Il Buddha parlò di tutto ciò che è reale, perciò il contenuto del suo insegnamento può essere verificato mediante la nostra esperienza. Tuttavia, non conosciamo veramente le realtà più comuni della vita quotidiana, cioè i fenomeni mentali e i fenomeni fisici che si manife stano attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il senso corporeo e la mente; a quanto pare, siamo per lo più interessati al passato o al futuro. Scopriremo però che cosa è realmente la vita se conosceremo meglio le realtà del momento presente e se impareremo a esserne consapevoli allorché appaiono.
Il Buddha spiegò che il citta (la coscienza) è una realtà in sè. Potremmo tuttavia dubitarne, come possiamo provare che la, o le coscienze, esistano come fenomeno?
meditazione vipassana
Approfondimenti e Canti
venerdì 10 novembre 2023
La Coscienza (citta in lingua Pali) nelle sue manifestazioni
giovedì 13 luglio 2023
Le Relazioni, l'Equilibrio, l'Armonia
Ne abbiamo bisogno per sentirci bene, quando in qualche caso i risultano non sono quelli sperati, restiamo delusi, ma quando smettiamo di farlo non è un bel segno. La connessione con le cose, gli eventi e le persone intorno a noi è importante e non ci si sforza mai abbastanza nel coltivarla e gestirla. A scuola non viene insegnato nulla al riguardo, il mondo del lavoro troppo spesso divide piuttosto che aggregare, in ambito familiare non sempre le cose funzionano.
Ma ci sono alcune idee essenziali che possono aiutare. La connessione è l'esperienza dell'unità, delle relazioni condivise, dei sentimenti, delle storie vissute insieme.
mercoledì 29 marzo 2023
Piccoli stratagemmi per riorganizzare intenzionalmente l’esistenza
Sostenere le nostre responsabilità personali con grazia ed empatia sociale, sviluppare un temperamento sano ed etico nei contesti un cui ci muoviamo è sicuramente auspicabile, se non cruciale, per accogliere il mondo ed esserne ben accolti. La presenza mentale è un alleato nel quale possiamo trovare un valido supporto, soprattutto nella nostra vita quotidiana.
sabato 23 luglio 2022
Gocce
Ciò che esiste: la materia intorno a noi, ciò che accade nelle infinite modalità in cui si manifestano le cose del mondo 'la fuori'; i colori, le forme, i sapori, le esperienze che ne facciamo e sperimentiamo sono, in grande misura, ciò che definiamo 'esistenza', e questo esistere si colora con le tonalità delle nostre esperienze interiori, il nostro sentire. La relazione tra quel 'qualcosa la fuori' e il sentire interiore costituisce il nostro campo di osservazione.
Il mondo con tutte le sue 'cose', i suoi universi e galassie nella sua immensità, con gli atomi e le particelle elementari che ne compongono la sostanza è in continuo mutamento. Tutto cessa e rinasce mentre la mente umana ne coglie solo quella porzione che i sensi le consentono di intercettare.
La mente umana non ha creato l'esistenza e quindi è sola. Là fuori c'è qualcosa che era già lì prima che le nostre abilità cognitive si sviluppassero.
sabato 11 giugno 2022
Perchè in fondo lo sappiamo...
Fondamentalmente è nella natura della mente, non è che siamo sbagliati, si è sviluppata così, tra timori e speranze, tra successi e fallimenti, soddisfazioni e delusioni e in qualche modo la cosa ci sembra che funzioni.
Ma possiamo migliorare! Possiamo provare a restare in contatto con le parti migliori del nostro 'Sentire il mondo'. Il trucco è vivere nella società e nel mondo imparando a mettere in gioco la nostra voce interiore e poi vedere i risultati. È importante accedere a quella guida interiore per aiutarci a elevarci sia mentalmente che emotivamente in modo da vivere la nostra vita in un modo qualitativamente migliore. E' importante riconoscere e scegliere tra le vie indicate dell'egoismo e dal desiderio e quelle indicate dalla saggezza e dalla gentilezza.
Perchè in fondo al cuore noi sappiamo...
Perchè nella vastità dei percorsi delle nostre coscienze possiamo conoscere e scegliere...
Per noi, per quelli intorno a noi...
Per la Libertà!
lunedì 21 febbraio 2022
Cenni sugli oggetti di meditazione in vipassana
All’inizio della pratica meditativa, il praticante, auspicabilmente, viene istruito direttamente da un insegnante, che solitamente se ci si trova in un ritiro, lo invita a seguire determinate procedure fino a seguire con continuità un oggetto di meditazione principale con lo scopo principale di sviluppare calma e consapevolezza che sono gli stati mentali che contribuiscono al progresso dell'insight. Spesso invece si cerca su libri e testi, in qualche video e nelle molte meditazioni guidate pubblicate sul web, indicazioni su come portare avanti la propria pratica meditativa in vipassana. Nulla di sbagliato, specialmente in questi ultimi anni stravolti dalla Pandemia, ma spesso nei praticanti nascono dei dubbi sulle procedure o tecniche da adottare e in relazione all’oggetto di contemplazione. Proviamo ad approfondire un pochino questo aspetto.
lunedì 27 dicembre 2021
Come si esce dalle cornici di cui siamo parte?
