mercoledì 31 dicembre 2014
domenica 21 dicembre 2014
Addome, respiro, corpo? Mahasi oppure Ba Khin?
La scelta tra i differenti oggetti dell'attenzione in meditazione vipassana, quelli che generalmente
vengono definiti come ‘oggetti primari’ e che vengono assegnati ai meditanti
quando compiono i loro primi passi sul sentiero, ha una sua rilevanza durante i
ritiri intensivi. Una buona gestione degli oggetti può fare la differenza nei
progressi che lo yogi può compiere
nello sviluppo di presenza mentale e concentrazione, due stati mentali, due
facoltà, di cruciale importanza in meditazione vipassana.
Spesso i praticanti si sentono confusi al riguardo; passano da un oggetto
all’altro senza riuscire ad approfondire le esperienze su nessuno di essi.
Oppure si fissano su un oggetto senza una strategia particolare, mentre ogni
oggetto ha sue caratteristiche ed utilità.
Possiamo scegliere di seguire il
respiro alla base del naso quando riteniamo sia più opportuno orientare la
pratica verso lo sviluppo della concentrazione, oppure possiamo dirigere l’attenzione
verso le sensazioni nel corpo, in particolar modo alla sua base, se desideriamo
costruire un buon radicamento nella consapevolezza delle sensazioni. Se decidiamo di stare sul
salire e scendere dell’addome avremo una situazione di sviluppo equilibrato tra
consapevolezza e concentrazione. In tutti i casi saranno sempre i processi
corpo/mente ad essere il campo dell’esperienza nel focus della nostra
attenzione; ‘rupa/la materialità’ con
l’incessante mutare delle configurazioni dei 4 elementi e ‘citta/il conoscere’.
venerdì 12 dicembre 2014
La panchina dei diecimila pensieri - Chair of a ten thousand thoughts
..è stata scritta da Bhante Sujiva in Tasmania nel 1998 , 'la panchina dei diecimila pensieri' è una delle mie preferite.
Ne ho fatto anche una personale traduzione in italiano che potete trovare in coda
'On a sloping lawn, underneath tall trees
Sat a chair with ten thousand thoughts
Thoughts left by many who sat on it.
Thoughts speaking to themselves,
Thoughts speaking to others,
Thoughts speaking to a dumb sky that gives no answers,
Late one evening in the cold biting air,
I saw someone sat on it.
Ne ho fatto anche una personale traduzione in italiano che potete trovare in coda
'On a sloping lawn, underneath tall trees
Sat a chair with ten thousand thoughts
Thoughts left by many who sat on it.
Thoughts speaking to themselves,
Thoughts speaking to others,
Thoughts speaking to a dumb sky that gives no answers,
Late one evening in the cold biting air,
I saw someone sat on it.
sabato 6 dicembre 2014
martedì 2 dicembre 2014
Satipatthana vipassana e neuroni specchio, interessanti analogie.
Nel satipatthana sutta le istruzioni del 'refrain', dove sono elencate le istruzioni che lo yogi deve applicare nello svolgimento della pratica verso ognuno dei 4 fondamenti di sati(consapevolezza), la prima di queste istruzioni è quella della contemplazione internamente e esternamente...
…”Così egli si dedica alla contemplazione del corpo nel corpo internamente,
alla contemplazione del corpo nel corpo esternamente, o contemplando il corpo
nel corpo internamente ed esternamente. Egli contempla il sorgere dei fenomeni
nel corpo, oppure contemplando il dissolversi dei fenomeni nel corpo, oppure
contemplando il sorgere ed il dissolversi dei fenomeni nel corpo. La sua
presenza mentale è stabilizzata nel conoscere: "esiste un corpo",
nella misura necessaria per la consapevolezza e la conoscenza, e vive
distaccato, senza aggrapparsi a nulla in questo mondo. Così pure, o monaci, un
monaco vive nella contemplazione del corpo nel corpo….”
venerdì 7 novembre 2014
Il serpente
Pubblico questo bel sutta-discorso
in cui il Buddha ci offre delle interessanti metafore sulle trasformazioni che
il meditante ha l’opportunità di innescare lungo il progresso dell’insight.
Quella del serpente che
lascia la sua vecchia pelle è una metafora che mi piace molto perché richiama
un processo naturale che avviene nella vita del serpente che, in modo del tutto
indolore, in certe fasi della sua esistenza cambia pelle. Per il serpente la pelle
è un elemento del corpo fondamentale, la usa per mimetizzarsi e sopravvivere,
per farsi riconoscere e riprodursi, ma anche per cacciare e nutrirsi.
