lunedì 28 aprile 2014

Imparare dall'amore

Ieri sera son tornato a casa facendo jogging, non è una gran notizia lo so, ma la faccenda è un'altra;
a un certo punto, lungo l'itinerario, nei giardinetti che ci sono a Milano in zona Pagano mi ha colpito una cosa...su una panchina vedo due ragazzi, un lui e una lei; se ne stavano seduti di fronte, rannicchiati uno contro l'altra come solo i ragazzi sono capaci di fare, vicini, stretti, come se il mondo stesse tutto in quel groviglio di mani, gambe, dita, respiri.
Lui le teneva la testa tra le mani, mentre lei gli parlava fitto fitto,
veloce, guardandolo fisso negli occhi. Il suo parlare mi ha fatto venire in mente quei piccoli torrentelli che trovi in montagna, su in alto appena sotto i ghiacciai, nei primi alpeggi, fluiscono senza smettere mai, mormorando incessanti. Quel movimento di parole sussurrate era solo per lui .
Lui teneva le mani proprio intorno alla sorgente di quel flusso e coprivano le orecchie di lei, come se lui volesse dirle 'tu parla io ascolto, voglio ascoltare solo io....'
sono passato, ma poi sono tornato indietro facendo un giro in direzione contraria. Volevo rivedere se negli occhi di lui c'era la stessa intensità che avevo visto negli occhi di lei. Quei due non mi hanno deluso.
L'intensità era lì anche negli occhi di lui, fissi, attenti, nel suo silenzio vigile quel ragazzo riceveva quel bisbigliare svelto, non c'era altro su cui posare lo sguardo. Bello no?

Quando vedi una roba cosi e poi la descrivi, o ci provi, lo so, ci metti dentro quello che ci hai visto tu, magari lei gli stava raccontando della sciatica zia Maria, chi lo sa.
Quello che ci ho visto io era la capacità di comunicare in un modo totale e attivo, era concentrazione, unificazione, era intenzione precisa, era volizione. Questi qui sono stati mentali che fanno parte del nostro bagaglio, ci sono sempre, non solo quando siamo attivati dalle tensioni emotive dell'amore.

Forse possiamo imparare dall'amore, forse possiamo imparare ad essere più intensi nel nostro vivere quotidiano, anche nel suo scorrere ordinario. Nel lavoro, nelle relazioni possiamo provare ad ascoltare gli altri, donare totalmente la nostra attenzione a chi ci parla, con l'intenzione di ascoltare e ricevere senza necessariamente giudicare, sospendendo le nostre visioni, opinioni, convinzioni. Anche questo è la pratica dell'anatta-non-se, la sospensione dell'ego quando non serve, quando invade il campo dell'esperienza

In fondo riempire ogni esperienza con le proprie idee, convinzioni, visioni delle cose rende tutto subito vecchio, conosciuto, e il nuovo non trova posto.
Se riusciamo ad imparare questo dall'amore le nostre esperienze potrebbero arricchirsi, essere più vive e nuove.
Coraggio dunque!



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