Questo accade in particolar modo quando l'attaccamento alle proprie opinioni, idee o credenze prende il sopravvento sulla capacità integrare e accogliere la diversità. Quando il soggettivo prende il sopravvento su ciò che è oggettivo e la propria visione personale inizia a filtrare la realtà, distorcendola o rimodellandola, quello è il momento in cui dobbiamo saper cogliere i segni delle modalità con cui ci aggrappiamo alla nostra visione del mondo.
Si tratta di una forma di attaccamento, spesso sottile, ma che può portare a sgradevoli conseguenze. Come accorgersene e quali le contromisure? Come si esce dalle cornici di cui siamo parte?
Sette piccoli suggerimenti sull’Arte di Ascoltare
- Non aver fretta di giungere alle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera dell’esperienza
- Quel che vedi lo vedi dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista devi cambiare punto di vista
- Se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo, devi assumere che possa aver ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva
- Le emozioni sono strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprenderne il linguaggio, non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico
- Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come: trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti; incongruenti con le proprie certezze.
- Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti
- Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare l’umorismo viene da sé.
domenica 17 ottobre 2021
Rilassiamoci. Abbiamo i nostri limiti
Non si tratta di mancanza di cultura o informazione, è cosa diversa dal non sapere come funziona un computer, quale sia la capitale della Moldavia (Chișinău) o non sapere nulla sulla storia del Medio Evo, tipo non sapere chi fosse l'Imperatore del Sacro Romano Impero nel 1248 dC. (Federico II, quello della Reggia di Caserta), senza contare che ci sono almeno altri 17 calendari che iniziano con differenti riferimenti ad altri Imperatori, Dei, Profeti. Insomma, ignorare è una condizione più facile che conoscere.
Il fatto è che l’illusione, generata da errate o superficiali percezioni, genera...
sabato 4 settembre 2021
Two old friends song
The sea calls, a heart wait
the sun sets, a dream ends
meet you on the other shore...
Oh friend,
how many sea to splash,
how many shores to reach,
how many bridges to walk...
Oh friend,
how many thoughts to vanish,
perhaps too many dear friend,
but we have this moment...
Oh dear friend,
domenica 21 marzo 2021
Lo stato naturale della pratica
Siamo inseparabilmente parte della natura. La presenza mentale sviluppata grazie alla pratica meditativa ha lo scopo di rendere questa realtà esplicita e concreta. La meditazione è l'assorbimento e il rilassamento della forza cognitiva e creativa della mente nella totalità dell’esperienza del momento, accettando il nostro posto nello stato naturale delle cose, così come sono.
Nella pratica meditativa è però utile avere una disciplina, una chiara e consapevole aspirazione. Se coltiviamo una chiara intenzione e una genuina aspirazione, allora la nostra vita spirituale e personale trova equilibrio nei suoi progressi proprio nel naturale terreno della nostra semplice esperienza nel dispiegarsi degli eventi.
Abbiamo solo bisogno di esserci.
lunedì 18 gennaio 2021
Il vuoto
Nella cultura occidentale, il concetto di ‘vuoto’ è visto come una condizione che desta preoccupazione, è spesso associato a situazioni problematiche come: perdita, assenza di energia, di senso o motivazione, depressione, apatia o nichilismo. Nelle culture orientali, nelle cui radici trovano origini molte tradizioni buddhiste le cose sono un poco differenti, proviamo ad approfondire come.
La parola cinese per vuoto è kōng (空); inteso come spazio. In molte religioni orientali, il vuoto è associato alla meditazione invece che alla negatività. Śūnyatā, l'insegnamento che tutte le cose sono prive di significato intrinseco, è un principio fondamentale del buddhismo. Anche il saggio taoista Lao Tzu sulla natura del vuoto scrisse: “uniamo i raggi insieme in una ruota, ma è il foro centrale che fa muovere il carro. Modelliamo l'argilla in una pentola, ma è il vuoto all'interno che contiene tutto ciò che vogliamo. Lavoriamo il legno per costruire una casa, ma è lo spazio interno che la rende vivibile ".
