato di questa azione fu che persero la facoltà di emettere luce, la luna ed il sole apparvero, così come il giorno e la notte, i mesi e le settimane, gli anni e le stagioni. Da quell’estensione il mondo si rigenerò..

…quegli esseri continuarono a banchettare su questa terra colma di sapori per un lungo lasso di tempo, nutrendosi e cibandosi di essa. Così facendo, i loro corpi divennero grossolani, e una differenza di aspetto si sviluppò fra di loro. Alcuni esseri divennero di bell’aspetto, altri di brutto aspetto. E quelli di bell’aspetto disprezzavano gli altri, dicendo: “Noi siamo più belli degli altri.” Così divennero arroganti e vanitosi, tanto che la terra colma di sapori scomparve. A questo evento si disperarono lamentandosi: “Oh, quel sapore! Oh, quel sapore!”. Perciò quando oggi le persone dicono: “Oh, quel sapore!”, nel gustare qualcosa di buono, stanno ripetendo una primordiale frase senza capirne il senso…
                                                                       
Questo breve brano estratto dall’Aganna Sutta mi sembra appropriato per introdurre questo articolo sulla pratica della presenza mentale. Vi è una domanda che può costituire una attività di indagine sistematica su noi stessi sulla quale vale la pena soffermarsi più spesso di quanto non facciamo: “Chi o cosa sono?”