giovedì 26 dicembre 2013

Baricco su Proust. Analisi della realtà e letteratura


Trovo che questo video, in cui Alessandro Baricco tiene una lezione su Proust, dica qualcosa che ha a che fare con quello che cerco di comunicare in questo blog.
Non ha senso qui spiegarne le ragioni, se avete voglia e tempo guardatelo, io mi sono emozionato facendolo, ma se fate partire il video seguitelo fino alla fine
vai al video



sabato 21 dicembre 2013

La Consapevolezza che conduce alla Saggezza.

Questi cenni sulla consapevolezza sono un lavoro di sintesi di Giancarlo Giovannini fatto un capitolo di un libro di Henepola Gunaratana, la traduzione è di A. Meng.


La Consapevolezza o presenza mentale, è uno stato mentale, cosi come la saggezza.
La caratteristica principale della consapevolezza e che non cerca di ottenere qualcosa. E' solo puro osservare. Quindi, in essa non vi sono coinvolti il desiderio e l'avversione. Competizione e lotta per la conquista non hanno posto nel processo. La Consapevolezza non mira a nulla. Essa vede solo ciò che è già lì.


La Consapevolezza ha una funzione più ampia e più grande della concentrazione; è una funzione onnicomprensiva.
La concentrazione è esclusiva, essa si stabilizza su un elemento ed ignora tutte le altre cose.
Invece, la Consapevolezza è inclusiva. Essa se ne sta dietro al centro dell'attenzione e osserva con un ampio focus, notando rapidamente ogni cambiamento che si verifica.

mercoledì 11 dicembre 2013

Cenni su Anatta la caratteristica universale del non-sè

Secondo il Buddhismo, le nostre idee di Dio e di Anima sono false e vuote. Anche se sono state sviluppate profondamente come teorie, non sono che delle proiezioni mentali estremamente sottili, rivestite di una complicata fraseologia filosofica e metafisica. Queste idee, sono assai profondamente radicate nell’uomo, tanto vicine e care, che egli non desidera sentire né vuole comprendere un qualche insegnamento contrario.

Generalmente le nostre parole Anima, Sé, Io o la parola sanscrita Atman suggeriscono l’idea che esiste nell’uomo un’entità permanente, eterna e assoluta, una entità immutabile dietro il mondo fenomenico in perpetuo cambiamento.
Secondo la maggior parte delle religioni, ogni individuo ha un’anima separata di questo tipo, creata da Dio, e che, alla fine, dopo la morte, vive eternamente, all’inferno o in paradiso, dipendendo per il suo destino eterno dal giudizio del suo creatore. Oppure secondo altre, quest’anima passa di vita in vita, finché non è completamente purificata e alla fine si unisce a Dio o a Brahman, all’Anima Universale o Atman, da cui in origine era stata emanata.

sabato 7 dicembre 2013

Le 7 regole dell'ascolto attivo

Mi sono sempre piaciute queste sette piccole regole e ho sempre cercato di metterle in pratica.

da: Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte.
di Marianella Sclavi.


Le sette regole dell’arte di ascoltare
  1. Non aver fretta di giungere alle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera dell’esperienza

venerdì 22 novembre 2013

Incoscienza ordinaria e incoscienza profonda

Traggo e traduco molto liberamente un brano del libro 'The Power of Now' di Eckhart Tolle. Pag. 73-75.
Il contenuto non trabocca d'allegria, ma descrive efficacemente lo stato di Dukkha e le dinamiche ad esso collegate. Nel prossimo post metto una vignetta, promesso!

..Come probabilmente molti di voi sanno, nel sonno ci si sposta continuamente tra le fasi del sonno senza sogni e lo stato di sogno. Allo stesso modo, nello stato di veglia la maggior parte delle persone si sposta tra incoscienza ordinaria e profonda incoscienza.

