mercoledì 16 settembre 2020

Spiritualità questa Sconosciuta

C'è qualcosa nella parola Spiritualità di misterioso che mette inquietudine, come una specie di spaesamento, come se il termine aprisse un portale su un ambiente misterioso, poco frequentato, dai confini incerti, in cui affiorano contraddizioni e paradossi che scardinano certezze e ci fanno sentire in qualche modo scomodi. 

Eppure chi pratica meditazione si trova spesso a fare i conti con questa parola e con tutto ciò che ognuno di noi intende per Spiritualità. Cosa intendiamo con questo termine? Quali territori concettuali frequentiamo grazie ad essa. Per alcune persone, penso che la parola sia un eufemismo per ciò che ha a che fare con la religione, la interpretano come una parola in codice per riferirsi alle proprie convinzioni su Dio o entità superiori, magari per dire agli altri cosa è meglio fare per evitare una caduta in disgrazia o nel peccato.


Altri invece la usano per suggerire che non sono guidati esclusivamente da bisogni materiali o non sono egocentrici. Quando qualcuno dice: "Sono spirituale, ma non religioso", trasmette la sensazione di essere collegato a qualcosa di più grande, in questo caso spesso manca, in genere, la propensione al proselitismo. 

Quante volte però, quando si chiede a qualcuno di spiegare cosa significa per lui Spiritualità, si ottengono risposte un poco vaghe e incerte, di nuovo, come se si aprisse una porta su un territorio misterioso. Forse è la parola, il concetto in sé che manca di una definizione reale, forse non esiste una sola definizione per un contesto concettuale così vasto.  

Proviamo a trovare qualche spunto. La definizione più semplice di Spiritualità è che si riferisce a una visione del mondo che abbraccia le infinite possibilità di come la vita può esprimersi. Ognuno di noi ha un ruolo nell'esprimere quelle infinite possibilità; ognuno di noi è un aspetto unico della comunità umana. La Spiritualità lo riconosce e richiede di vedere ogni persona come un'estensione dell'impulso della vita ad esprimersi in modi nuovi e imprevisti. Fondamentalmente quindi, la Spiritualità ci chiede di vederci l'un l'altro come simili e, allo stesso tempo, come singolarmente diversi. Richiede di accettare le nostre differenze come emanate dallo stesso impulso condiviso della vita a fiorire in modi nuovi.
Per realizzare questa visione, dobbiamo abbracciare le contraddizioni e gli innumerevoli paradossi che incontriamo. Ecco perché la Spiritualità non è una religione che, nella sua forma più rigida, stabilisce una serie di principi che separano il bene dal male, per poi stabilire la conformità morale. La Spiritualità riguarda il rapportarsi alla vita in un modo che abbraccia i paradossi e le contraddizioni inerenti alla condizione umana. Ci chiede di mantenere allo stesso tempo punti di vista contrastanti sulla natura della realtà, senza cercare di risolvere la loro intrinseca contraddizione. Il percorso spirituale abbraccia e integra la contraddizione e il paradosso, non la conformità.

Prendiamo, ad esempio, il nostro rapporto con il tempo. Riflettere sulla vita da una prospettiva spirituale significa che dobbiamo affrontare, l’invecchiamento, la sofferenza, la morte. Dobbiamo accettare che tutti invecchiamo e che il nostro corpo fisico decade e che il nostro tempo su questo pianeta è limitato.
Però la Spiritualità ci ricorda anche che l'unico momento del tempo che sperimentiamo davvero è il momento presente. Quanti di noi hanno sentito quella perla di saggezza spirituale che la realtà vera si trova quando rimaniamo nel momento presente? Sappiamo che quando siamo preoccupati per il passato, possiamo provare rimpianto e quando abbiamo paura del futuro sperimentiamo ansia e preoccupazione. Non possiamo tornare nel passato o saltare al futuro: le nostre riflessioni sul passato e le fantasie sul futuro sono solo nostre proiezioni mentali che si svolgono nel momento presente.
La Spiritualità ci chiede di rapportarci alla vita sia come se il tempo fosse lineare, con un inizio e una fine, e anche come se il tempo non esistesse, per riconoscere che non è altro che un momento presente dopo l'altro. Non possiamo sfuggire al passare del tempo, eppure siamo sempre e solo nel momento presente, se ne siamo consapevoli.

Un altro paradosso si svolge nei nostri rapporti reciproci. Tutti noi concepiamo noi stessi come completamente separati gli uni dagli altri. Abitiamo corpi separati, menti separate, ognuno di noi è un essere umano unico e discreto. Però nessuno di noi potrebbe facilmente esistere separatamente. Siamo stati portati in questo mondo tramite un altro essere umano e le nostre vite sono dipese fondamentalmente dalle conseguenti connessioni reciproche. Non siamo mai veramente separati, occupiamo solo il tempo e lo spazio in modi diversi, ognuno di noi vive insieme, a volte all'unisono, a volte in conflitto, nella maggioranza dei casi nella più semplice indifferenza.
La Spiritualità ci chiede di considerare ciascuna di queste posizioni come ugualmente valida e preziosa: siamo esseri unici, con vite uniche, desiderosi di esprimere la verità di chi siamo e allo stesso tempo, non siamo mai separati, mai disconnessi, anche quando sembriamo essere isolati. Esistiamo solo dentro e attraverso l'altro: lavorando per nutrire i nostri corpi fisici, formando famiglie, amicizie, comunità e società.
Siamo tutti diversi, con identità, preferenze, lingue, storie, speranze e sogni differenti. Però in questa particellare diversità condividiamo tutti gli stessi problemi e desideri fondamentali; desideriamo appartenere a qualcuno o a qualcosa, vogliamo sentirci amati, desideriamo credere di essere degni. Occupiamo corpi diversi, con volti e identità uniche, ma condividiamo tutti il desiderio di diventare la piena espressione di ciò che crediamo di essere. Vogliamo tutti conoscere il nostro scopo e sentire che siamo importanti.

