domenica 21 dicembre 2014

Addome, respiro, corpo? Mahasi oppure Ba Khin?

La scelta tra i differenti oggetti dell'attenzione in meditazione vipassana, quelli che generalmente vengono definiti come ‘oggetti primari’ e che vengono assegnati ai meditanti quando compiono i loro primi passi sul sentiero, ha una sua rilevanza durante i ritiri intensivi. Una buona gestione degli oggetti può fare la differenza nei progressi che lo yogi può compiere nello sviluppo di presenza mentale e concentrazione, due stati mentali, due facoltà, di cruciale importanza in meditazione vipassana.  
Spesso i praticanti si sentono confusi al riguardo; passano da un oggetto all’altro senza riuscire ad approfondire le esperienze su nessuno di essi. 
Oppure si fissano su un oggetto senza una strategia particolare, mentre ogni oggetto ha sue caratteristiche ed utilità. 

Possiamo scegliere di seguire il respiro alla base del naso quando riteniamo sia più opportuno orientare la pratica verso lo sviluppo della concentrazione, oppure possiamo dirigere l’attenzione verso le sensazioni nel corpo, in particolar modo alla sua base, se desideriamo costruire un buon radicamento nella consapevolezza delle sensazioni. Se decidiamo di stare sul salire e scendere dell’addome avremo una situazione di sviluppo equilibrato tra consapevolezza e concentrazione. In tutti i casi saranno sempre i processi corpo/mente ad essere il campo dell’esperienza nel focus della nostra attenzione; ‘rupa/la materialità’ con l’incessante mutare delle configurazioni dei 4 elementi e ‘citta/il conoscere’.

A volte poi, e questo è il caso peggiore, gli yogis collegano la scelta dell’oggetto di meditazione alla appartenenza ad una tradizione o scuola meditativa, piuttosto che ad un’altra, facendone motivo di discussione o differenziazione. Il Dukkha opera anche attraverso queste modalità di adesione/rifiuto(molto umano, ma inutile e dispersivo).

La mia personale opinione è che, anche di concerto con l’insegnante quando ciò sia possibile, sarebbe meglio avere un pochino di confidenza con ogni oggetto, sperimentarne le qualità e le possibilità, verificare personalmente come ogni oggetto condiziona la coscienza. Soprattutto scoprire personalmente quale sia quello che ci può condurre alla profondità dell’esperienza, al sentire al di là dei concetti. Cercando di non dimenticare mai che il progetto del percorso meditativo è quello di sperimentare la transitorietà, il carattere insoddisfacente ed insostanziale di tutti i fenomeni. Una volta compreso quale sia , diciamo cosi, lo strumento più efficace, dobbiamo farne la zattera con cui galleggeremo sul flusso dei fenomeni corpo/mente, momento dopo momento, siano essi mentali o fisici. Per un po’ il nostro oggetto rappresenterà un porto sicuro al quale ritornare. Quando la consapevolezza sarà sufficientemente sviluppata e la concentrazione ci fornirà il potere di approfondire il nostro sentire, sarà proprio grazie all’oggetto che scenderemo in profondità e inizierà a squarciarsi il velo dell’illusione. Ovviamente questo è solo il mio pensiero personale e non ho alcuna intenzione di metterci una particolare enfasi di importanza, è solo la mia riflessione. Per inciso, a me hanno funzionato, e funzionano ancora bene all'occorrenza, l'addome e le sensazioni alla base del corpo,

Su questo tema riporto qui alcuni estratti da Mahasi Sayadaw e Sayagyi U Ba Khin, ambedue hanno partecipato allo sviluppo di tradizioni meditative importanti che hanno tuttora una grande influenza nel movimento della moderna vipassana. Penso sia interessante leggere in maniera comparata quello che questi due grandi figure scrivevano al riguardo. Buona lettura e buone riflessioni. Ho tradotto i diversi estratti in italiano, mi auguro che troviate la traduzione  appropriata.

Mahasi 1990: pp. 17 and 21: "the actual method of practice in vipassana meditation is to observe ... the successive occurrences of seeing, hearing, and so on, at the six sense doors. However, it will not be possible for a beginner to follow these on all successive incidents as they occur, because his mindfulness, concentration and knowledge are still very weak.... a simpler and easier form of the exercise for a beginner is this: with every breath there occurs in the abdomen a rising-falling movement. A beginner should start with the exercise of noting this movement"

Mahasi  1990 p. 17 e 21: "il metodo di pratica della meditazione Vipassana è osservare ...la successione  di fenomeni relativi al vedere, sentire, e così via, alle sei porte dei sensi. Tuttavia, dato che non sarà molto facile per un principiante seguire questi eventi nel loro succedersi mentre essi si verificano, perché la sua presenza mentale, la concentrazione e la consapevolezza sono ancora molto deboli … per un principiante quindi una forma più semplice e più facile è questo esercizio : con ogni respiro si verifica nell'addome un movimento di salita-discesa, un principiante dovrebbe iniziare con l'esercizio di notare questo movimento…

Mahasi 1992: p.75:
"we used to instruct the yogi whose powers of concentration have strengthened to
extend this method of meditation to noting all that happens at his six sense doors,"

Mahasi 1992, p.75: "noi poi abbiamo istruito lo yogi, i cui poteri di concentrazione si sono rafforzati, grazie a questo semplice esercizio, a estendere questo metodo di notare tutto ciò che accade verso tutte le porte dei sensi"

Ba Khin 1985: p.94: "in fact one can develop the understanding of anicca through any of
the six organs of sense. In practice, however, we have found t h a t . the feeling by
contact of touch... is more tangible than other types of feeling and therefore a beginner
in Vipassana meditation can come to the understanding of anicca more easily
through bodily feelings.... This is the main reason we have chosen the body feelings
as a medium for the quick understanding of anicca. It is open to anyone to try other
means, but my suggestion is that one should have oneself well established in the
understanding of anicca through bodily feelings before an attempt is made through
other types of feeling "

Ba Khin 1985, p.94: "in effetti si può sviluppare la comprensione di anicca attraverso uno qualsiasi dei sei organi di senso. In pratica però, abbiamo trovato che la sensazione da contatto del tatto ... è più tangibile rispetto ad altri tipi di sensazione e quindi un principiante in meditazione Vipassana può venire alla comprensione di anicca più facilmente attraverso sensazioni corporee .... Questa è la ragione principale per cui abbiamo scelto le sensazioni del corpo come mezzo per la rapida comprensione di anicca.  Penso sia possibile per chiunque trovare altri metodi o significati, ma il mio suggerimento è che si dovrebbe avere in se stessi una ben consolidata  comprensione di anicca attraverso le sensazioni corporee prima che venga effettuato un tentativo attraverso altri tipi di sensazione "

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