Quello che io chiamo stato di incoscienza ordinario significa essere identificati con i processi di pensiero, le emozioni, le reazioni, desideri e le avversioni . E' lo stato di normalità per la maggior parte delle persone, (quello che nel buddhismo viene definito 'ordinario', nota personale). In quello stato, si è guidati dalla mente egoica, uno stato in cui la consapevolezza dell'essere è subordinata all'identificazione.

Si tratta di uno stato in cui non è appropriato parlare di dolore acuto o di infelicità, ma di un livello quasi continuo di sottile disagio, di sorda insoddisfazione, noia o nervosismo, (interrotto solo da sporadici momenti di felicità e piacere che sorgono quando le nostre aspettative vengono corrisposte, che, dopo i momenti di picco, tornano ad essere riassorbiti, nota personale).

sabato 16 novembre 2013

Gli stati mentali immorali o non proficui. Akusala Cetasikas

Esposizione dei 52 stati mentali

14 Akusala Cetasikas  

14 Stati mentali non proficui 
o immorali


Le brevi note relative agli stati mentali sono tratte dalla traduzione che E. Alfano ha pubblicato su www.canonepali.net del testo: Un Manuale dell'Abhidhamma, Narada Thera,


Proseguiamo con l'esposizione degli Stati mentali - Cetasikas, prendendo qui inconsiderazione quelli considerati come non proficui, sono quattordici:



1 Moha. Illusione - Confusione sulla natura della realtà - Ignoranza. Stato mentale radice 

Deriva dalla radice muh, essere perplesso, essere illuso. Moha è una delle tre radici del male ed è comune a tutti i tipi immorali di coscienza. E’ opposto a pañña - saggezza.
La caratteristica principale di moha è l’ignoranza sulla natura di un oggetto. Moha oscura la conoscenza di ognuno di noi riguardo al Kamma e alle relative conseguenze e alle Quattro Nobili Verità.

lunedì 28 ottobre 2013

52 Stati Mentali. Il secondo gruppo: i sei occasionali con brevi note di approfondimento

Esposizione dei 52 stati mentali
Le brevi note relative agli stati mentali sono tratte dalla traduzione che E. Alfano ha pubblicato su www.canonepali.net del testo: Un Manuale dell'Abhidhamma, Narada Thera,

I sei stati mentali Particolari-Occasionali 
diversamente dagli Universali questi cetasika-stai mentali si trovano solo in alcune classi di coscienza.

1. Applicazione iniziale
2. Applicazione sostenuta,
3. Decisione,
4. Sforzo,
5. Gioia,
6. Volizione.
Questi sei stati mentali vengono chiamati Particolari.
Così questi (tredici) stati mentali sono intesi come “comuni l'un l'altro”
(aññasamana, un termine tecnico applicato collettivamente a tutti i 13 cetasika che posono essere sia morali che immorali, secondo il tipo di coscienza in cui si trovano.)

sabato 26 ottobre 2013

Quei momenti...

Quei momenti senza pensiero
in cui la nebbia si disperde e
mostra infine la sua essenza,
allora l'altro mondo si riempie di movimento,
nuovi dettagli mostrano nuove percezioni,
nitide, profonde.

Quei momenti senza pensiero
in cui le direzioni mutano,
le separazioni cessano,
le isole si sciolgono nel mare.

martedì 22 ottobre 2013

52 Stati Mentali. Il primo gruppo: gli universali con brevi note di approfondimento

Esposizione dei 52 stati mentali

Le brevi note relative agli stati mentali sono tratte dalla traduzione che E. Alfano ha pubblicato su www.canonepali.net del testo:
Un Manuale dell'Abhidhamma
Narada Thera,


Il primo gruppo: I cosiddetti “universali”.