Il serpente evoca profonde sensazioni di paura e fascino, proprio come i cambiamenti. Molte antiche tradizioni lo vedono come la forza vitale che dimora alla base della spina dorsale; le leggende relative ai suoi magici poteri: trasformarsi e trasmutare in un ciclo senza fine di morte e rinnovamento sono nate proprio dalla sua facoltà di mutare la pelle molte volte. Mi sembra una bella metafora, cosa ne dite?
Il serpente evoca profonde sensazioni di paura e fascino, proprio come i cambiamenti. Molte antiche tradizioni lo vedono come la forza vitale che dimora alla base della spina dorsale; le leggende relative ai suoi magici poteri: trasformarsi e trasmutare in un ciclo senza fine di morte e rinnovamento sono nate proprio dalla sua facoltà di mutare la pelle molte volte. Mi sembra una bella metafora, cosa ne dite?
martedì 4 novembre 2014
Le quattro Nobili Verità-La messa in moto della ruota del Dhamma
Questo è il primo discorso del Buddha, dato poco dopo il suo Risveglio
a cinque monaci con cui aveva praticato le austerità nella foresta
per parecchi anni. Il sutta comprende gli insegnamenti essenziali del Buddhismo:
le Quattro Nobili Verità e il Nobile Ottuplice Sentiero. Ascoltando
questo discorso il monaco Kondañña raggiunse il primo
stadio del Risveglio, dando così nascita all'Ariya Sangha, il Nobile
Sangha.
Così ho sentito,
una volta il Benedetto soggiornava presso
Varanasi, a Isipatana, nel Parco delle Gazzelle.
Si rivolse in questo modo al gruppo di cinque monaci (i primi compagni del
Buddha prima del suo risveglio): “Questi due estremi devono essere evitati se si ricerca la
verità. Quali sono questi due estremi?
Quello di attaccarsi ai piaceri dei sensi, a ciò che è
basso, volgare, terreno, ignobile e dannoso; e quello di dedicarsi alle
automortificazioni, a ciò che è doloroso, ignobile e dannoso. Evitando questi
due estremi, monaci, il Tathagata ha scoperto la via di mezzo che conduce alla
chiara visione e alla conoscenza, alla pace, alla saggezza, al risveglio ed al
Nibbana."
lunedì 20 ottobre 2014
Akusala cetasikas - Stati mentali non proficui
Pubblicati i video girati il 15 ottobre 2014 a Milano durante gli insegnamenti dati da Bhante Sujiva. Gli insegnamenti sono relativi agli stati mentali non proficui o akusala cetasikas. Abbiamo cosi continuato con l'esposizione degli stati mentali cosi come sono categorizzati e definiti nell'Abhidhamma, altrimenti chiamata dottrina superiore(in occidente viene spesso chiamata psicologia buddhista, ma è una definizione abbastanza impropria).
I video sono pubblicati nel canale youtube.com che utilizzo per la loro pubblicazione, sempre nel canale è possibile vedere tutti i video girati in precedenza. Vai al canale
Per semplicità di pubblicazione e visualizzazione i video sono stati suddivisi per renderli più fruibili.
Buona visione! Ma sopratutto buona contemplazione! Perchè poi quando arrivano dovete tenerli d'occhio!
martedì 7 ottobre 2014
Con ardore, comprendendo chiaramente, con presenza mentale...
Così...
lo yogi si dedica alla contemplazione del corpo nel corpo interiormente,
o alla contemplazione del corpo nel corpo esternamente,
o contemplando il corpo nel corpo interiormente ed esteriormente.
lo yogi contempla il sorgere dei fenomeni nel corpo,
contempla il dissolversi dei fenomeni nel corpo ,
contempla il sorgere ed il dissolversi dei fenomeni nel corpo,
la sua presenza mentale è stabilizzata nel conoscere: "esiste un corpo" ,
nella misura necessaria per la consapevolezza e la conoscenza,
e vive distaccato, senza aggrapparsi a nulla in questo mondo.