Avvicinarci al concetto orientale di vuoto non solo aiuterà a trovare la pace interiore, ma paradossalmente aiuterà a vivere una vita più piena.
mercoledì 16 settembre 2020
Spiritualità questa Sconosciuta
Eppure chi pratica meditazione si trova spesso a fare i conti con questa parola e con tutto ciò che ognuno di noi intende per Spiritualità. Cosa intendiamo con questo termine? Quali territori concettuali frequentiamo grazie ad essa. Per alcune persone, penso che la parola sia un eufemismo per ciò che ha a che fare con la religione, la interpretano come una parola in codice per riferirsi alle proprie convinzioni su Dio o entità superiori, magari per dire agli altri cosa è meglio fare per evitare una caduta in disgrazia o nel peccato.
domenica 12 aprile 2020
Abhidhamma nella vita quotidiana. Capitolo 5 - Le diverse gradazioni del lobha la brama o cupidigia
CAPITOLO V
Il lobha o cupidigia conduce alla sofferenza: se veramente ce ne rendiamo conto, desideriamo estirparlo. Non si può tuttavia eliminarlo tutto a un tratto: si può sopprimerlo per qualche tempo, ma ricomparirà non appena ci saranno le condizioni adatte a farlo sorgere. Anche se sappiamo che il lobha porta sofferenza, è fatale che esso continui a sorgere. C’è però un modo per eliminarlo alla radice: esso può essere distrutto dalla saggezza che vede le cose così come sono.
Studiare il citta più in dettaglio ci può aiutare a conoscere noi stessi. Dovremmo analizzare non solo il lobha grossolano, ma anche le gradazioni più sottili del lobha.
Il seguente Sutta del Saṃyuttanikāya dà un esempio di un lobha molto sottile:
'Un tempo un certo monaco dimorava fra i Kosala in una macchia della foresta. Una volta il monaco, dopo aver mangiato ed essere tornato dalla questua, si tuffò in un laghetto e annusò un loto rosso. Allora una divinità che abitava in quella macchia, provando compassione per quel monaco, desiderando il suo bene e volendo suscitare in lui un senso di urgenza per la pratica, gli si avvicinò e si rivolse a lui con questa strofa:
domenica 29 marzo 2020
Damocle Fenice o Idra?
L'idea comune e un poco illusoria che ci induce a rincorrere e ricercare la felicità e il benessere, quell’istinto vitale e primordiale che ci spinge a proteggerci dal pericolo e da qualsiasi cosa che possa turbare le nostre aspettative è un aspetto del nostro comportamento di cui sarebbe bene occuparci, perchè in realtà potrebbe indebolire le nostre potenzialità di rispondere in modo integrato agli eventi con cui ci confrontiamo. L’idea che la vita debba riservare principalmente cose "buone", che qualsiasi sfida o difficoltà che affrontiamo sia un malaugurato evento o uno scherzo del destino 'cinico e baro' non è poi così funzionale, se ci pensiamo bene.
domenica 15 marzo 2020
Cerca la bellezza nel mondo
Cerca la bellezza nel mondo...
cercala in ogni istante...
in un tramonto,
in un fiore,
in un giorno qualunque,
non lasciare che il tuo sguardo sia vago
trascurato e disattento, altrimenti
è solo tempo che passa mentre tu non te ne accorgi
Cerca la bellezza nel mondo...
perchè fugge via veloce
non resta che per pochi momenti
solo quando la cerchi,
solo quando sei pronto e aperto nelle tue intenzioni,
solo se sei pronto ad accogliere la meraviglia e lo stupore
e non ti basta il conosciuto, altrimenti
giovedì 23 gennaio 2020
Come ghiaccio che galleggia sull'acqua
Agañña Sutta – Sulla conoscenza delle origini
sabato 14 dicembre 2019
Il Potere della Consapevolezza
Generalmente, nella modalità ordinaria del nostro flusso di coscienza, ciò che immediatamente segue i primi momenti di cognizione sono sensazioni primitive, rudimentali reazioni emotive, pensieri poco discriminanti, riflessioni o propositi di azioni. Se qualcuno, la cui mente non sia armonizzata e controllata grazie all’addestramento meditativo, si occupasse di dare uno sguardo un poco più curioso, investigativo e ravvicinato del solito ai propri pensieri ed attività di ogni giorno si troverebbe ad osservare uno spettacolo piuttosto sconcertante. Fuori da quei pochi canali principali di pensieri e attività intenzionali incontrerebbe una massa intrecciata di percezioni, pensieri, sensazioni, emozioni. Questi fenomeni mentali, se lasciati a sé stessi, privi di cognizione appropriata, originano fenomeni e movimenti del corpo riflessi che mostrano una situazione di disordine e casualità che certamente nessuno gradirebbe avere nel suo salotto.
domenica 17 novembre 2019
Abhidhamma nella vita quotidiana. Capitolo 4 - La brama o cupidigia
Proseguiamo con il 4° capitolo di Abhidhamma nella Vita Quotidiana di Nina Van Gorkom. Nel capitolo vengono esposte le caratteristiche della cupidigia o brama (lobha), uno dei cosiddetti tre veleni o 3 influssi negativi nei quali si radicano tutti gli altri, e di come la brama influenza e si manifesta nei nostri stati di coscienza .
