sabato 21 dicembre 2013

La Consapevolezza che conduce alla Saggezza.

Questi cenni sulla consapevolezza sono un lavoro di sintesi di Giancarlo Giovannini fatto un capitolo di un libro di Henepola Gunaratana, la traduzione è di A. Meng.


La Consapevolezza o presenza mentale, è uno stato mentale, cosi come la saggezza.
La caratteristica principale della consapevolezza e che non cerca di ottenere qualcosa. E' solo puro osservare. Quindi, in essa non vi sono coinvolti il desiderio e l'avversione. Competizione e lotta per la conquista non hanno posto nel processo. La Consapevolezza non mira a nulla. Essa vede solo ciò che è già lì.


La Consapevolezza ha una funzione più ampia e più grande della concentrazione; è una funzione onnicomprensiva.
La concentrazione è esclusiva, essa si stabilizza su un elemento ed ignora tutte le altre cose.
Invece, la Consapevolezza è inclusiva. Essa se ne sta dietro al centro dell'attenzione e osserva con un ampio focus, notando rapidamente ogni cambiamento che si verifica.
Se avete la mente focalizzata su una pietra, la concentrazione vi farà vedere solo la pietra. La consapevolezza governa questo processo, è consapevole della pietra, è consapevole della concentrazione che si focalizza sulla pietra, è consapevole dell'intensità di quella focalizzazione, ed è immediatamente consapevole dello spostamento di attenzione quando la concentrazione stessa si distrae. E' proprio la consapevolezza che vi comunica che si è verificata la distrazione, ed è la consapevolezza che re-indirizza l'attenzione alla pietra.

La Consapevolezza è più difficile da coltivare della concentrazione perché è una funzione di portata più profonda. La concentrazione è semplicemente messa a fuoco della mente, un po’ come un raggio laser. Ha il potere di penetrare profondamente nella mente e illuminare quello che c'è. Ma non comprende ciò che vede. La Consapevolezza può esaminare i meccanismi dell’egoismo e comprende ciò che vede. La Consapevolezza può perforare il mistero del dolore e il meccanismo del disagio. La Consapevolezza può rendervi liberi.

Vi è un punto cruciale da comprendere; la Consapevolezza non reagisce a ciò che essa vede. Solo vede e capisce. La Consapevolezza è l'essenza della pazienza. Quindi, qualunque cosa voi vediate, deve essere semplicemente accettata, riconosciuta e spassionatamente osservata. Questo non è facile, ma è assolutamente necessario. Noi siamo avvolti nelle illusioni. Siamo egoisti, avidi e presuntuosi. Siamo lussuriosi e bugiardi. Questi sono i fatti. La Consapevolezza significa vedere questi fatti, ed essere pazienti con noi stessi, accettandoci per come siamo. Questo è contrario al nostro modo di essere. Noi non vogliamo accettare. Vogliamo negarlo. Oppure modificare o giustificarlo. Ma l'accettazione è l'essenza della consapevolezza. Se vogliamo crescere in consapevolezza, dobbiamo accettare quello che la consapevolezza scopre. Può essere la noia, l’irritazione, o la paura. Potrebbe essere debolezza, inadeguatezza, o difetti. Qualunque cosa sia, questo è il modo in cui realmente siamo. Questo è ciò che è reale. La Consapevolezza semplicemente accetta tutto ciò che c’è.

Se volete crescere in consapevolezza, l'unica strada è l'accettazione paziente. La Consapevolezza cresce solo in un modo: con una continua e costante pratica della presenza mentale, cercando di essere semplicemente attenti, e questo significa essere pazienti. Il vero processo non può essere forzato e non può essere affrettato. Bisogna procedere con il proprio ritmo. La concentrazione e la consapevolezza vanno di pari passo nel lavoro di meditazione. La Consapevolezza dirige il potere di concentrazione. La Consapevolezza è il manager dell'operazione. La concentrazione fornisce il potere con cui la consapevolezza può penetrare nei livelli più profondi della mente. La cooperazione tra queste due forze o facoltà porta a retta visione e retta comprensione.  Devono essere coltivate insieme in un rapporto equilibrato.

