giovedì 31 gennaio 2013

Didattico Domenicali 1. Il Principio guida in vipassana



Il Principio guida in vipassana

Ogni volta che sorge un dubbio riguardo alla pratica meditativa semplicemente ricordiamoci del “Principio”   
Il “principio” alla base della vipassana è quello di osservare ogni processo fisico e mentale che è predominante nel momento presente

Noi stiamo semplicemente prendendo nota e osservando ciò che si presenta nel campo della coscienza e non lo facciamo con l’intento di cambiare o eliminare alcunché, questo lo facciamo nel modo più distaccato e dis-identificato possibile.
Noi osserviamo ogni cosa, non una sola e permanente, ma qualsiasi cosa si presenta naturalmente nel campo della consapevolezza in maniera chiara ed ovvia ai cinque sensi e alle coscienze ad essi collegate, nel corpo e nella mente.

Ogni volta che sorge un dubbio riguardo alla pratica semplicemente ricordiamoci del “principio”
Osservare ogni processo fisico e mentale che è predominante nel momento presente.

Alcuni brevi cenni su cosa è vipassana e cosa non lo è

Non è semplice rilassamento
·        è la realizzazione di come appaiono i processi naturali di mente e corpo, la mente è allertata, acuta vigile, mentre il corpo è rilassato, non rigido o teso.

Non si tratta semplicemente di rilasciare lo stress
·        è l’investigazione, l’osservazione, la comprensione dei fattori e delle condizioni che causano stress. Che da ciò possa giungere una riduzione dello stress dipende da ciò che faremo con quello che scopriamo.

Non una adesione di fede cieca e devozionale,
·        è un’esperienza pratica e personale, si applicano le istruzioni ricevute e se si svolge il compito con la giusta attitudine e con apertura mentale si verificano in proprio i risultati. Si tratta di sperimentare.

Non è un assorbimento meditativo ovvero profonda concentrazione su un singolo oggetto come: il respiro, un oggetto visibile e/o visualizzato, recitazione di mantra, contemplazione o riflessione,
·        è sviluppare l’abilità della mente di osservare molti processi in continuo cambiamento con una concentrazione leggera e ampia che, se mantenuta con continuità, può diventare sufficientemente forte da penetrare attraverso gli aspetti superficiali della nostra esistenza per giungere a sperimentarne gli aspetti più profondi e sottostanti.

Non è una selezione di oggetti in funzione dei propri desideri o in accordo con quelle delle istruzioni di un insegnante o tradizione in maniera cristallizzata,
·        è una consapevolezza senza scelta, senza alcun giudizio di merito su tutto ciò che si presenta momento dopo momento cosi com’è, è vivere nel presente.

Non si occupa di tentare di distruggere, cambiare o di eliminare ciò che non piace,
·        è la semplice osservazione di qualsiasi processo è predominante nel momento presente con l’unico intento di comprenderne la vera natura.

Non è egoismo, egocentrismo o isolamento,
·        è la comprensione di se stessi per entrare in relazione con gli altri in modo saggio e significativo, rafforzando in prima istanza la consapevolezza delle condizioni e delle cause dei nostri stati mentali e delle nostre emozioni.

Non è adorazione di idoli, magia o esoterismo, preghiera, sacrificio di se stessi o di qualcos’altro, non è una credenza in qualche divinità o religione,
·        si tratta solo di noi con le nostre naturali abilità e del desiderio di ridurre e man mano giungere a liberarsi da ogni tipo processo generatore di sofferenza.


Non è qualcosa di separato ed esterno alla nostra vita,
·        è un momentaneo sguardo alla vera e reale natura di ogni momento presente della nostra esistenza così com’è, senza alcuna opinione, critica o alterazione.

Non è la presunzione di aver raggiunto una qualche forma di elevata posizione sul sentiero spirituale
·        è, di fatto, un ritorno alla terra, un ritorno alla semplicità e alla concretezza delle basi della nostra esistenza entro il campo di esperienza del nostro corpo e della nostra mente.

L’esposizione del Principio è contenuta in un libro intitolato “See it, Know it, Watch it go…” scritto da Jeffrey Oliver, ex Bhikkhu Dhammarakkhita
La libera sintesi in sede di traduzione è di Giancarlo Giovannini






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