L'Abhidhamma è il terzo dei canestri (raccolte) del Canone Buddhista ed è un’esposizione dettagliata di tutte le realtà, costituisce una risorsa fondamentale per comprendere appieno la visione buddhista della mente e della realtà.
La pubblicazione della versione italiana è stata curata da A.S.Comba. Segnalo a tutti voi la pagina web di lulu.com di Antonella Comba nella quale pubblica i suoi lavori, potete trovare molte risorse di fondamentale per lo studio del buddhismo. Antonella ha tradotto dal Pali testi di grande importanza che è possibile scaricare in formato .pdf per consultazione, oppure riceverli rilegati.
Ad Antonella, amica e compagna nel Dhamma, va il mio personale ringraziamento per il suo lavoro.
N.B. questi argomenti sono di grande rilevanza per comprendere pienamente il pensiero, la metafisica e la visione della mente dal punto di vista buddhista, costituiranno tema di approfondimento nei futuri Incontri Domenicali
I citta (le coscienze) sono di vari tipi: si possono classificare come kusala-citta (coscienze salutari), akusala-citta (coscienze non salutari), vipāka-citta (coscienze “risultanti”, cioè effetti) e kiriya-citta (coscienze “funzionali”, cioè citta che non sono né cause né effetti). In un solo giorno possono sorgere tutti questi tipi di citta, ma noi ne sappiamo ben poco. Per la maggior parte del tempo non ci rendiamo conto se un citta è kusala, akusala, vipāka o kiriya. Se impariamo a distinguere i vari tipi di citta, possiamo capire meglio noi stessi e gli altri; di conseguenza possiamo avere più compassione e gentilezza amorevole verso gli altri, anche se si comportano in un modo sgradevole.
domenica 10 novembre 2019
mercoledì 6 novembre 2019
Pestifero Post
La consapevolezza può aumentare concretamente la nostra capacità di essere più efficienti e organizzati nel nostro vivere quotidiano. Aspirare a funzionare bene nella vita è, in molti casi, uno dei motivi che ci spingono ad approfondire la conoscenza di noi stessi in relazione alla realtà che ci circonda e che, nei casi più fortunati a mio avviso, possono avvicinarci alla pratica meditativa o alla ricerca spirituale per una conoscenza più profonda della natura delle cose.
Sostenere le nostre responsabilità personali con grazia ed empatia sociale, sviluppare un temperamento sano ed etico nei contesti un cui ci muoviamo è sicuramente auspicabile, se non cruciale, per accogliere il mondo ed esserne ben accolti. La presenza mentale è un alleato nel quale possiamo trovare un valido supporto, soprattutto nella nostra vita quotidiana.
Mentre durante un ritiro di meditazione ci muoviamo all’interno di una situazione organizzata e ordinata, strutturata e pensata per assicurarci il massimo del raccoglimento e il minimo di distrazione, un contesto ideale per sviluppare un flusso di consapevolezza forte e profondo, nella vita di tutti i giorni le cose sono, di solito, assai diverse. La vita è più impegnativa e complicata e chiudere gli occhi non funziona un granchè per gestirla. Le sollecitazioni, le piccole e grandi avversità, le complicazioni che si presentano nel nostro vivere quotidiano possono scuotere e mettere a repentaglio il nostro equilibrio.
La consapevolezza di vipassana, o Sati, è uno stato mentale particolare e peculiare che sorge e dispiega appieno le sue potenzialità nel contesto di un ritiro, grazie alle particolari condizioni in cui si svolge. Questo tipo particolare di presenza mentale influenza e si riflette però sulla consapevolezza di cui facciamo uso nella nostra vita di tutti i giorni, potenziandola e mettendoci in grado di rilevarne l'assenza quando siamo confusi e travolti da influssi negativi.
In altre parole; avendo sperimentato le qualità della consapevolezza nella sua forma più potente e concentrata 'possiamo sapere' quando esse non sono presenti nei nostri flussi di coscienza. Mica male credetemi!
sabato 2 novembre 2019
Superficie
Ripassiamo continuamente il passato rivivendolo nei riflessi spesso distorti del presente
Dovremmo provare con tutte le nostre risorse
a penetrarne la natura
con la lama affilata della 'chiara comprensione', frantumando quell'illusione.