mercoledì 24 settembre 2014
Ritiro di meditazione e studio
Approfondimento sul satipatthana sutta - 2° parte
Giancarlo Giovannini e Massimo Bonomelli
28-29-30 Novembre 2014
Loc. Bulla di Montesanto 1
29028 Ponte dell'Olio (Piacenza)
0523-878948 info@piandeiciliegi.it
www.piandeiciliegi.it
www.piandeiciliegi.it
Lo scopo di questo ritiro è di alternare la pratica meditativa di vipassana con l’approfondimento di temi didattici relativi allo sviluppo di Sati. Questo lo faremo prendendo in esame un sutta in particolare: il 'satipatthana sutta'; in
questo discorso il Buddha espone per esteso l'insieme di pratiche meditative che
contribuiscono al processo di sviluppo della
consapevolezza e costituisce un valido terreno di approfondimento per comprendere nella
sua interezza il quadro di riferimento relativo alla meditazione vipassana
Il seminario è rivolto sia a chi
desidera conoscere i principi di questa meditazione, sia a praticanti
esperti che vogliono anche dedicarsi allo studio e/o desiderano
confrontarsi con altri sulla pratica.
La giornata sarà suddivisa in
sessioni di pratica seduta e camminata, guidate e in silenzio, oltre che
in momenti di discussione e condivisione del Dhamma.
martedì 23 settembre 2014
Incontri Domenicali di meditazione vipassana. Sessione autunno 2014
via Lusardi 8/10 Milano presso C.E.M (via Lusardi è una traversa di C.so Italia)
§ 28 settembre 2014 con Massimo
§ 26 ottobre 2014 con Giancarlo
§16 novembre 2014 con Massimo
§14 dicembre 2014 con Giancarlo
Per contatti e iscrizioni:
giancarlo.sona@gmail.com - mmbonomelli@gmail.com
martedì 9 settembre 2014
giovedì 28 agosto 2014
La consapevolezza nel nostro vivere quotidiano, istruzioni per l'uso
Prendi l’impegno di praticare la consapevolezza nella tua vita quotidiana, si tratta di adottare piccoli e apparentemente insignificanti abitudini, di inserirle negli automatismi del nostro vivere la giornata, al lavoro, in famiglia e nelle situazioni di relazione.
Di seguito troverai alcuni spunti, o idee, da cui partire. Se vuoi fare le cose in grande, puoi provare a metterli in pratica tutti, ma forse è più semplice sceglierne qualcuno che ti sembra alla tua portata e iniziare da lì.
sabato 2 agosto 2014
Ancora una volta
Ancora una volta sul sentiero che nessuno percorre,
ancora una volta a fianco del maestro,
ancora una volta il silenzio,
ancora una volta le parole cercheranno
di descrivere ciò che non può essere descritto,
ancora una volta dove tutto si ferma,
ancora una volta insieme a tanti, finalmente soli
ancora una volta il pensiero si trasformerà
nel battito d'ali d'una farfalla,
ancora una volta, ancora una volta
in cerca dell'ultima volta, per non ritornare....
ancora una volta a fianco del maestro,
ancora una volta il silenzio,
ancora una volta le parole cercheranno
di descrivere ciò che non può essere descritto,
ancora una volta dove tutto si ferma,
ancora una volta insieme a tanti, finalmente soli
ancora una volta il pensiero si trasformerà
nel battito d'ali d'una farfalla,
ancora una volta, ancora una volta
in cerca dell'ultima volta, per non ritornare....
venerdì 25 luglio 2014
Lo Yogi e il Pescatore
Il principio che sta alla base della meditazione vipassana è quello di osservare ogni processo
fisico e mentale che è predominante nel momento presente.
In questo senso lo yogi è un pò come il pescatore di Steinberg che se ne sta seduto tranquillo, con la sua canna galleggia sulla sua barchetta assecondando il movimento delle onde, ha gettato la sua esca e attende. Potrebbe abboccare una sardina, un tonno, uno squalo o una balena.
Lo yogi, anche lui se ne sta quieto, mentre la sua consapevolezza asseconda il flusso del continuum mentale 'galleggia', leggero per quanto più riesce.
Ha gettato la sua esca, l'attenzione, e attende....
In questo senso lo yogi è un pò come il pescatore di Steinberg che se ne sta seduto tranquillo, con la sua canna galleggia sulla sua barchetta assecondando il movimento delle onde, ha gettato la sua esca e attende. Potrebbe abboccare una sardina, un tonno, uno squalo o una balena.
Lo yogi, anche lui se ne sta quieto, mentre la sua consapevolezza asseconda il flusso del continuum mentale 'galleggia', leggero per quanto più riesce.