Questi sette stati mentali sono comuni ad ogni coscienza

1.Contatto
2. Sensazione
3 Percezione
4. Volizione
5. Concentrazione, unificazione della mente sull’oggetto
6. Vita psichica
7. Attenzione

lunedì 7 ottobre 2013

Il Kamma e i pensieri

Qualche volta, quando si pensa al kamma/azione e alle leggi che lo governano ne viene tratta una interpretazione che potremmo definire "deterministica". Come se oltre al tipo, al reame di esistenza di un essere, ne fossero, nel caso di una nascita umana, determinati anche i pensieri, le intenzioni, le azioni. Non lasciando spazio per la libertà d'azione o di volontà.
In molte occasioni il Buddha ha indicato come questa interpretazione fosse errata, se riferita ai suoi insegnamenti. Le azioni, o più precisamente le intenzioni all'azione, giocano un ruolo cruciale nel determinare il tipo di esistenza che andrà a configurarsi in futuro, ma non solo, l'influenza di pensieri, stati mentali e intenzioni di azione ha un ruolo importante nella qualità dell'esistenza nella quale si verificano.

venerdì 19 luglio 2013

Non abbiamo bisogno di gufi sul ramo

Abbiamo bisogno di persone che hanno voglia di impegnarsi, di partecipare, di crescere insieme, di costruire insieme nuovi spazi e occasioni di pratica.
Come i gufi abbiamo occhi grandi, come quello dei gufi il nostro sguardo si volge verso i territori oscuri dell'illusione con la luce di Sati, la presenza mentale del Buddha.
Cerchiamo gufi pronti a spiccare il volo....

mercoledì 17 luglio 2013

La culla del buddhismo in Thailandia

 Qui a Nakhon Pathom i primi monaci buddhisti giunsero da Burma e dall'India per diffondere il messaggio del Buddha in Thailandia. Uno dei più alti monumenti buddhisti al mondo, eretto nel sesto secolo, il Phra Pathom Chedi fu eretto dai buddhisti di Dvaravati per celebrare la "prima città".

martedì 9 luglio 2013

Diversi aspetti della coscienza (citta in pali)

Dal libro di Nina Van Gorkom(Abhidhamma in daily life presumo), tradotto in italiano da Antonella.Comba con il titolo Abhidhamma nella vita quotidiana.

Il Buddha parlò per tutta la sua vita invitandoci e indicandoci tutto ciò che è reale in rapporto a tutto ciò che è illusione. Il contenuto del suo insegnamento può essere verificato mediante la nostra esperienza. Tuttavia, noi prevalentemente non siamo in contatto veramente con le realtà più comuni della vita quotidiana, cioè i fenomeni mentali e i fenomeni fisici che si manifestano attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il senso corporeo e la mente, ma, a quanto pare, siamo per lo più interessati al passato o al futuro e ai modi in cui interpretiamo soggettivamente gli eventi delle nostre vite. Scopriremo però che cosa è realmente la vita se conosceremo meglio le realtà del momento presente e se impareremo a esserne consapevoli allorché appaiono.

Il Buddha spiegò che la coscienza(citta)è una realtà ultima.

giovedì 27 giugno 2013

Abhidhamma e vita quotidiana

Desidero segnalare un libro veramente molto importante per chi desidera approfondire la pratica e lo studio del satipatthana.
Si tratta di un libro di Nina Van Gorkom tradotto da Antonella Comba, lo segnalo perchè non sono molti i libri in italiano sul tema dell'abhidhamma, quello che un poco grossolanamente viene chiamata psicologia buddhista.
Il libro sta su Lulu.com e può essere facilmente e gratuitamente scaricato in formato .pdf, cosa che suggerisco caldamente di fare.