Per andare oltre ciò che appare
per sperimentare l'essenza di ciò che vive, forma e crea nelle profondità del vivere, l'esperienza.
giovedì 15 agosto 2019
Insegnamenti sull’Originazione Dipendente Ven. Mahāsī Sayādaw. Originazione 6
Ripudiare il buon kamma significa cattivo kamma
lunedì 15 luglio 2019
L'Ordine del Tempo
In questo periodo sto leggendo un libro molto interessante e intrigante per un Dhamma-Bum come me.
Il libro è di Carlo Rovelli e si intitola L'Ordine del Tempo.
Il Tempo del libro è quello delle equazioni della Fisica moderna. Ma è qualcosa di cui ciascuno ha esperienza in ogni istante, scandendo giorni, momenti, esperienze. Un mistero non solo per ogni profano, ma anche per i fisici, che hanno visto la comprensione del tempo trasformarsi in modo radicale, da Newton a Einstein, alla meccanica quantistica, infine alle teorie sulla gravità a loop, di cui Rovelli stesso è uno dei principali teorici.
Ora, potete chiedervi cosa c'entri un libro sul tempo qui sul blog. Il fatto è che ci trovo straordinarie analogie con la pratica meditativa, non solo nella teoria che la sostiene, ma anche nelle esperienze meditative che i praticanti incontrano via, via, nel progresso e nello sviluppo della loro pratica personale.
Ne riporto qui due brevi passi.... Carlo Rovelli non me ne vorrà....se non vi risuona nulla e non sentite campanelli che tintinnano passate oltre, altrimenti siete in buona compagnia..
Passo 1.
"...Qualunque cosa siamo nel dettaglio noi esseri umani, siamo comunque pezzi della natura, tasselli nel grande affresco del cosmo, un piccolo tassello tra tanti altri...."
Passo 2
"...Tutta l'evoluzione della scienza indica che la migliore grammatica per scoprire il mondo sia quella del cambiamento, non quella della permanenza. Dell'accadere non dell'essere.
Si può pensare il mondo come costituito di cose, di sostanza, di enti, di qualcosa che è. Che permane.
mercoledì 5 giugno 2019
La passione e il suo svanire
A paragone della collera, la passione dosa è meno censurabile, ma superarla richiede tempi più lunghi. Il sorgere della passione si può ricondurre a due fattori: il ‘segno del bello’, subhanimitta, ovvero la visione o il contatto con qualcosa di piacevole che innesca il desiderio spesso attribuito al corpo di una persona dell’altro sesso o ad un oggetto piacevole ai sensi, e un’attenzione non saggia, ayoniso manasikara. L’ovvia contromisura, quindi, consiste in una serie di pratiche contemplative di Samatha e nell’esercizio della presenza mentale affiancata da una chiara comprensione
Per proteggere la mente dagli assalti della passione ci si può impegnare nella rievocazione delle qualità del Buddha,del Dhamma e del Sangha. Delle quattro dimore divine, i brahmavihara, la coltivazione meditativa dell’equanimità in quanto liberazione della mente.
Questo suggerisce che anche lo sviluppo della tranquillità mentale, samatha, può fungere da antidoto alla passione. L’argomento portante è che l’esperienza degli stati di concentrazione profonda si accompagna a un piacere e a una felicità intensi di pura origine mentale, che eclissano automaticamente qualunque felicità sorta in dipendenza dai piaceri sensuali. Quindi lo sviluppo della tranquillità mentale può diventare un potente antidoto alla passione, spogliando i suoi oggetti dalle attrattive che li contraddistinguono.
domenica 19 maggio 2019
domenica 5 maggio 2019
Abhidhamma nella vita quotidiana. Capitolo 3 - Citta la coscienza
L'Abhidhamma è il terzo dei canestri della Canone Buddhista ed è un’esposizione dettagliata di tutte le realtà, costituisce una risorsa fondamentale per comprendere appieno la visione buddhista della mente e della realtà. La pubblicazione della versione italiana è stata curata da A.S.Comba.
Segnalo a tutti voi la pagina web di lulu.com di Antonella Comba nella quale pubblica i suoi lavori, potete trovare molte risorse di fondamentale per lo studio del buddhismo. Antonella ha tradotto dal Pali testi di grande importanza che è possibile scaricare in formato .pdf per consultazione, oppure riceverli rilegati.
Ad Antonella, amica e compagna nel Dhamma, va il mio personale ringraziamento per il suo lavoro.
N.B. questi post sono di grande rilevanza per comprendere pienamente il pensiero buddhista, costituiranno tema di approfondimento nei futuri Incontri Domenicali
I diversi aspetti del citta (coscienza)
Il Buddha parlò di tutto ciò che è reale, perciò il contenuto del suo insegnamento può essere verificato mediante la nostra esperienza. Tuttavia, non conosciamo veramente le realtà più comuni della vita quotidiana, cioè i fenomeni mentali e i fenomeni fisici che si manife stano attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il senso corporeo e la mente; a quanto pare, siamo per lo più interessati al passato o al futuro. Scopriremo però che cosa è realmente la vita se conosceremo meglio le realtà del momento presente e se impareremo a esserne consapevoli allorché appaiono.