Ha gettato la sua esca, l'attenzione, e attende....
venerdì 4 luglio 2014
I tre veleni e le "tempeste perfette"
Negli ultimi mesi, quasi quotidianamente, riceviamo notizie di eventi drammatici, persone che improvvisamente compiono atti di violenza verso gli altri, verso se stessi o ambedue le cose.
Nel vivere quotidiano, nel ripetitivo succedersi dei giorni delle nostre vite, quasi sempre senza che ve ne sia consapevolezza, nell'instancabile flusso delle coscienze, gli stati mentali e i pensieri si susseguono istante dopo istante. In questo continuo scorrere si depositano impressioni che lasciano le loro tracce nel continuum mentale. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, la nostra mente assume così una sua configurazione, sue modalità di risposta alle sollecitazioni della realtà che ci circonda.
mercoledì 2 luglio 2014
Da tempo immemorabile e poi…Zac!
L’idea buddhista sulla presenza di uomini e donne su questo
pianeta ha una sua originalità. Potremmo descriverla sommariamente in questo
modo: da tempo immemorabile un flusso di coscienza e materia sorge e passa
istante dopo istante; ogni istante di coscienza sorge, conosce e sperimenta
qualcosa e cessa assieme al declinare di ciò che è stato conosciuto e
sperimentato. Pensieri, oggetti dei sensi, emozioni, sensazioni fisiche e
mentali appaiono nell’orizzonte della coscienza, vengono percepiti, conosciuti,
sperimentati e, con il loro tramontare, cessa la coscienza congiunta a quegli
eventi. Per fare tutta questa roba qui, che non sta mai ferma, ci vuole un corpo…
ed eccoci qua.
giovedì 19 giugno 2014
Quanto a lungo devo sedere in meditazione?
domanda:
..le sedute di meditazione devono essere molto lunghe?
risposta:
..no, non c’è bisogno di sedersi per ore e ore. C’è’ chi pensa che più si riesce a stare seduti, più si e’ saggi. Ho visto delle galline sedute sul loro nido per giorni interi! La saggezza viene dall'esercizio della presenza mentale in tutte le posizioni.
La tua pratica dovrebbe cominciare dal momento in cui ti svegli al mattino e continuare fino a che non ti addormenti. Non preoccuparti di quanto tempo riesci a stare seduto.
..le sedute di meditazione devono essere molto lunghe?
risposta:
..no, non c’è bisogno di sedersi per ore e ore. C’è’ chi pensa che più si riesce a stare seduti, più si e’ saggi. Ho visto delle galline sedute sul loro nido per giorni interi! La saggezza viene dall'esercizio della presenza mentale in tutte le posizioni.
La tua pratica dovrebbe cominciare dal momento in cui ti svegli al mattino e continuare fino a che non ti addormenti. Non preoccuparti di quanto tempo riesci a stare seduto.
sabato 31 maggio 2014
Abbey of San Giulio - L’Abbazia di San Giulio
Let us walk hand in hand
along the way of silence,
silently then we can listen
to the Master’s counsel,
silently will it sink into our hearts,
that distilled sense of wisdom.
Shall we walk heart with heart
contemplating with mindfulness every moment
a mindfulness that brings you to the “ Here and Now”
Leading us onwards in the Path
that abandons the “ I “ and the “ Mine”
along the way of silence,
silently then we can listen
to the Master’s counsel,
silently will it sink into our hearts,
that distilled sense of wisdom.
Shall we walk heart with heart
contemplating with mindfulness every moment
a mindfulness that brings you to the “ Here and Now”
Leading us onwards in the Path
that abandons the “ I “ and the “ Mine”
venerdì 16 maggio 2014
E’ come accordare uno strumento
Questa è la storia di Sona (non posso resistere Sona è il nome buddhista che Bhante Sujiva mi ha dato), il sutta è contenuto nella raccolta di discorsi 'Anguttara Nikaya', la fonte è canonepali.net, io ho dato una revisione su alcuni termini della traduzione che erano un pochino arcaici, il traduttore non me ne vorrà, spero.
Così ho sentito...
una volta il Beato soggiornava presso Rajagaha, sul Picco dell'Avvoltoio. In quel tempo il Ven. Sona soggiornava presso Rajagaha nel Bosco Fresco.
Mentre Sona meditava (dopo avere praticato la meditazione camminata finché la pelle della pianta dei suoi piedi fu spaccata ed in procinto di sanguinare), questi pensieri nacquero nella sua coscienza: "faccio parte dei discepoli del Beato che si applicano strenuamente alla meditazione, ma la mia mente non è liberata dalle impurità dell'attaccamento. Ora, la mia famiglia possiede sufficienti ricchezze e ne posso approfittare per ottenere dei meriti. E se rinnegassi la pratica, se tornassi alla vita ordinaria, approfittassi delle ricchezze ed ottenessi dei meriti"?