Link per scaricare il libro

Un ringraziamento particolare ad Antonella Comba per questo lavoro che mette finalmente in grado anche coloro che non sanno l'inglese di accedere alle spiegazioni, definizioni e categorizzazioni che il buddhismo esplicita nell'abhidhamma o dottrina superiore.
Possa il dono del Dhamma di Antonella Comba e della Van Gorkom essere di beneficio per la comprensione e la diffusione del Dhamma.
Sadhu! Sadhu! Sadhu!
Ben fatto! Ben fatto! Ben fatto!

ps. di solito non mi lascio andare in questo modo, ma quando ci vuole, ci vuole!

domenica 23 giugno 2013

Strategie di vita

Questa è una delle strategie più utilizzate dagli umani sul pianeta terra. Forse c'è qualcosa di meglio...

martedì 4 giugno 2013

Il significato della parola Satipatthana. Sayadaw U Pandita



In questo post potete trovare un interessante approccio divulgativo utilizzato da un insegnante e monaco birmano Sayadaw U Pandita. Consiglio caldamente la lettura a tutti coloro che sono interessati agli aspetti pratici di questa tecnica meditativa.
Io ho tolto dal testo un sacco di termini in Pali che aggiungevano molto esotismo, ma che aggiungevano poco al contenuto. La traduzione non so di chi sia, ma non è mia. Il post è un pò lungo, non mi piace postare contenuti troppo lunghi, ma in questo caso il frazionamento non avrebbe funzionato

Qui sotto trovate un sintetico di quello che troverete poi svolto diffusamente nel post:

Satipatthana/consapevolezza di vipassana sui quattro fondamenti di consapevolezza in breve:
stabilizzazione ferma e vicina all’oggetto - non superficialità - tenere l’oggetto in vista - stare faccia a faccia con l’oggetto - protezione della mente dall’attacco dei difetti e delle impurità mentali - forte percezione - la consapevolezza è la causa della consapevolezza - precipitarsi e sprofondarsi nell’oggetto - afferrare saldamente l’oggetto - coprire completamente l’oggetto con l’attenzione – immediatezza – continuità – simultaneità - non manipolazione o modificazione dell’oggetto.

venerdì 31 maggio 2013

Schemino del processo mentale

Ho preparato un schemino..... mi piacciono un sacco gli schemini, su quello che si potrebbe definire il processo cognitivo. Nel farlo ho integrato concetti moderni e concetti della teoria buddhista sulla mente così come analizzata nell'Abhidhamma(trattato analitico buddhista sulla mente).
A me gli schemi servono perché ho scoperto che aiutano ad avere una sintesi visiva di quello che sto studiando. Chissà che non possa risultare utile anche a qualcuno di voi. 

mercoledì 15 maggio 2013

Gli Ostacoli alle meditazione. Dubbio scettico(vicikicchā).

Fonti: varie ed eventuali con prevalenza di www.dhammadana.org, poi ci ho lavorato su io.


Il dubbio. Come riconoscerlo?

Durante la pratica meditativa i momenti confusi sono all'ordine del giorno. Quando le esperienze che si susseguono  sembrano divenire complicate e la nostra percezione delle cose perde la sua chiarezza, si installa in noi la confusione e non riusciamo più ad avanzare o peggio, non vogliamo più proseguire. 

Con la mente in disordine possiamo cominciare a dubitare, non solo delle nostre capacità, ma anche della nostra guida, del metodo insegnato, della meditazione in generale, del Buddha, del Dhamma o della meditazione stessa e della sua utilità.

domenica 12 maggio 2013

Gli ostacoli alla meditazione. L'agitazione mentale, rimorsi, preoccupazioni(uddhacca kukkucca).

Fonti: varie ed eventuali con prevalenza di www.dhammadana.org, poi ci ho lavorato su io.


L'agitazione mentale,rimorsi,preoccupazioni. Come riconoscerli?

Quando la mente non è tranquilla e si sente inquieta e perturbata sia pure per un piccolo dettaglio e vi è agitazione mentale, quando la mente rimugina o appaiono dei rimorsi o preoccupazioni in relazione ai propri o altrui comportamenti, in tutti questi casi la mente è incapace di stabilizzarsi su di un solo oggetto. Quando questo stato mentale prende il sopravvento ci incagliamo su questi pensieri sconfortanti con il sentimento di non potere continuare la nostra meditazione fino a che il problema all'origine dell'agitazione mentale o del rimorso non sarà dissolto o risolto.

