martedì 9 luglio 2013

Diversi aspetti della coscienza (citta in pali)

Dal libro di Nina Van Gorkom(Abhidhamma in daily life presumo), tradotto in italiano da Antonella.Comba con il titolo Abhidhamma nella vita quotidiana.

Il Buddha parlò per tutta la sua vita invitandoci e indicandoci tutto ciò che è reale in rapporto a tutto ciò che è illusione. Il contenuto del suo insegnamento può essere verificato mediante la nostra esperienza. Tuttavia, noi prevalentemente non siamo in contatto veramente con le realtà più comuni della vita quotidiana, cioè i fenomeni mentali e i fenomeni fisici che si manifestano attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il senso corporeo e la mente, ma, a quanto pare, siamo per lo più interessati al passato o al futuro e ai modi in cui interpretiamo soggettivamente gli eventi delle nostre vite. Scopriremo però che cosa è realmente la vita se conosceremo meglio le realtà del momento presente e se impareremo a esserne consapevoli allorché appaiono.

Il Buddha spiegò che la coscienza(citta)è una realtà ultima.
Potremmo tuttavia dubitare che le coscienze(citta), cosi come ci vengono presentate nell'Abhidhamma, siano reali. Come possiamo provare che esistono? È possibile che ci siano solo fenomeni fisici e non fenomeni mentali? Ci sono molte cose nella nostra vita che diamo per scontate: la casa, il cibo, i vestiti e gli strumenti che usiamo ogni giorno. Queste cose non appaiono da sé, ma sono sperimentate da una mente pensante, la coscienza(citta). Essa è un fenomeno mentale che conosce o sperimenta qualcosa. Non è come un fenomeno fisico che non sperimenta alcunché: per esempio, se ascoltiamo una musica che è stata scritta da un compositore, sappiamo che è stata la coscienza(citta) ad avere l’idea di scriverla e che ha mosso la mano del compositore affinché egli scrivesse le note. La sua mano non potrebbe essersi mossa senza la coscienza(citta).

Sappiamo poi quali sono le diverse azioni compiute sulla spinta della coscienza(citta): azioni positive, come quelle ispirate dalla generosità, sia azioni negative, come quelle dettate dalla crudeltà e dalla falsità, e queste azioni producono effetti diversi.
Per sovrappiù non c’è solo un tipo di coscienza(citta), ma ce ne sono molte, dal momento che ogni persona reagisce in modo diverso a ciò che sperimenta: ciò che è gradito a una persona può risultare sgradito a qualcun altro. Analogamente, possiamo notare che quando due persone intendono creare lo stesso oggetto, il risultato è piuttosto diverso. Per esempio, quando due pittori dipingono lo stesso albero, i loro dipinti possono essere molto differenti. Gli esseri umani hanno talento e capacità peculiari: per esempio, alcuni non hanno difficoltà a studiare, mentre altri sono inadatti allo studio. Le coscienze(citta) non sono soggette al nostro controllo, in quanto ciascuna di esse sorge se ci sono determinate condizioni. Perché ci sono differenze tanto profonde fra le persone? Perché, nel tempo, esse accumulano tendenze diverse? Quando si insegna a un bambino a essere generoso fin dalla più tenera età, egli può accumulare la generosità; per contro, coloro che sono spesso in collera accumulano molta rabbia generano poi un’indole di carattere. Tutti noi accumuliamo tendenze, gusti e capacità.

Ogni coscienza(citta) che sorge svanisce poi completamente ed è seguita dalla coscienza(citta) successiva. Come può esserci allora un’accumulazione di tendenze positive e negative? Ciò è possibile perché dopo ogni coscienza(citta) ne sorge un altra: la nostra vita è una serie ininterrotta di coscienze(citta), ciascuna delle quali condiziona quella successiva. Il processo si ripete senza sosta e così il passato condiziona il presente. Di fatto le coscienze(citta) positive e negative del passato condizionano le nostre tendenze attuali e così si accumulano le tendenze positive e negative.
Tutti noi abbiamo accumulato molte tendenze impure e inquinanti (kilesa, lett. “afflizioni”). Gli inquinanti sono per esempio la cupidigia o l’attaccamento (lobha), l’avversione o la rabbia (dosa) e la confusione o illusione (moha); essi possono avere gradazioni diverse: esistono inquinanti sottili o tendenze latenti, inquinanti medi e grossolani.

Gli inquinanti sottili non si manifestano insieme alla coscienza(citta), ma sono latenti: si accumulano e rimangono dormienti nella coscienza(citta) . Quando dormiamo un sonno senza sogni, non ci sono inquinanti, ma sono presenti tendenze latenti non salutari. Allorché ci svegliamo, gli inquinanti ricominciano a sorgere: infatti come potrebbero manifestarsi se in ogni coscienza(citta) non si fossero accumulate tendenze latenti non salutari? Essi rimangono presenti nella coscienza(citta) finché la saggezza non li estirpa definitivamente.

Gli inquinanti medi sono diversi da quelli sottili perché sorgono insieme alla coscienza(citta) e non rimangono allo stato latente. Le coscienze(citta) accompagnate da questo tipo di inquinanti sono radicate nella cupidigia, nell’avversione e nella confusione. Un inquinante medio è per esempio l’attaccamento a ciò che si vede, si ode o si sperimenta attraverso il senso corporeo, oppure l’avversione per certi oggetti dell’esperienza. Un inquinante di media intensità non provoca azioni negative.

Gli inquinanti grossolani motivano a compiere mediante il corpo, la parola e la mente atti non salutari o (akusala-kamma), quali uccidere, calunniare o nutrire l’intenzione di appropriarsi dei beni altrui.

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