Il Buddha spiegò che il citta (la coscienza) è una realtà. Potremmo tuttavia dubitare che i citta siano reali. Come possiamo provare che i citta esistono? È possibile che ci siano solo fenomeni fisici e non fenomeni mentali? Ci sono molte cose nella nostra vita che diamo per scontate: la casa, il cibo, i vestiti e gli strumenti che usiamo ogni giorno. Queste cose non appaiono da sé, ma sono causate da una mente pensante, il citta. Esso è un fenomeno mentale che conosce o sperimenta qualcosa. Il citta non è come un fenomeno fisico che non sperimenta alcunché: per esempio, se ascoltiamo una musica che è stata scritta da un compositore, possiamo pensare che è stato il citta ad avere l’idea di scriverla ed è stato il citta che ha mosso la mano del compositore affinché egli scrivesse le note. La sua mano non potrebbe essersi mossa senza il citta.
martedì 23 aprile 2019
Black-Hole Hunters
Mr. Courtyard Pine se ne stà lì fuori, apparentemente fermo puntando il grigio sopra, gli innumerevoli aghi pendono dai rami tutto sentendo /|\
sitting here, watching whatever it pass away, no need to poke one's nose into those countless thoughts, no need to interfere with those endless feelings /|\
ora seduto qui osservo ciò che appare e se ne va, nessun bisogno di ficcare il naso nel fiume dei pensieri, nessun bisogno di interferire in tutte quelle sensazioni /|\
we both know it's not the case to shake, we both know to point those voidness fields, those delicate space where the little concealing Black-Hole is there to spin the truth /|\
sappiamo entrambi che non è il caso di agitarsi, sappiamo entrambi puntare verso il vuoto, verso quei delicati spazi dove un piccolo invisibile Varco ci aspetta per precipitarci nella verità
lunedì 22 aprile 2019
Abhidhamma nella vita quotidiana. Capitolo 2 - I cinque aggregati
Proseguiamo, dopo il 1° importante capitolo di Abhidhamma nella vita quotidiana di Nina Van Gorkom, con il 2° capitolo, quello sugli aggregati.
L'Abhidhamma è il terzo dei canestri della Canone Buddhista ed è un’esposizione dettagliata di tutte le realtà, costituisce una risorsa fondamentale per comprendere appieno la visione buddhista della mente e della realtà. La pubblicazione della versione italiana è stata curata da A.S.Comba.
Segnalo a tutti voi la pagina web di lulu.com di Antonella Comba nella quale pubblica i suoi lavori, potete trovare molte risorse di fondamentale per lo studio del buddhismo. Antonella ha tradotto dal Pali testi di grande importanza che è possibile scaricare in formato .pdf per consultazione, oppure riceverli rilegati.
Ad Antonella, amica e compagna nel Dhamma, va il mio personale ringraziamento per il suo lavoro.
Warning: questi post sono di grande rilevanza per comprendere pienamente il pensiero buddhista, costituiranno tema di approfondimento nei futuri Incontri Domenicali
- rūpakkhandha, l’aggregato di tutti i fenomeni fisici
- vedanākkhandha, l’aggregato della sensazione (vedanā);
- saññākkhandha, l’aggregato della “percezione” o del ricordo
- saññāsaṅkhārakkhandha, l’aggregato delle “formazioni” (saṅkhāra), che comprende cinquanta cetasika;
- viññāṇakkhandha o aggregato della coscienza (viññāṇa), che comprende tutti i citta (89 o 121).
domenica 14 aprile 2019
Abhidhamma nella vita quotidiana. Capitolo 1 - Realtà ultime
Segnalo a tutti voi la pagina web di lulu.com di Antonella Comba nella quale pubblica i suoi lavori, potete trovare molte risorse di fondamentale per lo studio del buddhismo. Antonella ha tradotto dal Pali testi di grande importanza che è possibile scaricare in formato .pdf per consultazione, oppure riceverli rilegati.
Warning: questo capitolo è di grande importanza, mettete in circolo più neuroni che potete...
CAPITOLO I
lunedì 8 aprile 2019
Abhidhamma nella vita quotidiana. Intro e Prefazione Gorkom
Inizio con questo post la pubblicazione di un bel lavoro divulgativo sull'Abhidhamma di Nina Van Gorkom. L'Abhidhamma è il terzo dei canestri della Canone Buddhista ed è un’esposizione dettagliata di tutte le realtà, costituisce una risorsa fondamentale per comprendere appieno la visione buddhista della mente e della realtà. La pubblicazione della versione italiana è stata curata da A.S.Comba. Inizio con la prefazione della Gorkom, seguita dalla prefazione all'edizione italiana di A.Comba.