Gli Ostacoli alla meditazione. La pigrizia ed il torpore (thina middha)

Fonti: varie ed eventuali con prevalenza di www.dhammadana.org poi ci ho lavorato su io.


La pigrizia ed il torpore. Come riconoscerli?

Quando non riusciamo a restare stabili in modo corretto sul nostro oggetto di meditazione e la nostra concentrazione "scivola" di continuo nella sonnolenza o in stati di annebbiamento,  mentrela nostra energia  è spenta o assente, si tratta di pigrizia e torpore

Il suo contrario, lo stato mentale dell'applicazione mentale; quando la pigrizia ed il torpore sono del tutto assenti, appare vicāra (l'applicazione sostenuta), la mente resta costantemente sul suo oggetto.

La causa; vi sono pigrizia o torpore non appena lo spirito non ha più interesse verso il principale oggetto di meditazione e l'energia cala.

lunedì 6 maggio 2013

Gli ostacoli che incontriamo in meditazione. I cinque impedimenti

Fonti: varie ed eventuali con prevalenza di www.dhammadana.org, poi ci ho lavorato su io.


Introduzione

I primi approcci alla meditazione, qualunque essa sia(vipassana o samatha)sono generalmente accompagnati da diversi tipi di ostacoli che, soprattutto agli esordi disturbano e sovente paralizzano completamente i progressi in meditazione. Sono definiti ostacoli(Kilesa) e possono essere classificati in 5 categorie, nessuna delle quali risparmia nè il debuttante, nè i meditanti avanzati, anche se l’esperienza è di grande supporto quando ci si confronta con questo genere di difficoltà.

Gli ostacoli che incontriamo in meditazione. Il desiderio verso gli stimoli sensoriali

Fonti: varie ed eventuali con prevalenza di www.dhammadana.org, poi ci ho lavorato su io

Il desiderio sensoriale(kamacchanda). Come riconoscerlo?

Qualunque sia lo stimolo esterno od interno che sorge, anche solo per un breve istante, anche un piccolo riflesso, non appena  esso è percepibile come piacevole il desiderio sensoriale è lì. Allo stesso modo quando sorge uno stimolo, interno od esterno, di natura sgradevole immediatamente il desiderio che scompaia subito lo segue.

Gli ostacoli che incontriamo in meditazione. Lo scontento o avversione

Fonti: varie ed eventuali con prevalenza di www.dhammadana.org, poi ci ho lavorato su io


Lo scontento-l'avversione(byāpāda). Come riconoscerlo?

Nel minimo sentimento di irritazione, di deprezzamento, di rigetto, di collera o di odio possiamo riconoscere lo scontento, l'avversione.
Esso può essere generato dal più piccolo pensiero di insoddisfazione e può riguardare
cose, persone o situazioni, del passato lontano cosi come stimoli del presente.

mercoledì 10 aprile 2013

18 tipi di Coscienza senza Radici. Non Proficue - Proficue - Funzionali

Fonte:Canonepali.net
 
Coscienze Immorali o Non Proficue. Risultanti senza Radici

(1) Coscienza visiva, accompagnata da indifferenza.
(2) Coscienza uditiva, accompagnata da indifferenza
(3) Coscienza olfattiva, accompagnata da indifferenza
(4) Coscienza gustativa, accompagnata da indifferenza
(5) Coscienza corporea, accompagnata da dolore,
(6) Coscienza ricevente, accompagnata da indifferenza,
(7) Coscienza investigante, accompagnata da indifferenza.
Questi sette sono tipi di coscienza immorale risultante.

