Il Principio guida in vipassana
Ogni volta che sorge un dubbio riguardo alla pratica
meditativa semplicemente ricordiamoci del “Principio”
Il “principio”
alla base della vipassana è quello di osservare ogni processo fisico e mentale
che è predominante nel momento presente
Noi stiamo semplicemente prendendo nota e osservando ciò
che si presenta nel campo della coscienza e non lo facciamo con l’intento di cambiare
o eliminare alcunché, questo lo facciamo nel modo più distaccato e
dis-identificato possibile.
Noi osserviamo ogni cosa, non una sola e permanente, ma
qualsiasi cosa si presenta naturalmente nel campo della consapevolezza in
maniera chiara ed ovvia ai cinque sensi e alle coscienze ad essi collegate, nel
corpo e nella mente.
Ogni volta che
sorge un dubbio riguardo alla pratica semplicemente ricordiamoci del “principio”
Osservare ogni
processo fisico e mentale che è predominante nel momento presente.
Alcuni brevi
cenni su cosa è vipassana e cosa non lo è
Non è semplice rilassamento
·
è la realizzazione di come appaiono i processi
naturali di mente e corpo, la mente è allertata, acuta vigile, mentre il corpo
è rilassato, non rigido o teso.
Non si tratta semplicemente di rilasciare lo stress
·
è l’investigazione, l’osservazione, la
comprensione dei fattori e delle condizioni che causano stress. Che da ciò
possa giungere una riduzione dello stress dipende da ciò che faremo con quello
che scopriamo.
Non una adesione di fede cieca e devozionale,
·
è un’esperienza pratica e personale, si
applicano le istruzioni ricevute e se si svolge il compito con la giusta
attitudine e con apertura mentale si verificano in proprio i risultati. Si
tratta di sperimentare.
Non è un assorbimento meditativo ovvero profonda
concentrazione su un singolo oggetto come: il respiro, un oggetto visibile e/o
visualizzato, recitazione di mantra, contemplazione o riflessione,
·
è sviluppare l’abilità della mente di osservare
molti processi in continuo cambiamento con una concentrazione leggera e ampia
che, se mantenuta con continuità, può diventare sufficientemente forte da
penetrare attraverso gli aspetti superficiali della nostra esistenza per
giungere a sperimentarne gli aspetti più profondi e sottostanti.
Non è una selezione di oggetti in funzione dei propri
desideri o in accordo con quelle delle istruzioni di un insegnante o tradizione
in maniera cristallizzata,
·
è una consapevolezza senza scelta, senza alcun
giudizio di merito su tutto ciò che si presenta momento dopo momento cosi
com’è, è vivere nel presente.
Non si occupa di tentare di distruggere, cambiare o di
eliminare ciò che non piace,
·
è la semplice osservazione di qualsiasi processo
è predominante nel momento presente con l’unico intento di comprenderne la vera
natura.
Non è egoismo, egocentrismo o isolamento,
·
è la comprensione di se stessi per entrare in
relazione con gli altri in modo saggio e significativo, rafforzando in prima
istanza la consapevolezza delle condizioni e delle cause dei nostri stati
mentali e delle nostre emozioni.
Non è adorazione di idoli, magia o esoterismo, preghiera,
sacrificio di se stessi o di qualcos’altro, non è una credenza in qualche
divinità o religione,
·
si tratta solo di noi con le nostre naturali
abilità e del desiderio di ridurre e man mano giungere a liberarsi da ogni tipo
processo generatore di sofferenza.
Non è qualcosa di separato ed esterno alla nostra vita,
·
è un momentaneo sguardo alla vera e reale natura
di ogni momento presente della nostra esistenza così com’è, senza alcuna
opinione, critica o alterazione.
Non è la presunzione di aver raggiunto una qualche forma
di elevata posizione sul sentiero spirituale
·
è, di fatto, un ritorno alla terra, un ritorno
alla semplicità e alla concretezza delle basi della nostra esistenza entro il
campo di esperienza del nostro corpo e della nostra mente.
L’esposizione del Principio
è contenuta in un libro intitolato “See it, Know it, Watch it go…” scritto da
Jeffrey Oliver, ex Bhikkhu Dhammarakkhita
La libera sintesi in sede
di traduzione è di Giancarlo Giovannini
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