venerdì 4 luglio 2014

I tre veleni e le "tempeste perfette"


Negli ultimi mesi, quasi quotidianamente, riceviamo notizie di eventi drammatici, persone che improvvisamente compiono atti di violenza verso gli altri, verso se stessi o ambedue le cose.

Nel vivere quotidiano, nel ripetitivo succedersi dei giorni delle nostre vite, quasi sempre senza che ve ne sia consapevolezza, nell'instancabile flusso delle coscienze, gli stati mentali e i pensieri si susseguono istante dopo istante. In questo continuo scorrere si depositano impressioni che lasciano le loro tracce nel continuum mentale. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, la nostra mente assume così una sua configurazione, sue modalità di risposta alle sollecitazioni della realtà che ci circonda.


L’illusione più grossa che può ingenerarsi è che nulla possa essere da noi fatto al riguardo, che quel flusso di pensieri e stati della nostra coscienza abbia una vita sua e che non possa, in molti casi debba, venir verificato, osservato e conosciuto. Peggio ancora, che non possa o non debba essere messo in discussione. "Perché siamo fatti così"

In ognuno di noi, in latenza, nelle profondità della mente giacciono pensieri bui, oscure pulsioni, impressioni, tracce legate ad azioni compiute in un passato non necessariamente legato alla nostra attuale vita.

Quelli che il buddhismo chiama i tre veleni, sono gli stati mentali radice di brama, avversione ed illusione, sono presenti da tempo immemorabile nel nostro continuum mentale. Essi vivono dentro di noi, pronti ad attivarsi per generare pensieri che a loro volta sfociano in altri stati mentali più complessi e articolati, alimentando nuovi, più vorticosi, spesso ossessivi flussi di pensiero. Questa attività mentale, se non è governata dalla consapevolezza, può portare, nei nostri momenti di fragilità, grandi sofferenze.

Solo per il fatto che la nostra vita trascorre in una accettabile normalità, con le alterne vicende che recano con sé gioie e dolori, soddisfazioni e dispiaceri, non ci solleva dalla responsabilità di occuparci della qualità della nostra coscienza; perché a volte, improvvisamente, drammaticamente, può scatenarsi la “tempesta perfetta”.

Meditate gente, meditate!


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