Quando decidiamo di sederci per meditare, applichiamo ciò che viene descritto negli
insegnamenti del Buddhismo, ovvero si passa alla pratica. Senza questa attività
tutti i libri e i discorsi sulla liberazione dalla sofferenza sono solo
concetti. Interessanti e importanti ma la nostra vita non cambierà un granché senza
la palestra meditativa, senza l’applicazione metodica di quegli insegnamenti.
La cosa migliore è impostare una pianificazione della propria pratica e continuarla
con dolce e paziente tenacia; la programmazione inserisce una struttura di comportamento nella
quotidianità delle nostre vite. L’importante è che il nostro programma possa essere
un aiuto e non diventi un peso: meditare
non è un dovere, né un obbligo.
La
meditazione è un’attività mentale, psicologica; so ha a che fare con il materiale grezzo delle
sensazioni mentali e fisiche, con le emozioni, gli stati mentali e i flussi di pensiero. Di
conseguenza, si tratta di un'attività molto sensibile all'atteggiamento con cui
ci si avvicina ad ogni sessione. La nostra pratica potrà quindi andar meglio
quando ci sentiremo positivamente motivati a sederci, per esempio, se ci
sediamo col pensiero che sia una fatica, questo è probabilmente ciò che
accadrà. Quindi impostiamo un modello quotidiano con cui poter convivere, rendiamolo
ragionevole, adatto con il resto della nostra vita e rimaniamo pronti ad accorgerci
quando diventa una routine, se così
fosse, chiediamoci perché e se non sia il caso di cambiare qualcosa.Il mattino è un ottimo momento per meditare.
Farlo come
prima cosa della giornata è assai utile. La mente è fresca, non ancora invasa
dai pensieri relativi alle responsabilità e agli eventi successivi. La meditazione
di prima mattina è un ottimo modo per iniziare la giornata e ci renderà pronti
ad affrontare le cose in un modo efficace. Saremo agili e leggeri per tutto il
resto della giornata. Accertiamoci, però, di essere completamente svegli: non si faranno molti progressi se ci siederemo continuando
il nostro sonno. Laviamoci la faccia, facciamo una doccia, o quello che
dobbiamo fare prima di iniziare, in modo di svegliarci completamente. Poi
siediamoci per meditare, stando attenti però a non farci prendere dai pensieri
sulle attività della giornata.
La sera è un
altro buon momento per la pratica.
La mente è
piena di tutti i rifiuti mentali che abbiamo accumulato durante il giorno ed è
bene sbarazzarsi del fardello prima di andare a letto. La nostra meditazione ripulirà
e ringiovanirà la mente. Ristabiliamo la consapevolezza e il nostro sonno sarà
vero sonno!
All’inizio , quando si comincia a meditare, sedersi
una volta al giorno è sufficiente. Se poi abbiamo voglia di meditare di più, va
bene, ma senza esagerare. C'è un fenomeno di burn-out che vediamo spesso nei nuovi meditanti. Vanno a un
intensivo e si tuffano dritti nella pratica per qualche giorno o per un paio di
settimane ma poi, al ritorno a casa, il mondo reale li risucchia e si
ripresenta con tutti i suoi problemi. Spesso poi decidono che questa attività
di meditazione richiede troppo tempo, sono necessari troppi sacrifici e non
hanno tempo per tutto questo. Perciò, non cadiamo nella trappola dei facili e superficiali entusiasmi. Prendiamo piuttosto
la cosa con calma, portiamo avanti uno sforzo coerente ma costante. Diamoci il
tempo per integrare la pratica della meditazione nella nostra vita e lasciamo
che cresca gradualmente e dolcemente, in
maniera armoniosa.
Allorché il nostro interesse per la meditazione cresce, ne scopriremo i benefici e ci ritroveremo a fare più spazio nella nostra pianificazione per la pratica. Si tratta di un fenomeno spontaneo e succede in modo più o meno naturale, nessuno sforzo è necessario. I meditanti esperti fanno due, tre o quattro ore di pratica al giorno, vivono una vita normale nel mondo del quotidiano, riescono a integrare la pratica con la vita quotidiana e la cosa gli piace, perché i cambiamenti profondi che avvengono nella mente migliorano le loro vite.
Allorché il nostro interesse per la meditazione cresce, ne scopriremo i benefici e ci ritroveremo a fare più spazio nella nostra pianificazione per la pratica. Si tratta di un fenomeno spontaneo e succede in modo più o meno naturale, nessuno sforzo è necessario. I meditanti esperti fanno due, tre o quattro ore di pratica al giorno, vivono una vita normale nel mondo del quotidiano, riescono a integrare la pratica con la vita quotidiana e la cosa gli piace, perché i cambiamenti profondi che avvengono nella mente migliorano le loro vite.
La cosa
migliore però è che tutto avvenga naturalmente, secondo i tempi e le
inclinazioni personali.
Un ultimo
suggerimento, spegnete il telefono!
Buona
meditazione!
un saluto nel Dhamma a tutta Metta
un saluto nel Dhamma a tutta Metta
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