lunedì 2 marzo 2015

Elementi essenziali del Buddhismo

Nell’ultimo incontro ho avuto l’impressione che potesse essere utile raccogliere  in maniera sintetica quelli che potremmo considerare i Punti cardine del Buddhismo. Ho quindi messo insieme gli elementi essenziali che possono aiutare ad avere un quadro complessivo, sebbene in modo estremamente sintetico questi i punti principali. 
Dedicato a Patrizia che me lo ha chiesto...in coda al post(per motivi di privacy) ho messo anche l'Albo degli illuminati richiestomi da Andrea


Le Quattro Nobili Verità
1.La verità della sofferenza - dukkha

·         la sofferenza della nascita, causato dalle caratteristiche del parto e dal fatto di generare le sofferenze future.
·         la sofferenza della vecchiaia, che indica l'aspetto di degrado dell'impermanenza.
·         la sofferenza della malattia, determinato dallo squilibrio fisico.
·         la sofferenza della morte, generato dalla perdita della vita.
·         la sofferenza causata dall'essere vicini a ciò che non "piace".
·         la sofferenza causata dall'essere lontani da ciò che si "desidera".
·         la sofferenza causata dal non "ottenere" ciò che si "desidera".
·         la sofferenza causata dai cinque skhanda(o aggregati), ovvero dalla loro unione e dalla loro separazione. Questi sono: il corpo; le sensazioni; le percezioni; gli oggetti mentali; la coscienza.
    2. La verità dell’origine della sofferenza – dukkha samudaya
·           Il desiderio del divenire

             3. La verità della cessazione della sofferenza – dukkha nirodha
·         Esiste una via che conduce alla fine della sofferenza
             4. La verità della via che conduce alla cessazione della sofferenza dukkha nirodha gāminī paṭipadā (il sentiero verso la liberazione dalla sofferenza)
·         Il nobile sentiero
Il Nobile Ottuplice Sentiero
Tre qualità (gli otto aspetti del percorso possono essere raggruppati in tre qualità che lo yogi deve perseguire)
Saggezza (panna)

·         Retta Visione: formarsi una opinione sulle cose in armonia con la realtà
·         Retto Pensiero: corretta comprensione della realtà, corretta gestione dei contenuti mentali
Moralità (Sila)

·         Retto Discorso: astenersi dalla menzogna, dal pettegolezzo e in generale utilizzare la parola in modo consapevole ed appropriato in modo da non ferire o abusare
·         Retta Azione: non recare danno agli altri
·         Retto modo di vivere, non procurarsi da vivere con mezzi illeciti, svolgere attività eticamente non censurabili
Meditazione (samadhi)

·         Retto Sforzo: perseveranza e applicazione nel coltivare la presenza mentale
·         Retta presenza mentale: osservazione continua, attenta, imparziale e dis-identificata di tutti i fenomeni
·         Retta concentrazione: purificare la mente dai difetti mentali, essenziale per calmare la mente
Dodici Fasi per la comprensione di ogni verità
Il "Discorso della messa in moto della ruota della Dottrina" individua tre fasi nella comprensione di ogni verità, per un totale di dodici passi che vi è la necessità di compiere.
Le tre fasi per la comprensione di ciascuna verità sono:
  • Sacca-nana - conoscere la natura della verità
  • Kicca-nana - conoscere ciò che deve essere fatto in relazione a tale verità (esperienza diretta)
  • Kata-nana - realizzare ciò che deve essere fatto (piena e chiara comprensione, conoscenza)

Prima nobile verità
  • C'è la sofferenza.
  • La sofferenza deve essere compresa, sperimentata, penetrata.
  • Ho compreso la sofferenza.

Seconda nobile verità
  • Esiste un'origine della sofferenza: è l'aggrapparsi(upadana) al desiderio(tanha)/avversione(dosa).
  • Il desiderio deve essere lasciato andare.
  • Ho lasciato andare il desiderio.

Terza nobile verità
  • Esiste la cessazione della sofferenza.
  • La cessazione della sofferenza deve essere realizzata.
  • Ho realizzato che è possibile giungere alla cessazione della sofferenza.

Quarta nobile verità
  • Esiste un Nobile Sentiero che porta alla cessazione della sofferenza(Nobile Sentiero, menzionato in dettaglio in precedenza).
  • Il Nobile Sentiero che porta alla cessazione della sofferenza deve essere coltivato e realizzato.
  • Ho coltivato e realizzato il Nobie Sentiero che porta alla cessazione della sofferenza, ‘ho fatto ciò che doveva essere fatto (Buddha).
Tre Gioielli
Buddha: Illuminato, colui che raggiunto l’Illuminazione
Dhamma: ordine che governa l’Universo, legge morale, dottrina proclamata dal Buddha
Sangha: ordine monastico fondato dal Buddha
Tre caratteristiche dell’esistenza
1. Impermanenza (anicca)
2. Dolore (dukkha)
3. Non sè (anatta)
Cinque Aggregati (kandha)
1. Forma o corpo fisico (rupa) composta da: 
  • terra
  • acqua
  • fuoco
  • aria
2. Sensazione(vedana) che può essere:
·         piacevole, mentale e/o materiale
·         sgradevole, mentale e/o materiale
·         neutra
Le sensazioni sorgono quando vi è un contatto tra i sei organi interni (occhio, orecchio, naso, lingua, corpo, mente) e i sei oggetti esterni (vista, suono, odore, gusto, tatto, oggetti mentali).

