Quando
osserviamo da vicino gli insegnamenti del Buddha sulla meditazione, scopriamo
che l’approccio da lui proposto è molto simile a quello scientifico e ciò ha
naturalmente suscitato grande interesse verso il buddhismo da parte delle
persone con una mentalità moderna. La somiglianza di base tra l'approccio
buddhista e quello della scienza risulta chiaro quando esaminiamo
l'atteggiamento verso i fatti dell'esperienza che, come quello scientifico, è
un atteggiamento analitico, ovvero; i dati dell'esperienza sono formati da due
componenti: la componente obiettiva e la componente soggettiva; in altre parole
le cose che percepiamo intorno a noi, in noi stessi come soggetti della
percezione e come noi stessi ci percepiamo in relazione alle cose intorno a
noi.
Il buddhismo
è noto da lungo tempo per il suo approccio investigativo nei campi della
filosofia e della psicologia. Il Buddha analizzò i fatti dell'esperienza nelle
sue varie componenti o fattori. Le componenti più basilari con i quali viene
descritto un essere umano sono i cinque aggregati:
- forma/materia
- sensazione
- percezione
- volizione/elaborazioni e formazioni mentali
- coscienza.
La procedura
adottata è analitica in quanto frantuma i dati dell'esperienza nelle sue varie
componenti. Il Buddha non si accontentò di un vago concetto di esperienza in
generale; volle invece analizzare l'esperienza, investigarne l'essenza e
verificarla nelle sue componenti, come, ad esempio, nella famosa metafora buddhista
che riguarda il carro. In essa si suddivide il fenomeno "carro" come
un’unione dei suoi componenti: ruote, asse, struttura, ecc. Lo scopo di ciò è
ottenere una più chiara idea di come funziona un dato fenomeno. Quando per
esempio guardiamo un fiore, ascoltiamo un brano musicale o andiamo a trovare un
amico, tutte queste esperienze nascono come diretto risultato di una
combinazione di elementi composti che si condizionano vicendevolmente.
Oggi
psicologi, scienziati, ricercatori sociali e spirituali e coloro che sono
interessati e motivati alla propria crescita personale sono profondamente
interessati all'analisi buddhista dei vari fattori della coscienza, delle sensazioni,
percezioni e dei contenuti mentali. Sono sempre più numerosi quelli che si rivolgono
all'antico insegnamento del Buddha per trarre da esso una maggiore comprensione
di se stessi e per integrare efficacemente ed eticamente le esperienze della
vita di tutti i giorni.
Questo crescente
interesse è una conseguenza dei tanti punti di affinità tra il pensiero
buddhista e le maggiori correnti moderne della scienza, della psicologia e
della filosofia che ha raggiunto il suo culmine nel XX secolo, con le
sorprendenti (rispetto alle precedenti teorie) proposte avanzate dalla teoria
della relatività e dalla fisica quantistica, che rappresentano il più recente
sviluppo della scienza sperimentale e teorica.
Di nuovo si
può notare che non soltanto il Buddha ha anticipato i principali metodi
scientifici (cioè osservazione, sperimentazione e analisi), ma che addirittura
il buddhismo e la scienza coincidono pienamente sulle più dettagliate
conclusioni riguardanti la natura dell'uomo e dell'universo.
Per esempio in occidente è stata a lungo ignorata l'importanza della coscienza, ovvero dell’osservatore, nel formare l'esperienza e, solo ora, viene riconosciuta, proprio quando gli stessi indirizzi scientifici più moderni riconoscono che sono gli esperimenti stessi a influenzare i risultati. L'insegnamento del Buddha, espresso nel primo verso del Dhammapada, in cui si dice che la mente è la matrice di ogni cosa, risuona come un monito a tutti noi ad un consapevole utilizzo della coscienza.
Per esempio in occidente è stata a lungo ignorata l'importanza della coscienza, ovvero dell’osservatore, nel formare l'esperienza e, solo ora, viene riconosciuta, proprio quando gli stessi indirizzi scientifici più moderni riconoscono che sono gli esperimenti stessi a influenzare i risultati. L'insegnamento del Buddha, espresso nel primo verso del Dhammapada, in cui si dice che la mente è la matrice di ogni cosa, risuona come un monito a tutti noi ad un consapevole utilizzo della coscienza.
Anche se la
scienza e la tecnologia ci hanno insegnato a costruire città, autostrade,
fabbriche, fattorie migliori e dotate delle più moderne tecnologie, non ci hanno
però insegnato a costruire persone migliori.
Nel mondo
contemporaneo, molti si volgono al buddhismo, perché consente di integrare il
materialismo e il razionalismo dell'occidente, e le conseguenti limitazioni concettuali
della scienza applicata e delle teorie sociali, offrendo risposte alle domande
più profonde che gli esseri umani si sono da sempre posti, indicando una via
salvifica, esperienziale e diretta per la comprensione dell’esperienza umana e
per la sua emancipazione.
un saluto nel Dhamma a tutta Metta
un saluto nel Dhamma a tutta Metta
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