I 52 Stati mentali secondo lo schema dell'Abhidhamma (Analisi delle realtà ultime)

Nel prossimo incontro Domenicale del 21 Aprile parleremo della coscienza, almeno ci proveremo, quindi come documento didattico relativo all'esposizione dei 5 aggregati posto l'elenco degli stati mentali cosi come sono proposti nell'analisi delle realtà ultime contenuta nell'Abhidhamma.
All'inizio troviamo una definizione degli stati mentali, poi segue l'elenco degli stessi suddivisi nei loro gruppi di appartenenza in relazione ai tipi di coscienza che concorrono a costituire.

lunedì 25 marzo 2013

I 5 Aggregati. Le formazioni mentali

L’Aggregato delle Formazioni Mentali (sankhara-khandha)

O anche Aggregato dei contenuti e delle attività mentali. In questo gruppo sono contenute tutte le attività che dipendono dalla volontà (le attività della volizione), sia nel bene che nel male. Quello che si conosce sotto il nome di karma (o kamma) è compreso in questo gruppo.

Il Buddha stesso ha definito:

“...Bhikkhu (monaco), è la volizione (cetana) che io chiamo kamma. Avendolo voluto, un uomo agisce con il corpo, la parola e la mente”.

giovedì 7 marzo 2013

Per placare il vulcano


Ho pubblicato con un sistema web un pamphlet introduttivo sulla meditazione di Bhante Sujiva. Per accedere al libro cliccare sul link qui sotto, è possibile anche fare un download in .pdf del libro.

lunedì 25 febbraio 2013

Ma cos'è questo Kamma(karma) ?




“Io vi dico, Bhikkhu e Amici, che è assolutamente impossibile che, azioni volute,
previste, compiute(kamma) cessino la loro efficacia finché non se ne siano sperimentati i risultati, in questa vita o in altre vite future!

Ed è altrettanto impossibile che, senza aver sperimentato i risultati delle azioni passate, colui che le ha compiute sia in grado di porre fine alla sofferenza.
Possa questo essere ben conosciuto da tutti!”

Uno dei concetti che genera più confusione qui in occidente è quello legato alla parola “karma”(in Pali: kamma).

giovedì 21 febbraio 2013

I 5 Aggregati. Rupa la materialità




 ...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)


Quello che chiamiamo “essere”, o “individuo”, o “Io” quando pensiamo a noi stessi o in termini più generali, secondo il buddhismo è solo una combinazione di forze o energie mentali e fisiche, che cambiano continuamente.

giovedì 14 febbraio 2013

La buona amicizia

In questo discorso  il Buddha sviluppa il tema del comportamento etico individuale. Spesso la nostra attenzione trascura questo aspetto fondamentale. In altre parole non vi può essere alcun sviluppo pieno della consapevolezza e della saggezza senza che la nostra presenza mentale non eserciti la sua influenza sui modi con cui gestiamo le nostre attività nella vita di tutti i giorni.
I modi con cui comunichiamo, ma anche la capacità di ascolto e integrazione della nostra comunicazione con gli altri.
 I modi con cui ci muoviamo e relazioniamo nelle nostre attività lavorative e professionali.
Una attenzione saggia e una chiara comprensione delle conseguenze che comportano le nostre azioni e le nostre decisioni. La capacità di comprendere e..

lunedì 11 febbraio 2013

Poi vedo...

Condivido questa vignetta del mitico Cavezzali con coloro che nel domenicale del 10 Febbraio sono rimasti fino alla bella condivisione finale, però, siccome le donne hanno avuto un ruolo importante ieri, farei una piccola variazione al testo della vignetta: "Siccome donne e uomini per esser donne e uomini si devono cercare, intanto si cercano...poi si vede"

con un ringraziamento speciale a tutti quanti da parte mia e di Massimo.

