lunedì 6 maggio 2013

Gli ostacoli che incontriamo in meditazione. Lo scontento o avversione

Fonti: varie ed eventuali con prevalenza di www.dhammadana.org, poi ci ho lavorato su io


Lo scontento-l'avversione(byāpāda). Come riconoscerlo?

Nel minimo sentimento di irritazione, di deprezzamento, di rigetto, di collera o di odio possiamo riconoscere lo scontento, l'avversione.
Esso può essere generato dal più piccolo pensiero di insoddisfazione e può riguardare
cose, persone o situazioni, del passato lontano cosi come stimoli del presente.

Il suo contrario: quando scontento e irritazione sono del tutto assenti, appare la gioia, la mente è  interessata al suo oggetto.

La causa; quando la nostra mente evoca dei fatti che veicolano un sentimento di discordia, come le controversie con altre persone o rifiuta una situazione non confortevole, come il calore, o gli insetti molesti, appare lo scontento

L'antidoto; accettare l'idea che gli unici responsabili della nostra insoddisfazione siamo noi stessi
Pratiche di samatha che possono ridurre l’influenza dello scontento e irritazione: sviluppare mettā bhāvanā (meditazione sulla benevolenza)

Equilibrare le “5 Facoltà di controllo”

La metafora che viene data  per descrivere gli effetti dello scontento: “non si può vedere attraverso un'acqua in ebollizione”.

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