sabato 2 febbraio 2013

La Meditazione è un lavoro duro



Si tratta di un'attività intrinsecamente solitaria. Una persona, facendo la meditazione, combatte contro forze enormemente potenti, esse fanno parte della struttura stessa della mente. Quando realmente voi penetrate in essa vi troverete alla fine a confrontarvi con una scioccante realizzazione. Un giorno vi guarderete dentro e capirete la completa e totale grandezza di ciò a cui state realmente di fronte. Ciò che state sforzandovi di penetrare si presenta come un solido muro così strettamente denso che nemmeno un singolo raggio di luce può attraversarlo. Voi vi ritrovate seduti lì, a fissare questo edificio e dite a voi stessi: "Cosa? Io dovrei penetrare laggiù in fondo e andare oltre questo? Ma è impossibile! Questo è tutto quello che c'è. Questo è il mondo intero. Questo è tutto ciò che conta, ed è quello che uso per definire me stesso e per capire tutto ciò che c’è intorno a me e se lo tolgo via il mondo intero svanirà ed io con lui. Non posso proprio penetrare ed attraversare questo. Io semplicemente non posso".

E' una sensazione davvero terribile e spaventosa, un sentimento molto isolante. Voi vi troverete a pensare: "Ecco. Sono qui, tutto solo, che cerco di sputare fuori qualcosa di così enorme che è ben oltre ogni concezione". Tuttavia, per contrastare questo sentimento è utile sapere che non siete soli. Altri sono passati di qua in questo modo prima di voi. Anche loro hanno avuto di fronte la stessa barriera e hanno spinto la loro strada fino alla luce. Essi hanno posto le regole con cui il lavoro può essere fatto ed essi si sono uniti in una confraternita di mutuo incoraggiamento e sostegno. Il Buddha ha trovato la sua strada attraversando questo stesso muro e dopo di lui molti altri sono venuti. Egli ha lasciato istruzioni chiare nella forma del Dhamma, il corpo degli insegnamenti che continua a guidarci lungo lo stesso percorso. Egli fondò il Sangha, la confraternita di monaci e dei seguaci laici per poter conservare quel sentiero e per mantenere su di esso tutti noi. Non siete mai soli e la situazione non è disperata.
La meditazione richiede energia. Ci vuole tanto coraggio per affrontare alcuni fenomeni mentali abbastanza difficili e per avere la determinazione di sedersi attraverso vari stati mentali spiacevoli.
La pigrizia proprio non servirà. Al fine di pompare la vostra energia per un buon lavoro potreste trovare forze e ispirazione nel ripetere le seguenti dichiarazioni a voi stessi, cercate di sentire l'intenzione che mettete in queste parole, cercando di rendere vivo in voi il significato di ciò che dite:

"Sono in procinto di percorrere il sentiero che è stato percorso dal Buddha e dai suoi grandi e santi discepoli. Una persona indolente non può seguire questa strada. Possa la mia energia prevalere. Possa io avere successo".


Tratto da Mindfulness in Plain English
AUTORE: Venerabile Henepola Gunaratana Mahathera
La traduzione italiana è di Aliberth Meng, io ci ho dato un'aggiustatina alle virgole e ho cambiato qualcosina, ma niente di che.


4 commenti:

  1. io sto malissimo non c'è la faccio più
    voglio morire..aiuto

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  2. Chiunque tu sia mi dispiace leggere le tue parole, questo è un commento a cui risulta difficile rispondere per la sua drammatica sinteticità, perchè si possa andare oltre altro deve essere comunicato, ma essendo questo un blog pubblico lascio a te la scelta di come fare e se farlo.
    Proprio la seconda parte di questo post però offre speranza a chi soffre, ci sono gli insegnamenti e gruppi di persone che si raccolgono intorno a questi insegnamenti,prendendo ognuno su di sè la responsabilità e l'impegno per l'emancipazione dalla sofferenza

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    1. Anonimo 2: "la notte dell'anima", ti stringo forte la mano, resistiamo insieme. Non lasciarti travolgere dal dolore e dallo scoraggiamento, per favore, siamo in molti così, più di quanti si possa pensare. Siamo in tanti a fare i conti con l'apparente non senso della vita, il dolore, la solitudine, altrimenti non staremmo su questo blog, ma su uno di ballo latino-americano. eppure l'interdipendenza esiste davvero, tu mangi una mela perchè c'è stato un seme, ci sono state le nubi, la pioggia, il sole, un uomo che si è preso cura della pianta, l'ha innestata, curata dalle malattie, c'è stato un apicoltore, così ci sono state le api che hanno potuto impollinare i fiori, ci sono stati i genitori dell'apicoltore, c'è stato il contadino che ha raccolto il mandarino,c'è stato tutto ciò che ha alimentato questo contadino, ci sono stati gli alberi (altri semi, altra acqua, altra pioggia etc) per fare le cassette di legno dove mettere le mele, se le cassette sono di plastica c'è il petrolio, c'è il lavoro di ere geologiche passate, le vite di allora, c'è il lavoro di oggi, le raffinerie, le fabbriche gli uomini etc. Questi uomini che tutti quanti hanno i loro dolori, anche se a volte non sembra. Io ho pensato che anche se a volte non sembra, per il semplice fatto che respiriamo e siamo vivi, la vita ci ama, allora se la vita ci ama vuol dire che valiamo proprio tanto e questo amore merita di essere ricambiato. Quando mangi una mela pensa al significato di quella mela e pensa a ricambiare questo amore. Penso però che abbia ragione Giancarlo il tuo dolore può avere tante radici e la risposta giusta dipende da quali sono le radici. Se la tua sofferenza dipende dalla sofferenza incurabile di altri è triste perchè ci si sente impotenti, ma la vita è piena di imponderabili, uno cerca di fare tutto quello che può ma poi bisogna rimettersi nelle mani di leggi superiori (anche se forse il termine "legge" non mi piace). tutto sommato come mi disse un amico qualche tempo fa, quando persi una cara parente di appena 49 anni con marito e due figli adolescenti,"... tutto sommato ha solo timbrato il biglietto un pò prima di noi..". Come un flash ho colto l'impermanenza ... sì, ha timbrato un pò prima di noi ... allora motivo in più per amare la vita, nel momento presente anche se ci sembra tanto orribile c'è sempre il respiro, noi respiriamo perchè la vita ci ama, allora dobbiamo ricambiare questo amore. Anche quando la vita presente ci sembra ci stia distruggendo, pensiamo alla parte di vita che ci ama e ci ha amati, e per il resto ... siamo un pò come le pile che prima o poi si scaricano, ma finch'è c'è energia cerchiamo di viverla e ricambiare l'amore che ci viene dalla Vita.
      Per il resto non so ... ma volevo solo rispondere al tuo messaggio per dirti che non sei solo

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    2. Ok, in Anonimo 2 mi sembra di scorgere un pochino in più di speranza e di voglia di stare nei processi, la vita non è poi cosi orribile dai :-)

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