domenica 9 dicembre 2018

Fatti non fummo per essere felici, ma per crear la vita così come ci viene..


Non siamo fatti per essere felici, siamo fatti per sopravvivere e per farlo dobbiamo creare e inventare: soluzioni, idee, ciò che serve.

Le nostre menti sono progettate per occuparsi di sopravvivere e sono brave a farlo. Sono costruite per determinare la prossima cosa da "sistemare". Questa è una primaria e grande potenzialità.
È una caratteristica cognitiva che ci ha portato ad evolvere. 

Abbiamo sviluppato tutte le principali attività umane: agricoltura, industria, ricerca scientifica e medica, abbiamo inventato le religioni e gli ideali. Tutto arriva da una delle molte specie di paura di cui ci circondiamo: morte, disordine, fame, vuoto di significato. La parte del cervello che controlla la ruminazione mentale controlla anche la creatività e non è una coincidenza.

Se senti che non riesci a smettere di preoccuparti, che continui crearti problemi, che ti ritrovi sempre con quella sottile ansia che spunta da un angolo all’altro della tua vita e che non riesci semplicemente a sederti a goderti la vita ed essere grato e felice, tranquillo rilassati, non c'è qualcosa di sbagliato in te. C'è qualcosa di sbagliato nella tua comprensione della mente umana e della felicità. Non siamo costruiti per essere "felici" nel modo un pò vago e confuso in cui pensiamo alla felicità: uno stato spensierato, grato, vagamente eccitato, circondato da affetto e soddisfatto.

Ci siamo evoluti sopravvivendo e lo abbiamo fatto con la nostra inventiva e le nostre potenzialità creative. La sofferenza si dissolve quando ci concentriamo sulla creazione piuttosto che sullo stato emotivo. Invece di pensare come il mondo ci fa sentire, concentriamoci su come possiamo creare ciò che vogliamo nel mondo iniziando da ciò che esiste, non deve essere necessariamente qualcosa di epico, ma può essere la nostra opera.
Il bene e il male diventano irrilevanti quando l'attenzione non è su: "come posso essere felice?" oppure: “perché non posso essere felice “, ma piuttosto "cosa posso creare da tutto questo?" Solo così gli ostacoli diventano opportunità e la vita può diventare un viaggio incredibile.

Tutto è creativo: stai creando cellule e pensieri mentre leggi queste parole, stai creando anidride carbonica mentre espiri. Quando passi del tempo con qualcuno che ami stai creando la relazione. Ogni volta che lavori stai creando un prodotto, forse del valore, stai creando abilità. Stai sempre creando.
La sofferenza è ciò che accade quando smetti di creare. Quando piuttosto che escogitare il prossimo passo per la tua vita, rimugini sull'ultimo. Quando invece che immaginare opportunità in precedenza inconcepibili, presumi che nulla di meglio è possibile. Quando non assumi il controllo della tua vita e hai un atteggiamento di impotenza. Quando ti senti indifeso la tua sofferenza diventa priva di significato. Quando ci concentriamo sulla creazione, il disagio, perfino il dolore, diventa parte integrante del processo.

Smettiamo di dividere le nostre esperienze emotive tra "cose ​​che ci fanno sentire bene" e "cose ​​che non lo fanno", iniziamo invece a suddividere le esperienze in "cose ​​proficue" e "cose ​​che non sono proficue”. Scegliamo di evolvere e crescere. Liberiamo in maniera consapevole la nostra capacità di integrare, pensare, amare, essere.

La creatività non è una qualità esclusiva delle arti, non è necessariamente un'esplosione di passione emotiva; può essere una scelta abituale, una parte consapevole e integrata delle nostre vite.
In quella scelta, c'è un diverso tipo di felicità, che non è passiva, ma attiva. Invece di cercare di raccogliere i benefici e la gioia del mondo che altri hanno creato, imbarchiamoci nella nostra vera missione, che è quella di creare noi stessi nel mondo.

È così che lasciamo un segno positivo intorno a noi. 
È così che troviamo la felicità vera, profonda, sostenibile.
Quando utilizziamo ciò che è dentro di noi per creare il mondo intorno a noi.






4 commenti:

  1. Fantastico spunto di riflessione per ben preparare il fatidico lunedì..

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  2. Bellissimo e profondo messaggio. Grazie

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  3. Grazie per la tua riflessione che è uno stimolo per tutti noi
    Io vedo nella sofferenza (= ansia) la motivazione che mi spinge a reagire autodeterminarmi in continui passi successivi.

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  4. Ciao Giancarlo,
    qui trovo l'essenza della pratica per me. Accettare quello che c'è e anzichè reagire implodendo nel vortice di continui stati mentali nocivi, rispondere osservando la realtà per come è, senza desiderare un'altra realtà. La vera e profonda accettazione è molto difficile, ma ha un germoglio molto profondo e importante: la libertà.
    Grazie per le tue parole.

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