sabato 2 febbraio 2013

La Meditazione è un lavoro duro



Si tratta di un'attività intrinsecamente solitaria. Una persona, facendo la meditazione, combatte contro forze enormemente potenti, esse fanno parte della struttura stessa della mente. Quando realmente voi penetrate in essa vi troverete alla fine a confrontarvi con una scioccante realizzazione. Un giorno vi guarderete dentro e capirete la completa e totale grandezza di ciò a cui state realmente di fronte. Ciò che state sforzandovi di penetrare si presenta come un solido muro così strettamente denso che nemmeno un singolo raggio di luce può attraversarlo. Voi vi ritrovate seduti lì, a fissare questo edificio e dite a voi stessi: "Cosa? Io dovrei penetrare laggiù in fondo e andare oltre questo? Ma è impossibile! Questo è tutto quello che c'è. Questo è il mondo intero. Questo è tutto ciò che conta, ed è quello che uso per definire me stesso e per capire tutto ciò che c’è intorno a me e se lo tolgo via il mondo intero svanirà ed io con lui. Non posso proprio penetrare ed attraversare questo. Io semplicemente non posso".

giovedì 31 gennaio 2013

I 5 Aggregati. Le sensazioni





...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)



Quello che chiamiamo “essere”, o “individuo”, o “Io” quando pensiamo a noi stessi o in termini più generali, secondo il buddhismo, è solo una combinazione di forze o energie mentali e fisiche, che cambiano continuamente, e che possono essere divise in cinque gruppi o aggregati (khandas).

Didattico Domenicali 1. Il Principio guida in vipassana



Il Principio guida in vipassana

Ogni volta che sorge un dubbio riguardo alla pratica meditativa semplicemente ricordiamoci del “Principio”   
Il “principio” alla base della vipassana è quello di osservare ogni processo fisico e mentale che è predominante nel momento presente

mercoledì 30 gennaio 2013

Didattico Domenicali 2. Quando meditare



Quando decidiamo di sederci per meditare, applichiamo ciò che viene descritto negli insegnamenti del Buddhismo, ovvero si passa alla pratica. Senza questa attività tutti i libri e i discorsi sulla liberazione dalla sofferenza sono solo concetti. Interessanti e importanti ma la nostra vita non cambierà un granché senza la palestra meditativa, senza l’applicazione metodica di quegli insegnamenti. La cosa migliore è impostare una pianificazione della propria pratica e continuarla con dolce e paziente tenacia; la programmazione inserisce  una struttura di comportamento nella quotidianità delle nostre vite. L’importante è che il nostro programma possa essere un aiuto e non diventi un peso: meditare non è un dovere, né un obbligo.

martedì 29 gennaio 2013

I 5 Aggregati.Le Percezioni





...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)



Quello che chiamiamo “essere”, o “individuo”, o “Io” quando pensiamo a noi stessi o in termini più generali, secondo il buddhismo, è solo una combinazione di forze o energie mentali e fisiche, che cambiano continuamente, e che possono essere divise in cinque gruppi o aggregati (khandas).
Questi gruppi sono semplicemente categorie, sottosistemi, o funzioni di base,

lunedì 28 gennaio 2013

Didattico Domenicali 3. Cosa fare in meditazione



Un buon modo di approcciarsi alle proprie sessioni di meditazione, sia sedute che camminate è quello di farlo nella prospettiva di esaminare e riferire le proprie esperienze meditative. Questo è ciò che in effetti accade durante i ritiri intensivi.
Qualche consiglio:
Meditazione seduta: per prima cosa scegliete il vostro oggetto principale e primario, fate qualche prova per trovare quello che é più adatto a voi, ma poi cercate di non cambiare in continuazione, ne soffrirebbe la stabilità della vostra meditazione.
Per esempio, se il vostro oggetto principale è il respiro che entra ed esce dalle narici, oppure il movimento di salita e discesa dell’addome, per favore fatelo in modo poi da poter riportare ciò che osservate descrivendo la vostra esperienza al riguardo

domenica 27 gennaio 2013

I 5 Aggregati. La coscienza



...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)