Così ho sentito...
una volta il Beato soggiornava presso Rajagaha, sul Picco dell'Avvoltoio. In quel tempo il Ven. Sona soggiornava presso Rajagaha nel Bosco Fresco.
Mentre Sona meditava (dopo avere praticato la meditazione camminata finché la pelle della pianta dei suoi piedi fu spaccata ed in procinto di sanguinare), questi pensieri nacquero nella sua coscienza: "faccio parte dei discepoli del Beato che si applicano strenuamente alla meditazione, ma la mia mente non è liberata dalle impurità dell'attaccamento. Ora, la mia famiglia possiede sufficienti ricchezze e ne posso approfittare per ottenere dei meriti. E se rinnegassi la pratica, se tornassi alla vita ordinaria, approfittassi delle ricchezze ed ottenessi dei meriti"?
martedì 29 aprile 2014
Solo dentro di te capirai il Dhamma
Domanda.
Che si può dire degli altri metodi di pratica? Di questi tempi sembra esserci una quantita’ di maestri e di sistemi di meditazione, questo confonde le idee.
Risposta.
E’ come entrare in città. Si può venire da nord, da sud-est, da molte vie. Spesso i sistemi sono diversi solo esteriormente. Che cammini in una direzione o in un’altra, velocemente o lentamente, se lo fai con presenza mentale, non c’e’ nessuna differenza. C’e’ un unico punto essenziale a cui in un modo o in un altro tutte le pratiche valide devono arrivare e cioè il non attaccamento. Alla fine, tutti i sistemi vanno abbandonati. Ne’ si può continuare a dipendere dal maestro.
Che si può dire degli altri metodi di pratica? Di questi tempi sembra esserci una quantita’ di maestri e di sistemi di meditazione, questo confonde le idee.
Risposta.
E’ come entrare in città. Si può venire da nord, da sud-est, da molte vie. Spesso i sistemi sono diversi solo esteriormente. Che cammini in una direzione o in un’altra, velocemente o lentamente, se lo fai con presenza mentale, non c’e’ nessuna differenza. C’e’ un unico punto essenziale a cui in un modo o in un altro tutte le pratiche valide devono arrivare e cioè il non attaccamento. Alla fine, tutti i sistemi vanno abbandonati. Ne’ si può continuare a dipendere dal maestro.
lunedì 28 aprile 2014
Imparare dall'amore
Ieri sera son tornato a casa facendo jogging, non è una gran notizia lo so, ma la faccenda è un'altra;
a un certo punto, lungo l'itinerario, nei giardinetti che ci sono a Milano in zona Pagano mi ha colpito una cosa...su una panchina vedo due ragazzi, un lui e una lei; se ne stavano seduti di fronte, rannicchiati uno contro l'altra come solo i ragazzi sono capaci di fare, vicini, stretti, come se il mondo stesse tutto in quel groviglio di mani, gambe, dita, respiri.
Lui le teneva la testa tra le mani, mentre lei gli parlava fitto fitto,
a un certo punto, lungo l'itinerario, nei giardinetti che ci sono a Milano in zona Pagano mi ha colpito una cosa...su una panchina vedo due ragazzi, un lui e una lei; se ne stavano seduti di fronte, rannicchiati uno contro l'altra come solo i ragazzi sono capaci di fare, vicini, stretti, come se il mondo stesse tutto in quel groviglio di mani, gambe, dita, respiri.
Lui le teneva la testa tra le mani, mentre lei gli parlava fitto fitto,
venerdì 18 aprile 2014
Le catene della mente
Quello che segue è un estratto da un discorso di A. Sucitto.
Il tema che vorrei sottoporre alla vostra attenzione, grazie a questo estratto, riguarda un processo molto sottile e un pochino perfido che avviene a livello mentale e che indebolisce la qualità della nostra pratica come quella della nostra vita. Poichè questo processo, ovviamente, si verifica anche nella nostra quotidianità è, a mio avviso, di grande importanza individuarlo e conoscerlo. Riguarda il senso di sfiducia in se stessi, di inadeguatezza, di limitatezza quando svolgiamo una qualsiasi attività. Come sempre la pratica meditativa ci consente di gettare il nostro sguardo su quegli aspetti profondi e sottili dei processi con cui si costruisce la nostra relazione col mondo. Buona lettura....