In genere viene data un pò più di enfasi alla consapevolezza, perché è il centro oprativo in meditazione. I livelli più profondi di concentrazione non sono realmente necessari per fare il lavoro di liberazione.

Tuttavia, un certo equilibrio è essenziale. Troppa presenza mentale senza la calma che serve per bilanciarla si tradurrà in uno stato troppo attivo della mente.Troppa concentrazione, senza un equilibrato rapporto di consapevolezza potrà tradursi nella sindrome del 'Buddha-di-Pietra'. Il meditante diventa così tranquillizzato che si siede lì come una roccia. Entrambi, però, sono da evitare.

Le fasi iniziali della coltivazione mentale sono particolarmente delicati sotto questo aspetto, la troppa enfasi sulla consapevolezza ritarderà lo sviluppo della concentrazione. Quando voi cominciate a meditare, una delle prime cose che arriverete a notare è quanto incredibilmente attiva sia in realtà la mente. Non scoraggiatevi, questo succede a tutti. 

La Consapevolezza inoltre è il più importante dei due componenti. Dovrebbe essere generata al più presto che si possa comodamente farlo. La Consapevolezza fornisce le basi necessarie per il successivo sviluppo di una concentrazione profonda. Molti dei più gravi errori in quest’area o zona di equilibrio si correggeranno da soli. La giusta concentrazione si sviluppa naturalmente sulla scia di una forte consapevolezza.

Quanto più svilupperete il fattore capace di notare, più velocemente voi noterete la distrazione e più velocemente potrete tirarvene fuori e tornare sull'oggetto formale di attenzione. Il risultato naturale è un’aumentata concentrazione. E quanto più si sviluppa la concentrazione, più essa assiste lo sviluppo della consapevolezza. E più potere di concentrazione voi avrete, meno possibilità vi è di imbattersi in una lunga catena di analisi circa la distrazione. Voi semplicemente noterete la distrazione e riporterete la vostra attenzione là dove si suppone che essa sia.
Nel complesso, è la consapevolezza quella che dovrete enfatizzare di più.

La Consapevolezza guida il vostro sviluppo nella meditazione, che vi darà una chiara prospettiva della vostra pratica.che vi consente di sapere come state andando. Ma non siate troppo preoccupati di questo, non è una gara. Non siete in competizione con nessuno, e non c'è un programma prestabilito.
Una delle cose più difficili da imparare è che la consapevolezza non dipende da alcun tipo di stato emozionale o mentale.

Noi abbiamo spesso idee immaginarie e pre-confezionate sulla meditazione, ad esempio che la meditazione è una cosa fatta in tranquille grotte da tranquille persone che si muovono lentamente, che queste sono le condizioni per la pratica. ma queste sono tecniche standard  per favorire la concentrazione e per imparare a far sì che si generi la consapevolezza. Una volta che avete imparato questa capacità, tuttavia, potrete farne a meno e cosi dovrebbe essere. Non avrete più bisogno di muovervi a passo di lumaca per essere consapevoli. Non avrete neanche bisogno di essere calmi. Potrete essere consapevoli mentre risolvete i problemi con intensi calcoli. Voi sarete consapevoli anche nel bel mezzo di una partita di calcio. Sarete ben consapevoli perfino durante una furiosa arrabbiatura. Le attività fisiche e mentali non sono un ostacolo alla consapevolezza. Se trovate che la vostra mente è molto attiva, è sufficiente osservare la natura e il grado di tale attività. Essa è solo una parte dello spettacolo passeggero all'interno di voi stessi.

2 commenti:

  1. Grazie Giancarlo,

    un grande aiuto per continuare la pratica con fiducia..

    Ciao Lucio

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  2. fiducia bella qualità, quanto ne abbiamo bisogno in tutti i settori della nostra vita, ne aggiungo un'altra che ho scoperto personalmente essere il segreto del progresso nella pratica(e non solo): un sincero disinteresse per i risultati meditativi mentre li portiamo avanti, generato proprio dalla fiducia nella pratica, pare una specie di paradosso eppure ho sperimentato personalmente che funziona così

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