Quello che chiamiamo “essere”, o “individuo”, o “Io” quando pensiamo a noi stessi o in termini più generali, secondo il buddhismo, è solo una combinazione di forze o energie mentali e fisiche, che cambiano continuamente, e che possono essere divise in cinque gruppi o aggregati (khandas)

Didattico Domenicali 4. L'Oggetto di meditazione in vipassana



Cenni sull’oggetto di meditazione: Priorità degli oggetti


All’inizio della pratica meditativa, lo yogi riceve un oggetto di meditazione. In lingua Pali si chiama kammatthana, che letteralmente significa “luogo di lavoro/attività”, esso è il “terreno” per la coltivazione degli stati mentali della concentrazione e della visione profonda.
In genere rappresenta l’oggetto principale

sabato 26 gennaio 2013

Didattico Domenicali 5. Una tecnica utile in meditazione. La nota mentale



Brevi cenni sulla “Nota mentale”

Si tratta di una tecnica usata in vipassana e conosciuta anche come: “notare e nominare/etichettare”.
In pratica si tratta di esprimere mentalmente una parola che descrive ciò che viene sperimentato nel corpo o nella mente nel momento presente. Nominiamo le sensazioni, i processi, gli stati mentali, i pensieri, le emozioni, ecc., ovvero nominiamo ciò che sperimentiamo nel momento in cui accade e lo facciamo senza analizzare, paragonare, giudicare e senza dedicare alcuna riflessione o elaborazione. Ci affidiamo all’intuizione e alla percezione e cerchiamo di utilizzare una parola sola evitando frasi composte; la mente è in grado di farlo in modo intuitivo e preciso, spesso questo atteggiamento meditativo viene chiamato “nuda attenzione”
Quali sono le ragioni della nota mentale, perche la si utilizza

venerdì 25 gennaio 2013

Dhamma Hut un canale per il Dhamma

Ho creato tempo fa un canale suYou tube che potesse raccogliere video di Dhamma. In questi giorni ho caricato una serie di brevi conversazioni con Bhante Sujiva registrate ultimamente durante un suo soggiorno milanese il canale si chiama:  Dhamma hut e può essere visitato cliccando sul link.
Chi lo desiderasse può anche iscriversi al canale per riceverne gli aggiornamenti.

Didattico Domenicali 6. Le tre caratteristiche universali della realtà Anicca-Dukkha-Anatta



Il tema delle tre caratteristiche è un aspetto importante di quello che potremmo chiamare il contenuto esperienziale della saggezza. Sono fondamentali per capire la descrizione della realtà data dal Buddha e sono altresì segnali che indicano la direzione della pratica. E’ infatti importante sottolineare che impermanenza, sofferenza e non-sé indicano la stessa cosa: la realtà.

In altre parole, quando parliamo della conoscenza e della comprensione implicite nella saggezza ci riferiamo anche a questo insegnamento e al suo manifestarsi nel corso della pratica.

sabato 12 gennaio 2013

Partir, partir, partir!




Partir, partir, partir per l'altro mondo
quello che non vediamo
quello dove si cerca
quello dove siam soli

sabato 5 gennaio 2013

Cenni dall'Abhidhamma. Numero 3. Le coscienze della sfera dei sensi



Delle quattro classificazioni della coscienza precedentemente citati, la prima è quella della sfera dei sensi:

Traduzione in inglese dal testo originale Pāli e note esplicative di Narada Thera
Titolo originale: Abhidhammattha-Sangaha, A Manual of Abhidhamma
Tradotto in italiano da Enzo A.

Fonte canonepali.net

Coscienze attinenti alla Sfera dei sensi (kamavacara-cittani)

Kāma è sia brama sensuale soggettiva sia oggetti sensuali come forme, suono, odore, sapore e contatto. Con kāma si intendono anche gli undici differenti tipi di esistenza senziente, cioè: i quattro stati di sofferenza (apāya), il mondo umano (manussaloka) e i sei reami celesti (sagga).