Pubblico questo bel sutta-discorso
in cui il Buddha ci offre delle interessanti metafore sulle trasformazioni che
il meditante ha l’opportunità di innescare lungo il progresso dell’insight.
Quella del serpente che
lascia la sua vecchia pelle è una metafora che mi piace molto perché richiama
un processo naturale che avviene nella vita del serpente che, in modo del tutto
indolore, in certe fasi della sua esistenza cambia pelle. Per il serpente la pelle
è un elemento del corpo fondamentale, la usa per mimetizzarsi e sopravvivere,
per farsi riconoscere e riprodursi, ma anche per cacciare e nutrirsi.
Il serpente evoca profonde sensazioni di paura e fascino, proprio come i cambiamenti. Molte antiche tradizioni lo vedono come la forza vitale che dimora alla base della spina dorsale; le leggende relative ai suoi magici poteri: trasformarsi e trasmutare in un ciclo senza fine di morte e rinnovamento sono nate proprio dalla sua facoltà di mutare la pelle molte volte. Mi sembra una bella metafora, cosa ne dite?
Il serpente evoca profonde sensazioni di paura e fascino, proprio come i cambiamenti. Molte antiche tradizioni lo vedono come la forza vitale che dimora alla base della spina dorsale; le leggende relative ai suoi magici poteri: trasformarsi e trasmutare in un ciclo senza fine di morte e rinnovamento sono nate proprio dalla sua facoltà di mutare la pelle molte volte. Mi sembra una bella metafora, cosa ne dite?