domenica 27 maggio 2018

Insegnamenti sull’Originazione Dipendente Ven. Mahāsī Sayādaw - Originazione 2


Questo è il secondo di una serie di post dedicati ad uno degli insegnamenti centrali del buddhismo ovvero l'Originazione condizionata o originazione inter-dipendente. La risorsa da cui prendo i materiali sono delle trascrizioni che poi sono state tradotte ed editate in un libro intitolato 'Un discorso sull'originazione dipendente'. Le registrazioni sono state trascritte in modo meticoloso, quindi tradotte in inglese da U Aye Maung. Le ultime modifiche ed integrazioni sono da attribuire a Bhikkhu Pesala nel 2011. Nel blog suddivido il contenuto del libro in una serie di post più brevi e taglio alcune parti meno rilevanti per facilitarne la lettura, l'integrazione e la pubblicazione web. Tutti i post dedicati a questi insegnamenti potranno facilmente essere ritrovati nel Menu laterale 'Tracce'. La traduzione in italiano non è mia e non ne conosco l'autore

 Originazione. 2

1.1  Il dhamma è solo per il saggio

Il Dhamma è sottile (nipuṇo) e può essere realizzato solo dal saggio (paṇḍitavedanīyo). Qui la parola “saggio” si riferisce a coloro che hanno la saggezza connessa all’insight, al Sentiero e al nibbāna. Il Dhamma non ha nulla a che vedere con la conoscenza secolare posseduta dai filosofi, dai capi religiosi, dagli scrittori o dai grandi scienziati. Comunque, chiunque può comprenderlo se contempla i fenomeni fisici e mentali nel momento in cui sorgono. Se attraversando progressivamente le fasi dell’insight, si otterranno il Nobile Sentiero e le sue quattro Fruizioni.
Quando il Buddha considerò la natura degli esseri viventi, scoprì che la maggior parte era immersa nel piacere sensuale. Naturalmente c’erano alcune eccezioni, come i suoi cinque ex compagni nel ritiro della foresta, o i due brahmini che più tardi sarebbero diventati i capi dei discepoli del Buddha. Tuttavia, la maggior parte, guarda al godimento del piacere come alla meta suprema dell’esistenza. Gli uomini ordinari e i deva tengono in alta considerazione tale piacere perché non hanno sentore di valori più elevati, come la concentrazione profonda, l’insight e il nibbāna.


"...Sono come bambini che trovano piacere a giocare con i loro giocattoli per tutto il giorno. I piaceri sensuali non interessano ai Buddha e agli arahant. Una persona che trova piacere nella sensualità può essere paragonata a paesani che vivono in una remota area rurale. A coloro che abitano nelle città sembrano assolutamente bisognosi, poveri di cibo, con vestiti grossolani, abitazioni primitive e scarpe infangate, ma i paesani sono felici e non ci pensano proprio ad andarsene. Allo stesso modo, i cercatori di piacere sono cosi attaccati ai loro familiari, amici e beni che non riescono proprio ad immaginare qualcosa di più nobile e si sentono a disagio senza lo stimolo degli oggetti sensoriali. È difficile per loro apprezzare la sottile e profonda dottrina della Originazione Dipendente e il nibbāna...."

1.2  Il Dhamma è profondo

L’insegnamento del Buddha ha poca attrattiva per la maggior parte delle persone perché è diametralmente opposto alla sensualità. Anche un discorso ordinario, per non parlare di uno sul nibbāna, è impopolare se non ha un’attrattiva sensuale. La gente non sembra essere interessata al nostro insegnamento e questo non fa meraviglia, perché esso manca di una melodiosa interpretazione, di aneddoti, scherzi e altre attrazioni. Diventa accettabile solo per quelli che hanno praticato la meditazione o che sono onestamente alla ricerca di pace spirituale e libertà dagli impedimenti. È un errore deprecare i sutta confondendoli con quei discorsi che contengono storie e scherzi.

