continua dal post precedente aganna sutta 4
....Ora avvenne che uno di quegli esseri incline alla pigrizia pensò: “Perché devo mangiare riso di sera per cena e al mattino per colazione? Se mangiassi tutto il riso soltanto una volta al giorno?” E così fece.
....Ora avvenne che uno di quegli esseri incline alla pigrizia pensò: “Perché devo mangiare riso di sera per cena e al mattino per colazione? Se mangiassi tutto il riso soltanto una volta al giorno?” E così fece.
Poi un
altro si avvicinò e gli disse: “Andiamo a mangiare del riso.”
“Amico mio, non
ne ho bisogno, io lo mangio solo una volta al giorno.” Cosi un altro, seguendo
il suo esempio, iniziò a mangiare il riso una volta ogni due giorni, dicendo:
“Dovrebbe essere sufficiente.” Poi un altro essere si avvicinò e disse a
quest’ultimo: “Andiamo a mangiare il riso.” “Non ne ho bisogno, amico mio, io
lo mangio solo una volta ogni due giorni.” (lo stesso per quattro, poi per otto giorni). Comunque,
quando quegli esseri iniziarono a cibarsi delle scorte accumulate di riso, la
polvere e la cenere iniziò a coprire i grani, e così coltivato il riso non
rigermogliava, e una volta liberata la pula, il riso germogliò in steli
separati.
Allora quegli esseri si radunarono e iniziarono a
lamentarsi: “Dei sentieri malvagi hanno preso il predominio fra noi: prima
eravamo fatti di mente, ci nutrivamo di gioia, …
ed il riso germogliava in steli separati. Perciò ora coltiveremo il riso in terreni circondati da confini.” E così fecero.
ed il riso germogliava in steli separati. Perciò ora coltiveremo il riso in terreni circondati da confini.” E così fecero.
Allora, Vasettha, un certo essere colmo d’avidità, mentre
badava al suo appezzamento, occupò un altro appezzamento che non gli
apparteneva, godendo dei suoi frutti. Così lo sorpresero e gli dissero: “Hai
compiuto un’azione malvagia, ti sei impossessato di un appezzamento che non ti
apparteneva! Non commettere un’azione del genere mai più!” “Va bene.” disse
quell’essere, ma fece di nuovo la stessa cosa una seconda ed una terza volta.
Di nuovo lo sorpresero e lo ammonirono, ed alcuni lo colpirono con pugni, altri
con pietre, ed altri ancora con bastoni.
Così sono nati, Vasettha, il furto, la
calunnia, la menzogna e la punizione.
Allora quegli esseri si radunarono e iniziarono a
lamentarsi sulla nascita di queste azioni malvagie fra loro: il furto, la
calunnia, la menzogna e la punizione. E pensarono: “E se nominassimo un essere
capace di adirarsi quando c’è bisogno di adirarsi, di rimproverare coloro che
sono da rimproverare, di bandire coloro che sono da bandire! In cambio gli
daremo una parte di riso.”
Così scelsero fra di loro colui che era più di bell’aspetto,
il più bello, il più avvenente e capace, e gli chiesero di fare questo per loro
in cambio di una parte di riso, e lui accettò.
“La scelta della gente” è il significato di Maha-Sammata,
che rappresenta il primo titolo effettivo usato.
“Signore delle terre” è il
significato di Khattiya, il secondo titolo.
“Allieta gli altri con il Dhamma”
è il significato di Raja, il terzo titolo usato.
Questa, Vasettha, è l’origine
della casta dei Khattiya, conforme agli antichi titoli usati per loro. La loro
origine è tra questi esseri, come noi, senza distinzione, e conforme al Dhamma,
non diversamente.
Il Dhamma è la migliore conoscenza per ogni persona
In questa vita e nella prossima.
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In questa vita e nella prossima.
Quindi alcuni di questi esseri pensarono: “Azioni malvagie sono
apparse fra gli esseri, come il furto, la calunnia, la menzogna e la punizione.
Dobbiamo abbandonare queste azioni malvagie e non salutari.” E così fecero.
“Coloro che hanno abbandonato le azioni malvagie e non salutari” è il
significato di Brahmano, che è il primo titolo effettivo usato da alcune
persone. Costoro abitavano nelle foreste per meditare. Con il fuoco spento, con
il pestello gettato da parte, elemosinavano il pasto quotidiano, andando in
giro in villaggi, città e capitali del regno, per poi ritornare alle loro
capanne per meditare. Le persone notarono come vivevano e meditavano.
“Coloro
che meditano” è il significato di Jhayaka, il secondo titolo usato.
Comunque, alcuni di quegli esseri, non portati a
coltivare la meditazione in capanne nelle foreste, si stabilirono in città,
villaggi a comporre testi. Le persone notarono come vivevano costoro senza
coltivare la meditazione. “Coloro che ora non meditano” è il significato di
Ajjhayaka, il terzo titolo usato. A quel tempo designava un titolo inferiore,
mentre oggi è tra i più importanti. Questa, Vasettha, è l’origine della casta
dei Brahmini conforme agli antichi titoli usati per loro. La loro origine è tra
questi esseri, come loro, senza distinzione, e conforme al Dhamma, non
diversamente.
Il Dhamma è la migliore conoscenza per ogni persona
In questa vita e nella prossima.
Il Dhamma è la migliore conoscenza per ogni persona
In questa vita e nella prossima.
Allora, Vasettha, alcuni di quegli esseri, sposandosi,
iniziarono a creare vari mestieri, e la parola “Vari” è il significato di
Vessa, usato come titolo effettivo per questa categoria di persone. Questa,
quindi, è l’origine della casta dei Vissa (mercanti), conforme agli antichi titoli. La loro origine è tra questi esseri, come loro, senza
distinzione, e conforme al Dhamma, non diversamente.
Il Dhamma è la migliore conoscenza per ogni persona
In questa vita e nella prossima.
In questa vita e nella prossima.
E quindi, Vasettha, gli esseri rimasti iniziarono a
vivere di caccia. “Coloro che conducono un’esistenza inferiore vivendo di caccia”
è il significato di Sudda, effettivo titolo a loro dato. Questa, quindi, è
l’origine della casta dei Sudda (servi),
conforme agli antichi titoli. La loro origine è tra questi esseri, come loro, senza
distinzione, e conforme al Dhamma, non diversamente.
Il Dhamma è la migliore conoscenza per ogni persona
In questa vita e nella prossima...segue
Fonte: The long Discourses of the Buddha - Digha Nikaya. Traduzione dal Pali di Maurice Walshe - Wisdom Publication, discorso n.27
In questa vita e nella prossima...segue
Fonte: The long Discourses of the Buddha - Digha Nikaya. Traduzione dal Pali di Maurice Walshe - Wisdom Publication, discorso n.27
Per la traduzione in italiano ho utilizzato come traccia generale la traduzione presente in canonepali.net, a cui ho apportato delle modifiche.
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