Il tema che vorrei sottoporre alla vostra attenzione, grazie a questo estratto, riguarda un processo molto sottile e un pochino perfido che avviene a livello mentale e che indebolisce la qualità della nostra pratica come quella della nostra vita. Poichè questo processo, ovviamente, si verifica anche nella nostra quotidianità è, a mio avviso, di grande importanza individuarlo e conoscerlo. Riguarda il senso di sfiducia in se stessi, di inadeguatezza, di limitatezza quando svolgiamo una qualsiasi attività. Come sempre la pratica meditativa ci consente di gettare il nostro sguardo su quegli aspetti profondi e sottili dei processi con cui si costruisce la nostra relazione col mondo. Buona lettura....
giovedì 17 aprile 2014
L'arciere
Observe the ‘Archer’ Bhante Sujiva 2013.
Scritta dopo una visita a 'bodyworks'
The mind fixed in concentration to the target,
All bodily systems and tissues were held in position,
The hands, the legs, the body and most of all the arms and the eyes,
Many parts of the action known, many other parts unknown,
All forces moving, meeting at a point,
A rocket shooting to the moon,
All in a moment of time.
Scritta dopo una visita a 'bodyworks'
The mind fixed in concentration to the target,
All bodily systems and tissues were held in position,
The hands, the legs, the body and most of all the arms and the eyes,
Many parts of the action known, many other parts unknown,
All forces moving, meeting at a point,
A rocket shooting to the moon,
All in a moment of time.
venerdì 11 aprile 2014
Samatha e vipassana
Domanda:
..hai detto che samatha e vipassana, cioe’ concentrazione e visione profonda, sono la stessa cosa. Puoi spiegarti meglio?
Risposta:
...è semplicissimo. Concentrazione e visione profonda operano di concerto, all’inizio la mente diventa tranquilla fissandosi su un oggetto di meditazione, si calma quando ti siedi con gli occhi chiusi. Questo è samatha, quella base di samadhi da cui alla fine emerge la saggezza, o vipassana. A quel punto la mente e’ calma, sia se stai seduto con gli occhi chiusi, sia se cammini per una citta’ affollata. Si tratta di questo. Una volta eri un bambino, ora sei un adulto. Il bambino e l’adulto sono la stessa persona? Da un certo punto di vista sì, ma si puo’ dire anche che siano diversi. Allo stesso modo samatha e vipassana si possono anche considerare distinte.
Oppure è come per il cibo e le feci, cibo e feci si possono considerare la stessa cosa o due cose distinte, ma non credere a quello che dico io, pratica e scoprilo di persona.
Non serve niente di speciale. se indaghi su come nascono la concentrazione e la saggezza capirai da solo qual è’ la verità’. Di questi tempi la gente si fissa sulle parole, dice di praticare la vipassana e trascura samatha. Oppure dice di praticare samatha e che e’ indispensabile che samatha venga prima della vipassana. Tutto questo è sciocco. Comincia a praticare, vedrai da te.
..hai detto che samatha e vipassana, cioe’ concentrazione e visione profonda, sono la stessa cosa. Puoi spiegarti meglio?
Risposta:
...è semplicissimo. Concentrazione e visione profonda operano di concerto, all’inizio la mente diventa tranquilla fissandosi su un oggetto di meditazione, si calma quando ti siedi con gli occhi chiusi. Questo è samatha, quella base di samadhi da cui alla fine emerge la saggezza, o vipassana. A quel punto la mente e’ calma, sia se stai seduto con gli occhi chiusi, sia se cammini per una citta’ affollata. Si tratta di questo. Una volta eri un bambino, ora sei un adulto. Il bambino e l’adulto sono la stessa persona? Da un certo punto di vista sì, ma si puo’ dire anche che siano diversi. Allo stesso modo samatha e vipassana si possono anche considerare distinte.
Oppure è come per il cibo e le feci, cibo e feci si possono considerare la stessa cosa o due cose distinte, ma non credere a quello che dico io, pratica e scoprilo di persona.
Non serve niente di speciale. se indaghi su come nascono la concentrazione e la saggezza capirai da solo qual è’ la verità’. Di questi tempi la gente si fissa sulle parole, dice di praticare la vipassana e trascura samatha. Oppure dice di praticare samatha e che e’ indispensabile che samatha venga prima della vipassana. Tutto questo è sciocco. Comincia a praticare, vedrai da te.
giovedì 10 aprile 2014
Non cercare di arrivare
Domanda:
.....mi sto impegnando molto nella pratica, ma sembra che non porti da nessuna parte.