Discorsi come l’Anattalakkhana Sutta e il Satipaṭṭhāna Sutta differiscono dai discorsi popolari perché essi sono profondi. La dottrina dell’Originazione Dipendente appartiene al Sutta Piṭaka, ma può essere classificata come Abhidhamma perché è spiegata nel modo analitico tipico dell’Abhidhamma Piṭaka. Poiché questo insegnamento utilizza anche il metodo analitico, alcuni lo confondono con l’Abhidhamma e non riescono a seguirlo, per non parlare di ottenere il Sentiero e il nibbāna, che esso enfatizza. L’Originazione Dipendente è difficile da capire perché essa riguarda la correlazione tra cause ed effetti.

Prima che il Buddha proclamasse questo insegnamento, era difficile comprendere che nessun sè esiste in modo indipendente dalla legge di causazione.
I commenti sottolineano inoltre il carattere astruso della dottrina. Secondo loro, quattro argomenti sono molto profondi: le Quattro Nobili Verità, la natura di un essere vivente, la natura della rinascita e l’Originazione Dipendente.

In primo luogo, è difficile accettare le verità riguardanti la sofferenza, le sue cause, la sua cessazione, e la via per giungere a tale cessazione. È abbastanza difficile riuscire ad apprezzare queste verità; e ancora più difficile è insegnarle agli altri.

In secondo luogo, è difficile capire che un essere vivente è semplicemente un processo psicofisico senza nessun sé intrinseco, e che questo processo è soggetto alla legge del kamma, che determina il proprio futuro in dipendenza dalle proprie azioni.

In terzo luogo, è difficile vedere come la rinascita si verifica a causa di contaminazioni e kamma, senza che vi sia un trasferimento di mente e materia da una vita precedente.

Infine, l’Originazione Dipendente è difficile da comprendere pienamente perché essa abbaccia i tre precedenti astrusi insegnamenti. Quando si procede in avanti lungo l'enunciazione di cause ed effetti rispecchia le prime due Nobili Verità, la natura di un essere vivente e la rinascita, mentre andando a ritroso affronta le altre due verità.

Quindi la dottrina è molto difficile da afferrare o da insegnare. Spiegarla a qualcuno che ha ottenuto il Sentiero e il nibbāna o a qualcuno che ha studiato il Tipiṭaka potrebbe essere facile. Però non significa molto per chi non ha insight, conoscenza dottrinale. Lo scrittore del commentario all’Originazione Dipendente era qualificato per spiegarlo perché aveva ottenuto gli stadi inferiori del Sentiero. Per lo meno egli aveva avuto una conoscenza completa del Tipiṭaka. Probabilmente egli accentuò la sua profondità cosicché potesse essere studiata più seriamente, paragonando la sua difficoltà nello spiegare a quella di un uomo che, tuffatosi nell’oceano, non riesce a toccare il fondo. Egli afferma di avere scritto l’esegesi basata sul Tipiṭaka e sui vecchi commentari tramandati dalla tradizione orale.
Lo stesso potrebbe dirsi del mio maestro. Poiché la dottrina è difficile da spiegare, si dovrebbe prestare speciale attenzione ad essa. Se si segue l’insegnamento in modo superficiale, non si comprenderà nulla, e senza una conoscenza sufficiente della dottrina si è destinati a soffrire in molte esistenze.

La sostanza dell’insegnamento è la seguente: In dipendenza dall’ignoranza (avijjā) sorgono le formazioni mentali (saṅkhārā). Dalle formazioni mentali sorge la coscienza della rinascita (viññāṇa). La coscienza dà origine a mente e materia (nāmarūpa). Da mente e materia sorgono le sei basi dei sensi (saḷāyatana).

Dalle sei basi sensoriali sorge il contatto (phassa). Il contatto causa la sensazione (vedanā), la sensazione porta al sorgere desiderio (taṇhā) (o del suo contrario l'avversione dosa. n.d.a.) e dal desiderio consegue l’attaccamento (upādāna). L’attaccamento produce il divenire (bhava), e dal divenire sorge la nascita (jāti). Alla fine, la nascita conduce alla vecchiaia (jarā), alla morte (maraṇaṃ), al dolore (soka), al lamento (parideva), la sofferenza (dukkha), il rimpianto (domanassa) e alla disperazione (upāyāsa). In tal modo sorge l’intera massa della sofferenza.

(vecchiaia, morte, dolore, lamento, sofferenza sono tutti aspetti del del 12° anello. n.d.a. )

Fine di Originazione 2

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