Segnalo a tutti voi la pagina web di lulu.com di Antonella Comba nella quale pubblica i suoi lavori, potete trovare molte risorse di fondamentale per lo studio del buddhismo. Antonella ha tradotto dal Pali testi di grande importanza che è possibile scaricare in formato .pdf per consultazione, oppure riceverli rilegati.
Ad Antonella, amica e compagna nel Dhamma, va il mio personale ringraziamento per il suo lavoro.
Gli insegnamenti del Buddha, contenuti nel Tipiṭaka (“Tre canestri”), sono il Vinaya (libro della regola monastica), il Sutta o Suttanta (discorsi) e l’Abhidhamma. Tutt’e tre le parti del Tipiṭaka possono essere fonti inesauribili di ispirazione e di incoraggiamento alla pratica, allo sviluppo della retta comprensione delle realtà, che porterà infine a sradicare la visione errata e gli altri inquinanti. In tutt’e tre le parti del Tipiṭaka ci vengono dati insegnamenti sui dhamma, su tutto ciò che è reale.
Il vedere è un dhamma, è reale, e lo stesso si può dire del colore, della sensazione, dei nostri inquinanti.
Quando il Buddha conseguì l’illuminazione, conobbe con chiarezza tutti i dhamma così come sono realmente. Egli ci insegnò il “Dhamma”, l’insegnamento sulle realtà, affinché anche noi potessimo conoscere i dhamma così come sono. Senza l’insegnamento del Buddha noi ignoreremmo la realtà. Siamo inclini a prendere per permanente ciò che è impermanente, per piacevole ciò che è doloroso e insoddisfacente (dukkha) e per un “sé” ciò che è non sé. Lo scopo di tutt’e tre le parti del Tipiṭaka è insegnare lo sviluppo della via che conduce alla fine degli inquinanti.
giovedì 14 marzo 2019
'Ambasciator non porta pena...'
Sono messaggeri e come messaggeri dovremmo accoglierli, in fondo non sono loro a recare pena o gioia, ma bensì la relazione in molti casi troppo identificata che abbiamo con questi stati transitori delle nostre vite.
Possiamo lasciare che ci parlino perchè possono dirci qualcosa su ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Possiamo cercare di ascoltare attivamente e consapevolmente i loro significati più profondi. Possiamo usare tutta la nostra curiosità e la nostra creatività, 'l'ascolto attivo' e vitale per esplorare le zone sommerse scoprendole per quello che sono.
Transitorie e mutevoli esperienze piene di energia che si avvicendano in maniera naturale...
Non sono 'nostre', non le possediamo e presto le perderemo...
Nella loro più intima essenza la loro natura è insostanziale e insoddisfacente...
Ma possiamo imparare qualcosa da loro? Sicuramente si, se ne abbiamo l'intenzione.
sabato 23 febbraio 2019
Dis-Comfort Area
lunedì 21 gennaio 2019
Insegnamenti sull’Originazione Dipendente Ven. Mahāsī Sayādaw. Originazione 5
Originazione 5
Dall’ignoranza sorgono le formazioni mentali
domenica 9 dicembre 2018
Fatti non fummo per essere felici, ma per crear la vita così come ci viene..
lunedì 12 novembre 2018
Insegnamenti sull’Originazione Dipendente Ven. Mahāsī Sayādaw - Originazione 4
Originazione 4
1.1.1 Ignoranza dell’origine della sofferenza
Le persone nel corso della loro esistenza ordinaria non si rendono conto che il desiderio è la causa della sofferenza. Al contrario credono che l’attaccamento le rendano felici, che non assecondare i propri desideri la vita sarebbe una cosa uggiosa. Quindi sono alla continua ricerca di oggetti sensoriali piacevoli: cibo, vestiti, compagnia e così via. Senza questi oggetti di attaccamento si sentono a disagio e pensano che la vita sia monotona. Per le persone comuni, la vita priva di desideri e appagamenti sarebbe del tutto priva di soddisfazione. È il desiderio che nasconde la spiacevolezza della vita e la fa sembrare gradevole, ma per l’arahant, colui che ha sradicato il desiderio, l’appagamento è impossibile. Egli è sempre volto al nibbāna, la cessazione della sofferenza.
domenica 4 novembre 2018
venerdì 19 ottobre 2018
L'Essenza che conosce non cambia mai..
Assolutamente tutto; la terra, l'acqua, il fuoco, il vento, il corpo, i sentimenti, la memoria, il pensiero e la coscienza, i suoni, i luoghi, gli odori, i sapori, i tocchi e le emozioni come la rabbia, l'avidità e l'illusione, questi li possiamo conoscere tutti, ci sono ben noti.