Risposta:
...questo e’ molto importante. Nella pratica, non cercare di arrivare da qualche parte. Lo stesso desiderio di essere libero o illuminato sara’ ciò che ti impedisce di liberarti. Puoi sforzarti quanto vuoi, praticare ardentemente giorno e notte, ma se lo fai avendo ancora in mente questo desiderio di arrivare, non troverai mai la pace. L’energia di questo desiderio sara’ fonte di dubbio e irrequietezza. A prescindere dal tempo e dallo sforzo che dedichi alla pratica, la saggezza non nasce dal desiderio. Perciò, semplicemente, molla la presa. Osserva la mente e il corpo con attenzione senza cercare di ottenere nulla. Non attaccarti nemmeno alla pratica dell’illuminazione.
.....mi sto impegnando molto nella pratica, ma sembra che non porti da nessuna parte.
Risposta:
...questo e’ molto importante. Nella pratica, non cercare di arrivare da qualche parte. Lo stesso desiderio di essere libero o illuminato sara’ ciò che ti impedisce di liberarti. Puoi sforzarti quanto vuoi, praticare ardentemente giorno e notte, ma se lo fai avendo ancora in mente questo desiderio di arrivare, non troverai mai la pace. L’energia di questo desiderio sara’ fonte di dubbio e irrequietezza. A prescindere dal tempo e dallo sforzo che dedichi alla pratica, la saggezza non nasce dal desiderio. Perciò, semplicemente, molla la presa. Osserva la mente e il corpo con attenzione senza cercare di ottenere nulla. Non attaccarti nemmeno alla pratica dell’illuminazione.
mercoledì 9 aprile 2014
Non credere
"Non credere in
qualcosa perché è scritta nei
libri. Non credere in qualcosa
perché è stata praticata da generazioni o diventa una
tradizione o parte di una cultura.
Non credere in qualcosa,
perché una dottrina dice che è
così. Non credere
in qualcosa credendo che sia ispirata da un dio.
Non credere in
qualcosa che ti dice un insegnante.
Non credere in qualcosa,
perché le autorità dicono che è
così.
Non credere a dicerie, voci,
opinioni speculative, o perché è nel senso comune. Accetta come assolutamente vero solo ciò che è lodato dai
saggi e che provi tu in prima persona e che sperimenti come essere buono per te e per gli
altri. "
(Anguttara Nikaya
3.65)
giovedì 3 aprile 2014
Cenni sull’oggetto di meditazione in vipassana
All’inizio
della pratica meditativa, il praticante riceve o viene istruito a seguire un oggetto di meditazione. Una buona immagine ci viene fornita dal modo in cui esso viene chiamato in lingua Pali,
cioè 'kammatthana', che letteralmente significa “luogo di lavoro/attività”, esso è il “terreno” per la coltivazione degli stati mentali della concentrazione e della visione profonda.
cioè 'kammatthana', che letteralmente significa “luogo di lavoro/attività”, esso è il “terreno” per la coltivazione degli stati mentali della concentrazione e della visione profonda.
In genere
rappresenta il fenomeno, o processo principale, su cui dirigiamo la nostra attenzione e verso il quale ricondurremo ogni volta il focus della nostra ossevazione; per convenzione ci riferiremo ad esso come 'oggetto primario'.
Durante
l’attività di osservazione altri fenomeni si presentano alla nostra attenzione:
questi, sempre per convezione costituiscono l'insieme degli 'oggetti secondari'.
mercoledì 2 aprile 2014
La nota mentale in meditazione vipassana
Brevi cenni sulla
“nota mentale” e il suo utilizzo
Si tratta di un metodo utilizzato nel sistema integrato di tecniche meditative della scuola birmana che ha in Mahasi Sayadaw il suo fondatore. Conosciuta
anche come:
'notare e nominare/etichettare' o in inglese 'mental noting and labelling'
'notare e nominare/etichettare' o in inglese 'mental noting and labelling'
In pratica si tratta di esprimere mentalmente una parola che
descrive ciò che viene sperimentato nel corpo o nella mente nel momento
presente.
mercoledì 26 marzo 2014
Assistendo imperturbata lo svanire
Se il passato è solo un
ricordo, una memoria di qualcosa o di qualcuno. Piacevole, spiacevole o
indifferente, ma che si manifesta nella nostra mente ora, adesso, nel presente.