Un altro significato fondamentale della Spiritualità, forse, è che ognuno di noi rappresenta qualcosa che si esprime all’interno di qualcosa di più grande. La parola spirituale cattura quel significato ineffabile e indefinibile che ci racconta, in fondo, che ognuno di noi è una piccola parte di tutto il resto dell'umanità. La Spiritualità ci incoraggia ad abbracciare le nostre numerose differenze come espressione della nostra comune umanità. 

La Spiritualità è invece l'arte di accogliere, esaminare, integrare, senza aggrapparsi alle formulazioni mentali e alle credenze che usiamo per cercare di semplificare e organizzare la nostra esperienza umana. Cerchiamo costantemente di rendere la vita meno disordinata riducendo tutto a paradigmi ripetibili e regole rassicuranti, mentre tutto quanto diventa meno disordinato quanto meno cerchiamo di controllarlo.
Ad esempio, gli esseri umani si valutano e si giudicano costantemente a vicenda, ponendosi a vicenda su scale di valori interiorizzate e personali. La Spiritualità ci chiede di sospendere quell'esercizio di giudizio e di abbracciare la nostra diversità umana, per considerarci ugualmente preziosi e degni di tutto ciò che la vita ha da offrire. Non dobbiamo amare tutti allo stesso modo (sarebbe davvero complicato), ma solo accettare che i nostri giudizi personali non abbiano nulla a che vedere con la dignità di ogni essere umano.

Se un approccio alla vita convenzionale o religioso è ridurre la complessità muovendosi verso il conformismo, il percorso spirituale ci chiede di abbracciare la complessità di una serie di paradossi e di vivere al loro incrocio.
In termini più semplici, la Spiritualità ci chiede di guardarci l'un l'altro con curiosità e meraviglia. La curiosità ce l’abbiamo tutti, rinnovarla ad ogni istante significa reggere la fiaccola che disperde i territori misteriosi che la Spiritualità dischiude.
Alè!

2 commenti:

  1. Ciao Giancarlo, grazie per le tue parole, piene di stimoli di diversa natura. Tra i tanti mi voglio soffermare su due in particolare.
    Mi chiedo: la spiritualità è una prerogativa umana? Quanto si parla di vita, cioè di qualcosa che unisce tutti noi seppur ci crei diversi l'un l'altro, si intende vita "umana"? Nel profondo spazio del nostro universo esiste la spiritualità? Oppure è un modello legato a come si è sviluppato il nostro cervello e perciò gli altri esseri (animati e non) non la concepiscono? E' un po' come il tempo: nel profondo spazio del nostro universo esiste il tempo (di per sé) o esiste solo in funzione di una mente che lo concepisce (la nostra)?
    Ancora sul tempo: il passato e il futuro esistono, eccome, insieme al presente. Il passato e il futuro li percepiamo, dunque siamo creati in modo tale da riconoscerli, dunque "esistono". Ma non è tanto un problema di esistenza (si sente tanto dire: non esistono, oppure esistono ma sono fonte di problemi, perciò li ignoriamo e ci concentriamo solo sul presente), bensì di un significato distorto che diamo loro. Il passato è concepito come rimpianti, dolori sofferti, ecc. Il futuro è fonte di preoccupazione, timore, ecc. E' questo modello che è che è distorto e che sopportiamo da secoli (millenni?). Forse basta smetterla di vedere il passato e il futuro in questo modo e creare un nuovo modello; ad esempio vedere il passato e il futuro parte nobile parte di noi e, se riusciamo, a vederli come aiuti per vivere meglio il presente.
    Bruno

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    1. Ciao Bruno,
      rispondo con un poco di ritardo..

      la spiritualità è una prerogativa umana? Penso che sia prerogativa di una coscienza che si interroga sui misteri della sua stessa esistenza e nel farlo elabora realtà, essenze o mondi superiori. Le possibilità creative della coscienza sono infinite.

      Nel profondo spazio del nostro universo esiste la spiritualità? Sicuramente, mi auguro, da qualche parte esistono esseri dotati di coscienza, in questo o in altri piani di esistenza.

      nel profondo spazio del nostro universo esiste il tempo? Il tempo esiste e non esiste, non penso che esista una risposta univoca. Ti suggerisco sul tema del tempo la lettura del bel libro di Carlo Rovelli: L'ordine del tempo.
      In ogni caso è sempre qualcosa che si origina all'interno della coscienza individuale e collettiva.

      In generale le risposte ai temi da te sollevati sono sempre risposte aperte...
      un saluto nel Dhamma a tutta metta
      g

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