Spesso i praticanti si sentono confusi al riguardo; passano da un oggetto
all’altro senza riuscire ad approfondire le esperienze su nessuno di essi.
Oppure si fissano su un oggetto senza una strategia particolare, mentre ogni
oggetto ha sue caratteristiche ed utilità.
Possiamo scegliere di seguire il
respiro alla base del naso quando riteniamo sia più opportuno orientare la
pratica verso lo sviluppo della concentrazione, oppure possiamo dirigere l’attenzione
verso le sensazioni nel corpo, in particolar modo alla sua base, se desideriamo
costruire un buon radicamento nella consapevolezza delle sensazioni. Se decidiamo di stare sul
salire e scendere dell’addome avremo una situazione di sviluppo equilibrato tra
consapevolezza e concentrazione. In tutti i casi saranno sempre i processi
corpo/mente ad essere il campo dell’esperienza nel focus della nostra
attenzione; ‘rupa/la materialità’ con
l’incessante mutare delle configurazioni dei 4 elementi e ‘citta/il conoscere’.
A volte poi, e questo è il caso peggiore, gli yogis collegano la scelta dell’oggetto di meditazione alla
appartenenza ad una tradizione o scuola meditativa, piuttosto che ad un’altra,
facendone motivo di discussione o differenziazione. Il Dukkha opera anche attraverso queste modalità di
adesione/rifiuto(molto umano, ma inutile e dispersivo).
La mia personale opinione è che, anche di concerto con l’insegnante quando
ciò sia possibile, sarebbe meglio avere un pochino di confidenza con ogni
oggetto, sperimentarne le qualità e le possibilità, verificare personalmente
come ogni oggetto condiziona la coscienza. Soprattutto scoprire personalmente
quale sia quello che ci può condurre alla profondità dell’esperienza, al
sentire al di là dei concetti. Cercando di non dimenticare mai che il progetto
del percorso meditativo è quello di sperimentare la transitorietà, il carattere
insoddisfacente ed insostanziale di tutti i fenomeni. Una volta compreso quale
sia , diciamo cosi, lo strumento più efficace, dobbiamo farne la zattera con
cui galleggeremo sul flusso dei fenomeni corpo/mente, momento dopo momento,
siano essi mentali o fisici. Per un po’ il nostro oggetto rappresenterà un
porto sicuro al quale ritornare. Quando la consapevolezza sarà sufficientemente
sviluppata e la concentrazione ci fornirà il potere di approfondire il nostro
sentire, sarà proprio grazie all’oggetto che scenderemo in profondità e inizierà
a squarciarsi il velo dell’illusione. Ovviamente questo è solo il mio pensiero
personale e non ho alcuna intenzione di metterci una particolare enfasi di
importanza, è solo la mia riflessione. Per inciso, a me hanno funzionato, e funzionano ancora bene all'occorrenza, l'addome e le sensazioni alla base del corpo,
Su questo tema riporto qui alcuni estratti da Mahasi Sayadaw e Sayagyi U Ba
Khin, ambedue hanno partecipato allo sviluppo di tradizioni meditative
importanti che hanno tuttora una grande influenza nel movimento della moderna
vipassana. Penso sia interessante leggere in maniera comparata quello che
questi due grandi figure scrivevano al riguardo. Buona lettura e buone
riflessioni. Ho tradotto i diversi estratti in italiano, mi auguro che troviate
la traduzione appropriata.
Mahasi 1990: pp. 17 and 21: "the actual
method of practice in vipassana meditation is to observe ... the successive
occurrences of seeing, hearing, and so on, at the six sense doors. However, it
will not be possible for a beginner to follow these on all successive incidents
as they occur, because his mindfulness, concentration and knowledge are still
very weak.... a simpler and easier form of the exercise for a beginner is this:
with every breath there occurs in the abdomen a rising-falling movement. A
beginner should start with the exercise of noting this movement"
Mahasi 1990 p. 17 e 21: "il metodo di pratica
della meditazione Vipassana è osservare ...la successione di fenomeni relativi al vedere, sentire, e
così via, alle sei porte dei sensi. Tuttavia, dato che non sarà molto facile
per un principiante seguire questi eventi nel loro succedersi mentre essi si
verificano, perché la sua presenza mentale, la concentrazione e la consapevolezza
sono ancora molto deboli … per un principiante quindi una forma più semplice e
più facile è questo esercizio : con ogni respiro si verifica nell'addome un
movimento di salita-discesa, un principiante dovrebbe iniziare con l'esercizio
di notare questo movimento…
Mahasi 1992: p.75:
"we
used to instruct the yogi whose powers of concentration have strengthened to
extend
this method of meditation to noting all that happens at his six sense
doors,"
Mahasi 1992, p.75: "noi poi abbiamo istruito lo yogi, i cui poteri
di concentrazione si sono rafforzati, grazie a questo semplice esercizio, a
estendere questo metodo di notare tutto ciò che accade verso tutte le porte dei
sensi"
Ba Khin 1985: p.94: "in fact one can
develop the understanding of anicca through any of
the
six organs of sense. In practice, however, we have found t h a t . the feeling
by
contact
of touch... is more tangible than other types of feeling and therefore a
beginner
in
Vipassana meditation can come to the understanding of anicca more easily
through
bodily feelings.... This is the main reason we have chosen the body feelings
as
a medium for the quick understanding of anicca. It is open to anyone to try
other
means,
but my suggestion is that one should have oneself well established in the
understanding
of anicca through bodily feelings before an attempt is made through
other types of feeling "
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