Ugualmente il futuro è un
pensiero, un progetto, una speranza, una preoccupazione che ha luogo ora, adesso, in questo momento.
Allora ciò che conta
veramente è la relazione tra questi: pensieri, immagini, speranze, ricordi, progetti, fantasie che si presentano e la qualità, l’intensità, l’inclinazione della coscienza che ne
risulta....in questo processo si decide la nostra vita.
lunedì 3 marzo 2014
Le realtà assolute o 'paramattha dhamma'
In questo post pubblico una roba un pochino astrusa, lo devo ammettere, adatta più che altro, forse, a noi 'dhamma-bum', vecchi volponi da ritiro, culi da cuscino, gente che si siede e non sai mica quando poi si alza, menti che corrono dietro a robe puntiformi, che i pensieri sono solo variazioni che scompaginano il flusso del continuum mentale....
Comunque, chi fosse interessato a scoprire come la filosofia buddhista descrive la realtà può cimentarsi con la lettura di ciò che segue, secondo me ne vale la pena, ma se vi stufate e trovate la cosa noiosa vi capisco, potete sempre sospendere per un pò, chennesò andate al cinema, fatevi una passeggiata fino alla prima pasticceria e compratevi un bignè, una sacher, una di quelle robe che si fanno per resistere in questa vita bislacca dove anche un blogger la può complicare..
Comunque, chi fosse interessato a scoprire come la filosofia buddhista descrive la realtà può cimentarsi con la lettura di ciò che segue, secondo me ne vale la pena, ma se vi stufate e trovate la cosa noiosa vi capisco, potete sempre sospendere per un pò, chennesò andate al cinema, fatevi una passeggiata fino alla prima pasticceria e compratevi un bignè, una sacher, una di quelle robe che si fanno per resistere in questa vita bislacca dove anche un blogger la può complicare..
lunedì 10 febbraio 2014
I segreti della meditazione camminata
Con la speranza di incoraggiare sempre di più l'utilizzo della meditazione camminata all'interno delle pratiche personali rivolte allo sviluppo di Sati pubblico questo interessante articolo del Ven. U Silananda, che ho tradotto molti anni fà da una rivista edita in Malesia.
I benefici
della meditazione camminata
Articolo
tratto da Vipassana Tribune
Autore Ven.
U SILANANDA
Traduz. di
Gianni Carlo Giovannini
Ai nostri ritiri di meditazione gli yogi praticano la consapevolezza in quattro differenti posture. Essi praticano la consapevolezza quando siedono, quando camminano, quando stanno in piedi e quando sono sdraiati. Essi devono mantenere viva la loro consapevolezza sempre e in qualsiasi posizione stiano.
La principale postura per la meditazione di
sabato 4 gennaio 2014
Sati la Consapevolezza del Buddha e la Mindfulness nelle sue moderne declinazioni
Un tema interessante ed attuale su cui riflettere, quando parliamo di consapevolezza, è la relazione tra Sati-la consapevolezza del Buddha e la Mindfulness intesa come “riduzione dello stress basata sulla consapevolezza” o MBSR, nell’acronimo datole da Kabat-Zinn, creatore delle procedure e tecniche proposte in ambito medico, para-medico o di counseling, cosi come nelle Terapie cognitive basate sulla consapevolezza.
Risulta sempre più chiaro che uno stato della mente emotivamente calmo, stabile e dotato di lucida presenza e attenzione fornisce molte applicazioni per incrementare le funzionalità di un essere umano. La consapevolezza, nella sua accezione comune è intesa in questo senso. La popolarità delle tecniche di Mindfulness è cresciuta molto, trovando e sperimentando le più svariate applicazioni, spesso senza nemmeno conoscere le sue antiche radici, quando non tentando di recuperarle nei modi più confusi, acquisendone le tecniche e lasciando all’oblio gli aspetti spirituali, etici e devozionali.
Risulta sempre più chiaro che uno stato della mente emotivamente calmo, stabile e dotato di lucida presenza e attenzione fornisce molte applicazioni per incrementare le funzionalità di un essere umano. La consapevolezza, nella sua accezione comune è intesa in questo senso. La popolarità delle tecniche di Mindfulness è cresciuta molto, trovando e sperimentando le più svariate applicazioni, spesso senza nemmeno conoscere le sue antiche radici, quando non tentando di recuperarle nei modi più confusi, acquisendone le tecniche e lasciando all’oblio gli aspetti spirituali, etici e devozionali.
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