Li conosco tutti come esistono nel propri stati naturali. Ma per quanto venga esposta a loro, non sono in grado di rilevare anche un solo istante in cui essi hanno alcun potere sul mio cuore. Essi sorgono e cessano secondo la loro natura, sono sempre in perpetuo cambiamento.
Ma la presenza, l'Essenza che li conosce non cambia mai nemmeno per un istante. Essa è da sempre eterna, non nata e immortale.
Absolutely everything is known; earth, water, fire and wind, body, feeling, memory, thought and consciousness, sounds, sights, smells, tastes, touches and emotions, anger, greed and delusion.
I know them all as they exist in their own natural states.
But no matter how much I am exposed to them,
I am unable to detect even an instant when they have any power over my heart.
They arise, they cease. they are forever changing.
But the presence that knows them never changes for an instant. It is forever unborn and undying.
This is the end of all suffering.”
mercoledì 26 settembre 2018
..come stare a cavallo e chiedere: dov'è il cavallo?
Chi si avvicina al buddhismo e alla meditazione, in una qualsiasi delle sue declinazioni, viene subito invitato a contemplare e a entrare in contatto con questo aspetto fondante del pensiero buddhista.
L’illusione ha la caratteristica di accecare, di impedirci di penetrare la realtà, di mascherare la vera natura dell’esperienza, di promuovere l’attenzione non saggia, provocando azioni dettate dall’errore.
(Buddhaghosa dal Visuddhimagga)
Ajahn Chah con una delle sue mitiche metafore diceva: “beh, è come stare a cavallo e chiedere: dov’è il cavallo?’.
Cosi ne parla il Buddha:
“ l'ignoranza causa il sorgere delle qualità nocive per la mancanza di coscienza e di presenza mentale.
Quando si è offuscati dall'ignoranza nascono visioni sbagliate e alterate sulla realtà che ci circonda, da queste false visioni nascono intenzioni e decisioni non proficue, da queste giungono la falsa parola, dalla falsa parola nasce l'azione impura, dall'azione impura giungono i malsani mezzi di sostentamento, dai malsani mezzi di sostentamento giunge lo sforzo errato,dagli sforzi errati nasce la falsa attenzione, dalla falsa attenzione nasce la concentrazione errata.
lunedì 2 luglio 2018
Insegnamenti sull’Originazione Dipendente Ven. Mahāsī Sayādaw - Originazione 3
Questo è il terzo della serie di post dedicati ad uno degli insegnamenti centrali del buddhismo ovvero l'Originazione condizionata o originazione inter-dipendente. La risorsa da cui prendo i materiali sono delle trascrizioni che poi sono state tradotte ed editate in un libro intitolato 'Un discorso sull'originazione dipendente'. Le registrazioni sono state trascritte in modo meticoloso, quindi tradotte in inglese da U Aye Maung. Le ultime modifiche ed integrazioni sono da attribuire a Bhikkhu Pesala nel 2011. Nel blog suddivido il contenuto del libro in una serie di post più brevi e taglio o modifico alcune parti per facilitarne la lettura, l'integrazione e la pubblicazione web. Tutti i post dedicati a questi insegnamenti potranno facilmente essere ritrovati nel Menu laterale 'Tracce'. La traduzione in italiano non è mia e non ne conosco l'autore .
Originazione 3
1.1 Cos’è l’ignoranza?
Secondo il Buddha, avijjā è l'ignoranza sulla vera natura della realtà e in particolar delle Quattro Nobili Verità: le verità riguardo
- la natura della sofferenza,
- la sua causa,
- la sua cessazione
- la via per la sua cessazione.
Essa ci fa scambiare ciò che è falso e illusorio come vero e reale. Ci conduce fuori strada, e quindi avijjā è talvolta chiamata ignoranza riguardo alla via da praticare. In questo senso è diversa dalla comune ignoranza. Se non si conosce il nome di un uomo o di un luogo, non significa necessariamente che si è ignoranti, mentre ignorare l’Originazione Dipendente è molto di più che il mero non sapere. Avijjā è più l’illusione di una persona che ha perso il senso della direzione e quindi pensa che l’est sia l’ovest o che il nord sia il sud. La persona che non capisce la verità della sofferenza ha una visione ottimistica della vita, sebbene la vita sia piena di dolore e rimpianto.
(Il termine dukkha definisce tutto ciò che è difficile da sopportare. Nella maggior parte dei casi viene tradotto come insoddisfazione. n.d.t.)
È un errore cercare la verità sulla natura della sofferenza nei libri poiché essa può essere trovata nel proprio corpo e nella propria mente.