venerdì 7 novembre 2014

Il serpente

Pubblico questo bel sutta-discorso in cui il Buddha ci offre delle interessanti metafore sulle trasformazioni che il meditante ha l’opportunità di innescare lungo il progresso dell’insight.
Quella del serpente che lascia la sua vecchia pelle è una metafora che mi piace molto perché richiama un processo naturale che avviene nella vita del serpente che, in modo del tutto indolore, in certe fasi della sua esistenza cambia pelle. Per il serpente la pelle è un elemento del corpo fondamentale, la usa per mimetizzarsi e sopravvivere, per farsi riconoscere e riprodursi, ma anche per cacciare e nutrirsi.
Il serpente evoca profonde sensazioni di paura e fascino, proprio come i cambiamenti. Molte antiche tradizioni lo vedono come la forza vitale che dimora alla base della spina dorsale; le leggende relative ai suoi magici poteri: trasformarsi e trasmutare in un ciclo senza fine di morte e rinnovamento sono nate proprio dalla sua facoltà di mutare la pelle molte volte. Mi sembra una bella metafora, cosa ne dite?

SUTTA NIPATA 1.1
Uraga Sutta
Il serpente vv.1-17
Colui che avanza lungo il sentiero abbandona gli stati mentali nocivi, come un serpente lascia la sua vecchia pelle.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli
di Thanissaro Bhikkhu
Copyright © 1997 Thanissaro Bhikkhu.
Access to Insight edition © 1997
fonte:
www.accesstoinsight.org

Lo yogi che rimuove la rabbia in lui sorta,
come le erbe mediche eliminano il veleno di un serpente,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lasciala sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che ha estirpato la concupiscenza
senza nessun residuo,
come se si fosse immerso in un lago per cogliere un loto,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lasciala sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che ha estirpato la brama
senza nessun residuo,
come se avesse prosciugato un rapido corso d’acqua,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che ha distrutto l'orgoglio
senza nessun residuo,
come una grande inondazione distrugge un debole ponte fatto di canne,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi vedendo le varie esistenze
senza alcuna essenza,
come se volesse cercare
su un albero di fico dei fiori,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi senza rabbia interna,
che è andato al di là
dell'esistenza e della non esistenza,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi i cui pensieri deduttivi sono dispersi,
senza nessun residuo,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che non rimpiange il passato,
trascendendo ogni nostalgia,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che non rimpiange il passato,
avendo compreso nei riguardi del mondo
che "Tutto questo è un’illusione,"
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascial a sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che non rimpiange il passato,
senza cupidigia, in quanto " Tutto questo è un’illusione,"
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che non rimpiange il passato,
senza avversione, in quanto " Tutto questo è un’illusione,"
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che non rimpiange il passato,
senza illusione, in quanto " Tutto questo è un’illusione,"
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi liberato da ogni forma di ossessione
“le radici dell’imperizia totalmente distrutte”
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi liberato da ogni formazione che genera angoscia
“fonte di ritorno alla sua precedente condizione”,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi liberato da ogni forma di desiderio
“fonte di future rinascite”,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Lo yogi che ha abbandonato i cinque ostacoli,
imperturbabile, sereno,
ha superato ogni dubbio,
muta la sua mente trasformando la sua vita
come un serpente, lascia la sua vecchia pelle decrepita.

Tradotto in italiano da E. Alfano e pubblicato su canonepali.net
La diffusione dei testi tradotti è consentita in qualsiasi modo tranne che a fini di lucro

io ho fatto qualche leggera modifica alla traduzione di Alfano(dall’inglese). In dettaglio: 

-ogni strofa iniziava con ‘Il monaco’ ed io ho sostituito con ‘lo yogi’ 
-ho cambiato ‘come un serpente , abbandonando la sua vecchia pelle decrepita’ con    ‘come un serpente, lasciala sua vecchia pelle decrepita’
-qualche virgola e virgolettato aggiunto qui e là


Il Suttanipata consiste in 71 discorsi brevi ed è suddiviso in cinque vagga(capitoli) è il quinto libro del Kuddhaka Nikaya.
‘Kuddhaka Nikaya o Raccolta dei testi brevi’: Contrariamente a quello che il titolo lascerebbe pensare (khuddaka significa “piccolo, breve, minore”), il Khuddaka Nikaya non contiene testi brevi, ma quasi certamente prende il nome dalla prima opera che lo compone, il Khuddakapatha. La collezione racchiude alcuni fra i testi più antichi dell'intero canone buddhista, come il Sutta Nipata, che, molto probabilmente è l'opera più antica dell'intero canone pāli. Nel Tripitaka cinese e in quello tibetano non esiste alcuna raccolta che corrisponda al Khuddaka Nikaya pāli, sebbene in Tibet fosse nota una collezione dal titolo Ksudragama. La tradizione birmana vi comprende anche opere extra-canoniche come il Suttasangaha, il Nettippakarana, il Petakopadesa e il Milindapanha.



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