3. Percezione(sañña) legata ai sei oggetti esterni: il riconoscimento e nomina di ciò che entra in contatto con le porte sensoriali

4. Formazioni mentali(sankharas): pensiero discorsivo, immaginazione, emozione, stati mentali, fermentazioni mentali)

5. Coscienza(viññana):coglie le caratteristiche dei sei oggetti esterni
Coscienza visiva
Coscienza uditiva
Coscienza olfattiva
Coscienza gustativa
Coscienza tattile
Coscienza mentale
Cinque ostacoli nella meditazione
Piaceri dei sensi
Avversione e malevolenza
Pigrizia e torpore
Ansia e preoccupazione
Dubbio


Sette fattori del Risveglio
Presenza mentale (sati)
Investigazione del Dhamma (dhammavicaya)
Energia/sforzo/applicazione (viriya)
Gioa (piti)
Tranquillità o rilassamento (passaddhi)
Concentrazione (samadhi)
Equanimità (upekkha)
Perfezioni (parami)
Generosità (dana)
Moralità (dila)
Rinuncia (nekkhamma)
Saggezza (pañña)
Energia (viriya)
Pazienza (khanti)
Veracità (sacca)
Ferma determinazione(adhitthana)
Gentilezza amorevole (metta)
Equanimità (upekkha)
Quattro dimore divine (brahmavihara)
Le quattro dimore divine aiutano a raggiungere la strada verso il Nibbana. Si intendono come quattro attitudini positive della mente che vengono sviluppate e sostenute attraverso la pratica della presenza mentale e della meditazione.
Amorevole gentilezza (metta)
Compassione (karuna)
Gioia compartecipe (mudita)
Equanimità (upekkha)
Dieci catene dell’esistenza
Queste dieci catene sono considerate come difetti mentali latenti che legano gli esseri alla permanenza nella infinita sequenza di morti e rinascite (samsara). Quali dieci? Cinque catene inferiori e cinque catene superiori.
Quali sono le cinque catene inferiori?
  •     la teoria dell'esistenza di un Sé: le visioni errate che lo riguardano
  •      il dubbio scettico: è uno stato della mente indeciso a cui nessuna domanda può rispondere
  •      l'attaccamento a precetti e pratiche: superstizione
  •      il desiderio sensoriale: attaccamento agli oggetti dei sensi
  •      la cattiva volontà: malavoglia, ostilità, avversione

Queste sono le cinque catene inferiori.
Quali sono le cinque catene superiori?
  •          Il desiderio per la forma: ambire a raggiungere le estasi relative agli assorbimenti meditativi della forma
  •          il desiderio per ciò che è amorfo: ambire a raggiungere le estasi relative agli assorbimenti meditativi della non-forma  
  •         la presunzione: il senso di superiorità
  •          l'inquietudine: agitazione
  •          l'ignoranza: illusione

Queste sono le cinque catene superiori. 
E queste sono le dieci catene."

Con il raggiungimento del 1° livello di illuminazione ‘colui che entra nella corrente’ (Sotapanna) e del 2° livello di illuminazione ‘colui che torna solo una volta’(Sakadagami), vengono recise senza più ritorno le prime tre catene: illusione rispetto al sé, dubbio scettico, attaccamento a pratiche o rituali: superstizione
Con il raggiungimento del 3° livello di illuminazione ‘colui che non torna’ (Anagami) vengono recise senza più ritorno le ultime due catene inferiori: Piaceri dei sensi, cattiva volontà
Con la realizzazione finale del 4° livello di illuminazione (Arahant) vengono recise senza più ritorno le restanti 5 catene superiori: Brama per l'esistenza nei piani della materia sottile, brama per l'esistenza nei piani immateriali, presunzione, irrequietezza, ignoranza/non conoscenza


In dettaglio i 4 livelli di illuminazione:

Sotāpanna (entrato nella corrente): quelli che hanno distrutto i primi tre lacci (errata concezione del sé), il dubbio e l'attaccamento a riti e rituali saranno al sicuro dalla caduta negli stati penosi, ossia non rinasceranno come animali, come spiriti (peta) o come esseri infernali. Potranno dover rinascere al massimo altre sette volte prima di conseguire il nibbāna.

Sakadāgāmī (che tornano una volta): quelli che hanno distrutto i tre lacci (errata concezione del sé, vedasi anattā), il dubbio e l'attaccamento a riti e rituali, che hanno saputo diminuire la tendenza alla concupiscenza e all'odio. Tali esseri conseguiranno il nibbāna dopo un'ultima rinascita nel mondo.

Anāgāmī (che non ritornano): quelli che hanno distrutto i cinque lacci inferiori (che legano al mondo dei sensi). Non rinasceranno mai più nel mondo degli esseri umani e dopo la morte rinasceranno in uno dei mondi celesti, da dove conseguiranno il nibbāna.

Arahant quelli che hanno raggiunto l'illuminazione, che hanno realizzato il nibbāna e sono pervenuti alla condizione del non-mortale, liberi da qualsiasi lievitazione delle impurità della mente; sono esseri la cui ignoranza, bramosia e attaccamento sono finiti. Conseguire lo stato di arahant è presentato nei primi testi canonici come l'obiettivo ideale per i monaci


Fonte utilizzata www.canonepali.net






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