...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)
Nella dottrina buddhista sono chiamati gli Aggregati
dell’Attaccamento (upadana-khandha).
Questi gruppi sono semplicemente categorie, sottosistemi, o
funzioni di base, nelle quali possono essere analizzati tutti gli aspetti di
ciò che costituisce “l’essere umano”, o il sistema dell’individuo.
Di nessuno di loro possiamo dire che sia il “sé”, “del
sé”, “nel sé”, o “me stesso”; essi non hanno niente a che fare con “la personalità”
o “l’individualità” e non c’è nessun “sé” distinto e separato da loro
verificabile. Ma poichè questi Cinque Aggregati fisici e mentali, che sono
interdipendenti, lavorano insieme, in combinazione, come una macchina
psico-fisiologica, noi ci formiamo l’idea di identità personale. Questa però è
un’idea illusoria, una semplice formazione-mentale.
I cinque aggregati sono anche chiamati “gruppi”. Il motivo è
che, mentre guardandoli superficialmente si presentano come una massa compatta,
ad un’osservazione più attenta si rivelano invece costituiti da vari elementi.
Ma non bisogna fermarsi qui. L’ulteriore osservazione rivela che sono fattori
condizionati che nascono e muoiono come correnti o flussi di energia. La loro
apparente compattezza ne maschera la verità, perché l’attaccamento latente alla
preservazione del sé si afferra a questi fattori come se fossero una massa
immutabile e in questo modo il ciclo continua vita dopo vita. Gli insegnamenti
ci aiutano quindi a spezzare la falsa idea di un’entità durevole, la falsa compattezza è data dalla
- Continuità: che si spezza vedendone la discontinuità, ad esempio nell’impermanenza;
- Massa: che si spezza vedendo con chiarezza le differenti caratteristiche o qualità;
- Funzione: che si spezza vedendo chiaramente come le funzioni (vedere, sentire, etc.) sono costituite da una molteplicità di processi e di eventi;
- Oggettualità: che si spezza vedendo come la coscienza e gli stati mentali prendono oggetti diversi in momenti diversi, e che questi oggetti nascono e muoiono istantaneamente.
I cinque aggregati sono:
L’aggregato della materia;
L’aggregato delle sensazioni;
L’aggregato della percezione;
L’aggregato delle formazioni mentali;
L’aggregato della coscienza.
Il primo è l’Aggregato della Materia (rupa-khandha)
Detto anche Aggregato della Forma. L’intero regno della
materia, interna o esterna, è incluso in questo gruppo. Costituisce l’aspetto
fisico e materiale del mondo, incluso gli esseri umani. Si riferisce ai fenomeni
condizionati non-consci, quelli noti come i Quattro Grandi Elementi (della
materia):
- Solidità/rigidità/durezza/morbidezza (terra),
- fluidità/coesione (acqua),
- caldo/freddo (fuoco),
- moto/movimento/tensione (aria).
Include anche i Derivati dei Quattro Grandi Elementi, che
comprendono in particolare il corpo umano, col suo sistema nervoso e gli
oggetti di senso (il mondo). Quindi, sono inclusi i nostri cinque organi di
senso materiali (occhio, orecchio, naso, lingua, corpo) e i loro corrispondenti
oggetti nel mondo esterno (forma visibile, suono, odore, sapore, oggetti
tangibili).
Non è difficile capire perché si producono attaccamento e
identificazione verso queste qualità materiali. La natura grossolana della
materia dà un senso di realtà e stabilità, come si dice: crediamo a quello che
vediamo. Riceviamo un certificato di nascita quando siamo nati, poi riceviamo
una carta d’identità con la nostra foto e forse l’impronta digitale. Altri
certificati affermano che una certa casa, una certa auto e altri oggetti
materiali sono “nostri”. Sono compresi anche altri corpi, che chiamiamo i
nostri amici, nostra moglie, nostro marito, i nostri figli. Tutte queste
identificazioni, relative a noi stessi e agli altri, rafforzano le nostre
credenze e i nostri attaccamenti e diventano istituzionalizzate. Abbandonarle
significa andare contro il resto del mondo. Ma l’attaccamento fondamentale è
quello relativo a noi stessi.
Durante l’addestramento si utilizzano specifiche meditazioni
relative alla forma materiale, contemplazioni che riguardano il corpo
la contemplazione consapevole del corpo per suscitare il
distacco dalla forma materiale.
la meditazione sulle impurità del corpo
la meditazione sui cadaveri nei cimiteri(quest’ultima caduta
sempre più in disuso per le difficoltà oggettive che comporta la sua
realizzazione).
Sono meditazioni particolarmente utili alle persone che
hanno forti attaccamenti agli oggetti dei sensi. Un forte distacco concentrato,
una volta sviluppato, non rimuove soltanto l’ostacolo della bramosia sensuale,
ma contribuisce a indebolire l’identificazione con l’io, passo indispensabile
per lo sviluppo della saggezza derivante dalla visione profonda.
Un altro metodo è la contemplazione, o riconoscimento, dei
quattro elementi. In questo caso, l’osservazione nota le caratteristiche degli
elementi favorendo la visione delle tre caratteristiche universali.
La meditazione sul respiro ha un forte effetto calmante
sull’agitazione, mentre la meditazione di chiara comprensione rende possibile
la visione profonda in tutte le nostre attività.
Quando il corpo è semplicemente percepito come qualità
materiali che sorgono e scompaiono, sviluppiamo la visione profonda delle tre
caratteristiche universali della natura.
Così:
- La contemplazione degli elementi spezza l’illusione della solidità.
- La contemplazione delle impurità spezza l’illusione della bellezza.
- La contemplazione delle varie parti del corpo spezza l’illusione di una massa unica.
- La contemplazione dell’impermanenza, della sofferenza e del non sé spezza il processo dell’identificazione e porta a riconoscere la realtà dietro i fenomeni.
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